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LE STRADE DELL’UOMO

Parlare di Jack London significa occuparsi di una leggenda. Conosciuto dai più quale autore del “Richiamo della Foresta” o di “Zanna Bianca”, lui, in realtà, ha goduto della fama dei grandi: quale scrittore prolifico, spesso in controtendenza (e quindi discusso), ma assolutamente affascinante e coinvolgente;

un figlio di quell’America che tanto ha dato alla letteratura dei primi anni del ‘900 e ai sogni di molti giovani nel mondo. Nella sua vita, Jack London è stato anche un avventuriero e un valente fotografo. Amava chiamare le sue immagini “documenti umani” e la fotocamera è stata la compagna inseparabile dei suoi reportage in tutto il mondo.<7p> Le strade dell’uomo presenta un corpus importante delle sue fotografie, accompagnate da brani tratti da alcuni dei suoi capolavori di narrativa e giornalismo.



bio

John Griffith Chaney, conosciuto con lo pseudonimo di Jack London, scrittore statunitense nato a San Francisco il 12 gennaio 1876, è una delle più singolari e romanzesche figure della letteratura americana. Figlio illegittimo, allevato da una madre spiritista, da una nutrice nera e da un padre adottivo che passava da un fallimento commerciale all'altro, si fece precocemente adulto sui moli di Oakland e sulle acque della baia di San Francisco insieme a compagnie poco raccomandabili. Se la strada fu la culla della sua adolescenza, Jack London era uso frequentare ladri e contrabbandieri, costretto ai mestieri più disparati e non sempre legali. Nella sua giovinezza passò da un lavoro all'altro senza troppe difficoltà: cacciatore di foche, corrispondente di guerra, avventuriero, venne coinvolto egli stesso nelle famose spedizioni in Canada alla ricerca del mitico oro del Klondìke. Jack London ha comunque sempre coltivato e custodito dentro di sè il "morbo" della letteratura, essendo costituzionalmente un gran divoratore di libri di ogni genere. Cimentatosi ben presto anche con la scrittura London riuscì a essere per circa un quinquennio scrittore tra i più famosi, prolifici, e meglio retribuiti che si ricordino, pubblicando in tutto qualcosa come quarantanove volumi. Il suo spirito era però perennemente insoddisfatto e ne sono testimonianza i continui problemi di alcool e gli eccessi che hanno contrassegnato la sua vita. Una stupenda trasfigurazione di quello che Jack London era, sia sul piano sociale che interiore, la fece lui stesso nell'indimenticabile "Martin Eden", storia di un giovane marinaio dall'animo ipersensibile che si scopre scrittore e una volta raggiunta la fama si autodistrugge, anche a causa delle netta percezione di essere comunque un "diverso" rispetto alla società fine e colta rappresentata dalla benestante ed educata borghesia.

Jack London scrisse romanzi di vario genere, da quelli avventurosi come "Il richiamo della foresta" (pubblicato nel 1903) a "Zanna Bianca" (1906), a quelli appunto autobiografici, fra cui si ricordano fra l'altro "In strada" (1901), il già citato "Martin Eden" (1909) e "John Barleycorn" (1913). Si è cimentato anche con la fantapolitica ("Il tallone di ferro") e ha scritto numerosi racconti, tra cui spiccano "Il silenzio bianco", e "Farsi un fuoco" (1910). Psicologico, filosofico e introspettivo è "Il vagabondo delle stelle" (The Star Rover oppure The Jacket), del 1915.

Più volte si è dedicato al reportage (come quello, del 1904, sulla guerra russo-giapponese) e alla saggistica e trattatistica politica ("Il popolo dell'abisso", celebre inchiesta, condotta di prima mano, sulla povertà nell'East End di Londra).

Il suo stile narrativo rientra a pieno titolo nella corrente del realismo americano che, ispirandosi al naturalismo di Zola e alle teorie scientifiche di Darwin, privilegiando i temi della lotta per la sopravvivenza e del passaggio dalla civiltà allo stato primitivo.

Gli scritti di Jack London hanno avuto, e continuano ad avere, una diffusione enorme, specie tra il pubblico popolare d'Europa e dell'Unione Sovietica. Non altrettanta fortuna ha però avuto questo irruento ed istintivo scrittore presso i critici, specie quelli accademici; soltanto in anni recenti si è assistito, sia in Francia sia in Italia, a una larga rivalutazione, soprattutto a opera di critici militanti della sinistra, grazie alle tematiche affrontate nei suoi romanzi, spesso orientate alla descrizione di ambienti rozzi e degradati tipici delle classi subalterne, con storie incentrate su avventurieri e diseredati, impegnati in lotte spietate e selvagge per la sopravvivenza, in ambienti esotici o insoliti: i mari del Sud, i ghiacciai dell'Alaska, i bassifondi delle grandi metropoli.

Edizioni: Contrasto