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ALDO FALLAI

ALDO FALLAI - FROM GIORGIO ARMANI TO RENAISSANCE PHOTOS 1975-2013. Era il 1974 quando il fotografo di moda Aldo Fallai conobbe a una festa, non troppo lontano da Firenze, un giovanissimo Giorgio Armani. Bastarono poche parole per far nascere una simbiosi creativa durata dalla seconda metà dei Settanta fino a cinque anni or sono: un dialogo decennale, destinato a lasciare il segno nella storia del costume e della fotografia.

Ne è nata una mostra inaugurata il 9 gennaio 2014 a Villa Bardini, Firenze. Questa racchiudeva numerose fotografie di Aldo Fallai, tutte di grande suggestione e rilevanza artistica. Il volume che proponiamo è il catalogo di quella mostra, un itinerario appassionante che riassume l’attività di Fallai dal 1975 al 2013 in una città, Firenze, che della moda è stata capitale.



Aldo Fallai vive e lavora tra la città natale e Milano. Diplomatosi all’Istituto d’Arte fiorentino, nel quale in seguito sarà docente, apre uno studio di grafica col fotografo Mario Strippini, accostandosi egli stesso alla fotografia. A metà degli anni Settanta, l’incontro con Giorgio Armani, agli esordi della sua vicenda di stilista e agli albori dell’affermazione planetaria del Made in Italy, cui Fallai darà un apporto essenziale con la propria fotografia. Il primo incarico ricevuto da Armani, un servizio per «L’Uomo Vogue», inaugura una collaborazione protrattasi per un quarto di secolo, durante il quale Fallai concorre a costituire e consolidare l’immagine dei marchi dello stilista (Giorgio Armani, Emporio Armani, Armani Jeans). Un celebre servizio del 1976, dedicato al tema dell’abito usato, contribuisce a farlo conoscere come fotografo di moda dalla cifra disincantata, irrequieta e anticonformista. Raggiunta la notorietà internazionale, Fallai lavora inoltre per case quali Hugo Boss, Canali, Cerruti, Salvatore Ferragamo, Gianfranco Ferré, Calvin Klein, Valentino ed Ermenegildo zegna. Suoi servizi fotografici appaiono regolarmente su riviste italiane e internazionali, tra le quali «Amica», «Anna», «Annabella», «Elle», «GQ», «Grazia», «Harper’s Bazaar Italia», «Max», «Moda», «Mondo Uomo», «L’Uomo Vogue», e sulle edizioni inglese, italiana e australiana di «Vogue». All’inizio degli anni Ottanta Fallai lavora con modelle di grande personalità come Angela Wilde, Antonia Dell’Atte e Gia Marie Carangi: prende inoltre a confrontarsi con le icone della storia dell’arte e col genere del ritratto, legato in una personalissima sintesi alla moda, un filone che avrà pregevoli sviluppi, grazie anche alla collaborazione con l’Istituto Marangoni. Tra i riferimenti artistici di Fallai la critica ha segnalato il Manierismo toscano,Caravaggio, i preraffaelliti e l’esotismo degli orientalisti francesi. Ha pubblicato i libri fotografici Almost One Year (1993), ispiratogli da Federico zeri e Kazunori Iwakura, e In fabbrica (2007), una peculiare lettura della vitalità imprenditoriale del Paese.


Testi di: Sergio Givone, Michele Gremigni, Carlo Sisi, Martina Corgnati e luigi Salvioli

Edizioni: Polistampa 2014