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Larry Marchant

“Probabilmente ci siamo: le fotografie che vediamo rappresentano solo un ponte, tra ieri e domani, dove il meglio deve ancora venire.”
Larry Marchant
| Mosè Franchi | GRANDI AUTORI

L’ARTE DELLA SEMPLICITA’ - La fotografia d’oltre oceano arriva spesso come un’eco, dal carattere indistinto: quasi si trattasse di un altro mondo. Sono gli USA a condizionarci, patria della fotografia nostrana e d’importazione, ma soprattutto fucina di tendenze e celebrità autoriali.

Chiudendo gli occhi, e rivolgendo la mente agli Stati Uniti, la mente si popola di fantasmi, locali e importati, autentici segna passi della fotografia che conta, lì come altrove.

Ecco che, conoscendo Larry, tutto ci appare diverso, forse troppo semplice, anche analizzando il percorso di carriera: possibile?

Studia Arte, e non l’abbandona mai, anche quando agli inizi si occupava di cronaca. Ne ripropone la forma e le trame, sfruttando pure gli elementi evocativi, quasi si trattasse di un traguardo a tendere.

Ecco, forse qui sta il punto: Larry non si complica la vita, perché non è la fotografia in corso a impegnarlo, bensì l’idea di ciò che sarà.

Probabilmente ci siamo: le fotografie che vediamo rappresentano solo un ponte, tra ieri e domani, dove il meglio deve ancora venire. Larry vuole raggiungere un’espressività artistica assoluta, innegabile, inattaccabile; così non può (e non vuole) impegnarsi in una ricerca del quotidiano. La sua semplicità guarda oltre, dove l’orizzonte ancora non è chiaro, ma definito nei presupposti. Un domani parleremo della sua arte e un altro fantasma popolerà la nostra mente, pensando a quel paese che tanto ha dato alla fotografia.

D] Quando hai iniziato a fotografare e perché?

R] Ero all'università, studiavo belle arti e design grafico, per laurearmi come direttore artistico. I miei amici della scuola di cinema mi hanno fatto comprendere la bellezza della fotografia come forma d'arte, così mi sono innamorato della macchina fotografica.

La mia carriera come art director freelance iniziò quando il Chief Photographer di un giornale di Atlanta vide le mie prime fotografie. Ben presto m’invitò a unirmi alla sua squadra al giornale.

Per un fotoreporter l'arte del tempismo, l'istinto visivo e la prospettiva sono essenziali. Così ho imparato a guardare la vita intorno a me in un modo nuovo, iniziando il percorso di fotografo.

D] La tua è stata passione per la fotografia?

R] Sì, la passione per me è un passo oltre il desiderio, bisogno e sete di qualcosa, che la fotografia soddisfa nella mia vita. Per me fotografare è più che scattare foto, rappresenta un veicolo per comunicare con gli altri, connettersi con il mondo in cui si cammina e quindi esprimere l'essenza di ciò che si vede o sente attraverso un'immagine silenziosa che parla.

D] La passione è stata importante per la tua carriera?

R] Sì, credo che la passione debba essere sempre accesa nelle nostre vite e se siamo fortunati, come lo sono stato io, possiamo ritrovarla nella carriera: un vento per le nostre vele, che ci spinge alla prossima esperienza.

D] Come hai curato la tua formazione fotografica?

R] Ho seguito un solo corso di fotografia, poco prima di lasciare l'Università. Tutto il resto l’ho imparato strada facendo.

D] Dove trovi l'ispirazione? Ci sono stati dei fotografi che, a inizio carriera, hanno rappresentato uno stimolo per te?

R] L'ispirazione per me viene da molti artisti: sia contemporanei, che del passato. Pittori come Sir Lawrence Alma-Tadema e John William Waterhouse mi hanno offerto molti stimoli, al pari di fotografi come Richard Avedon, Helmut Newton e Herb Ritts. Gli italiani sono fortunati. Parte della loro vita si svolge di fianco a luoghi d’arte. L'ispirazione può essere trovata ovunque, ma per me l’espressione artistica è nata in Italia, quindi, pur vivendo lontano, le immagini che giungono da lì riescono a offrirmi uno stimolo importante. Sono felice di aver visitato e fotografato il vostro paese, che spero di poter esplorare ancora.

D] Guardando la tua produzione, s’incontrano vari generi fotografici. Quale preferisci? Con quale hai iniziato?

R] Ho iniziato la mia carriera fotografica lavorando per un giornale. Sì, ho percorso diversi stili: moda, fotogiornalismo, sport professionistico, viaggi, glamour, celebrità e pubblicità. Li amo tutti e ognuno mi ha restituito le sue ricompense; ma io ne preferisco uno: l’alta moda!

Che io stia scattando in esterni o in studio, amo i molti aspetti del lavorare con i capi d’abbigliamento, tra modelli e team creativi, soprattutto quando insieme ci sforziamo per creare un "opera d'arte", da dedicare al designer o al cliente. La moda è una forma d'arte tutta particolare, quindi immagino che possa comunicare con me a un livello più profondo.

D] Qual è la qualità più importante per un fotografo come te?

R] Oggi un fotografo professionista deve rappresentare una figura poliedrica e non solo saper scattare fotografie di qualità: la fotocamera e il computer di chiunque possono farlo.

Quando penso a me stesso come fotografo, riconosco tre entità diverse ma uguali per importanza: colui che scatta, l'artista e l'uomo d'affari. Per prima cosa, cerco di capire ciò che serve per catturare l'immagine desiderata (da me o dai miei clienti); secondo poi, tendo a evolvermi continuamente come artista, creando un lavoro che si distinguerà; per finire, provo a comprendere le esigenze dei miei clienti, per consegnare loro più di quanto si aspettino o siano disposti a pagare.

D] Vedo che tieni diversi seminari: ti piace il ruolo dell'insegnante?

R] Sì, mi piace molto insegnare, per diversi motivi. Sono contento di poter ispirare altre persone e condividere con loro le mie esperienze. Amo aprire le menti degli studenti, in modo che possano tradurre ciò che visualizzano nella loro espressione artistica. Ho una posizione presso il Booth Museum affiliato allo Smithsonian negli Stati Uniti, dove parlo occasionalmente. Porto con me anche altri oratori, perché possano educare i membri già talentuosi della corporazione fotografica del museo. Carlo Mari (fotografo di Milano) ed io abbiamo anche discusso della possibilità di insegnare insieme in un workshop fotografico.

D] Le tue fotografie mostrano un'ottima composizione: è un aspetto a cui tieni particolarmente?

R] Grazie. Sì, ci sono dieci elementi primari che ritengo possano trasformare un'immagine ordinaria in un'opera d'arte. A seconda del messaggio che si vuole trasmettere con la fotografia, un elemento può svolgere un ruolo più importante rispetto a un altro. Ho scoperto come la composizione sia al centro dell’immagine più forte, quindi è la prima cosa sulla quale lavoro.

D] Bianco e nero o a colori? Cosa preferisci?

R] In realtà amo sia il bianco e il nero che il colore. Con il bianco e nero l'immagine viene distillata nella sua essenza e trasmette romanticismo. All'inizio, quando lavoravo al giornale, ho usato principalmente film in bianco e nero. È stata una grande educazione imparare a vedere la forma, i toni e la vita dell'immagine senza la realtà del colore.

Amo anche il colore, che però dovrebbe parlare nella maggior parte dei casi. Che sia dolce o audace, mi aspetto che abbia qualcosa da dire!

D] Qual è il tuo rapporto con la fotografia digitale?

R] Ho iniziato con la pellicola. Quando è arrivata l'era digitale, molti dei miei amici professionisti non hanno accettato il cambiamento, il che li ha costretti a cambiare lavoro. Io ho abbracciato la modernità e devo dirti che è stato facile. Col digitale ci viene offerta una gamma molto più ampia di possibilità, una qualità superiore e molti più strumenti per esprimere il messaggio desiderato dai clienti o la nostra storia di artisti.

D] C'è, tra le tue, una fotografia preferita, che ami particolarmente? E perché?

R] Sì, esiste; e c'è una ragione. Avendo iniziato la mia carriera studiando belle arti, ho portato quell'amore con me, cercando d’intrecciarlo attraverso il mio lavoro pubblicitario. Ora che il mio lavoro è esposto in gallerie e musei, ho varcato una nuova soglia con il mio lavoro e lo vedo evolversi. La mia opera preferita è "Evening Essence", perché sento che riflette il mio nuovo modo di esprimermi.

D] C'è un progetto che non se riuscito a realizzare e che invece vorresti portare a termine?

R] Sì, di recente ho condiviso la progettazione di un table-book per un cliente famoso negli Stati Uniti. Naturalmente avevo fornito anche le immagini. Il progetto ha vinto tre premi Golden ADDY dall'American Advertising Federation per la migliore fotografia e il miglior design.

Oggi vorrei produrre un libro del medesimo formato, riguardante il mio lavoro personale

Sto anche stampando una nuova serie di lavori, che saranno presto in mostra negli Stati Uniti e, si spera, nelle gallerie europee.

D] Qual è l’obiettivo che monti preferenzialmente sulla tua fotocamera?

R] Un tempo usavo principalmente l'obiettivo l’80-200 mm, ma ora, per la maggior parte dei lavori utilizzo il 24-70mm.

D] Se potessi scegliere: che tipo di foto scatteresti domani?

R] È facile rispondere: alta moda in bellissime località italiane.

D] Puoi esprimere un desiderio fotografico per te stesso: cosa chiederesti?

R] Come persona, vorrei ispirare gli altri. Ovviamente ho anche obiettivi di crescita professionale. Come artista, vorrei che la mia fotografia si evolvesse verso una vera forma d'arte. Come fotografo, mi piacerebbe trovare nuovi clienti in Italia, così potrei tornare più spesso.



Buona fotografia a tutti

Larry Marchant

Larry Marchant è un fotografo di belle arti e pubblicità. Originario di Ridgeland, Mississippi, USA, Larry ha studiato Belle Arti e Design Grafico presso l'Università del Mississippi, iniziando poi la sua carriera ad Atlanta, Georgia, USA come art director e illustratore.

Dopo aver scoperto il suo occhio per la fotografia, il Times Journal Publications ad Atlanta ha assunto Larry come fotoreporter. Mentre documentava notizie e fotografava eventi di celebrità e sport professionistici, ha aiutato la pubblicazione a vincere diversi premi fotogiornalistici nazionali.

L'ufficio del Federated Department Store di New York (Macys) in seguito vide il suo lavoro nel campo della moda e assunse Larry come direttore regionale della fotografia di moda.

Dopo cinque anni Larry ha lanciato Marchant Productions, dove ha fotografato per una varietà di clienti internazionali, tra cui ResortQuest International, Russell Athletic Sportswear e The Coca-Cola Company. Le immagini di Larry sono state pubblicate in Europa, Nord America, Sud America e Asia e il suo lavoro pubblicitario-editoriale è stato visto su riviste come Vogue, Conte Nast Publications, W magazine e altre.

Nel 2019, Larry ha vinto tre premi Golden ADDY dalla American Advertising Federation, tra cui il “Best Photography Campaign” e il “Best Book Design”per il table book “Legacy” di 260 pagine che ha fotografato, progettato e prodotto per la National Hall of Fame.

Il lavoro di Larry è stato recentemente presentato alla mostra del Booth Museum affiliato allo Smithsonian, "Artistic Photography Today" e la sua immagine, "Paul McCartney 1", è stata venduta all'asta di New York a $ 10.000 per raccogliere fondi per il restauro del Museo del Louvre a Parigi.

Larry ha tenuto conferenze sul suo lavoro, alla Emory University, al Booth Museum affiliato allo Smithsonian e al Creative Congress.In Italia Larry Marchant ha esposto presso la Fine-Art Images Gallery di Torino e la Image Acadamy Gallery d Brescia.