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[BELLO DA FARE INVIDIA]

Nato il 18 agosto 1937 a Santa Monica, in California, Robert Redford è uno degli attori più famosi nella storia del cinema. Il suo fascino è da invidia, indescrivibile, motivato solo in parte dal ciuffo biondo che sempre ha fatto parte del suo look. Ha ricevuto tanto dal cinema, offrendo in cambio il senso del suo talento. L’America dello spettacolo cinematografico deve molto a lui: come attore e per via delle scelte interpretative.

A scuola non è una cima e si distingue solo nelle discipline sportive. Lo stesso può dirsi per l’Università, dalla quale viene cacciato per indisciplina (abusava di alcolici). In seguito si interessa alla pittura: prima a Los Angeles, poi in Europa, persino a Firenze. Non emerge alcun talento.

Sarà la prima moglie Lola a dargli una mano. Si trasferisce a New York dove continua a studiare pittura, dedicandosi anche alla scenografia e approcciando la recitazione. Dopo una lunga gavetta a Broadway, si avvicina al cinema.

Lo ricordiamo in "Butch Cassidy" (1969) a fianco di Paul Newman, che reciterà con lui anche ne “La Stangata” (1973). Tutti i suoi film diventano un successo: il "Grande Gatsby" di Jack Clayton, "I tre giorni del Condor" (del 1975), e "Tutti gli uomini del presidente", girato sulla scia dello scandalo Watergate (al suo fianco c'è un indimenticabile Dustin Hoffman).

Nel 1980 Robert Redford dirige il suo primo film, "Gente comune", che gli vale l'Oscar per film e regia. Nel dicembre del 2001 è protagonista, assieme a Brad Pitt, della pellicola "Spy Game", diretto da Tony Scott. Il 24 marzo 2002 Redford ha ricevuto un importante Oscar alla carriera, che premia il suo essere uomo di cinema per intero.

“I tre giorno del Condor” offrono un riferimento fotografico. Redford lavora per la CIA (almeno questo ricordiamo) e legge libri per coglierne messaggi criptati. Durante la sua pausa pranzo, tutti i colleghi del suo ufficio vengono uccisi. Lui, scappando, si rifugerà a casa di una donna sola, appassionata di fotografia. I due parleranno delle immagini appese ai muri e in molti piani sequenza appare l’attrezzatura fotografica di lei.

Il fotografo

La fotografia che vediamo porta la firma di Ron Galella. Lui è un fotografo americano noto per le sue immagini inflessibili e azzardate riguardanti le celebrità. Galella è ampiamente considerato "il padrino dei paparazzi americani" ed è stato spesso insultato dai suoi soggetti, come Elizabeth Taylor, Jacqueline Kennedy Onassis e Marlon Brando, che in particolare gli ruppe la mascella con un pugno nel 1973. Ha detto: "Il mio lavoro è pieno di rischi, minacce, violenze occasionali e talvolta è necessaria la follia per vincere l'umiliazione e il ridicolo". “Ma non m’interessa; mi vedo come il decano dei paparazzi americani". Nato il 10 gennaio 1931 nel Bronx, NY, ha lavorato come fotografo nell'aeronautica degli Stati Uniti durante la guerra di Corea e in seguito ha frequentato l'Art Center College of Design per il fotogiornalismo. Il lavoro di Galella è apparso in centinaia di riviste e giornali, tra cui Vanity Fair, Rolling Stone, The New York Times, The New Yorker e Life. Le sue stampe personali sono state esposte alla Tate Modern di Londra e al Museum of Modern Art di New York.

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