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round about township

Pino Ninfa ci ha parlato spesso di fotografia, della propria e anche di quella che vede; così ci ha abituati a capire meglio sull’oggi, sul domani, sull’uso dello strumento. È un piacere ascoltarlo quando ci spiega come il vivere d’immagine significhi portare avanti dei progetti, magari contaminati (o contaminabili) da altre discipline.

il destino stesso. L’anima del viaggiatore che gli attribuiamo poggia su queste basi: mal attribuibili a qualità palesi, che invece noi vediamo inscritte in un contesto istintivo e culturale al tempo stesso. Da sempre interprete della musica, anche con ironia, tempo addietro Pino ha seguito le impronte della musica “nera” negli Usa quindi non è una sorpresa ritrovarlo trale township di Città del Capo o Johannesburg. Non è la musica il fattore legante, bensì lo sguardo, il modo di porsi. Tra le Baracche Ninfa usa la luce con parsimonia, come chi non voglia far rumore. Ecco che tutto diventa o contorno, o atmosfera; con un’intensità però che raggiunge dei toni quasi pittorici. Al di là della lente ci sono gli oppressi e sono loro il soggetto del racconto. La luce (poca) serve a descrivere un mondo che è realmente al buio, anche di giorno: persino ai nostri occhi. E Pino lo sa bene.



bio

Pino Ninfa è nato a Catania da dove è partito all’età di 17 anni alla volta di Milano. Sviluppa progetti sul territorio nazionale e internazionale legati allo spettacolo e al reportage. L’interesse per la musica e per il sociale, hanno fondato il senso complessivo del suo lavoro fotografico. Da diverso tempo ha incrementato lo studio rivolto al recupero e alla salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo con missioni nelle foreste Africane e dell’Amazzonia per testimoniare progetti di salvaguardia e di sviluppo delle popolazioni locali. Segue anche in diverse parti del mondo progetti per migliorare le condizioni di vita di persone in difficoltà con particolare attenzione per l’universo femminile molto spesso vittima di abusi e soprusi a ogni latitudine e con qualsiasi miseria. Ultime sue testimonianze ad Haiti con un lavoro su: “Ricostruire la speranza” in India e Nepal con lavori legati a progetti alimentari e al recupero di donne vittime di abusi e violenze. In campo musicale da anni oltre a fotografare in molti e importanti festival musicali, sviluppa progetti multimediali con diversi musicisti fra i quali: Danilo Rea, Enrico Pieranunzi, Paolo Fresu, Franco D’Andrea, Stefano Bollani e molti altri. È stato il fotografo ufficiale dell’Heineken Jammin Festival dal 1998 al 2011 e per Heineken Italia ha seguito diverse edizioni di Umbria Jazz. È stato il fotografo ufficiale della filiale italiana del Blue Note dalla sua apertura fino al 2004. Con Porsche Italia, Fiat Iveco, Level Fabergè e altri ancora ha realizzato campagne pubblicitarie e solidali.Da anni sviluppa con diverse ONG fra cui Emergency, Amani, CBM Italia e Cesvi, progetti sulla solidarietà. Oltre al progetto di Haiti con Prosolidar, ha continuato a seguire per Cesvi un progetto sul cambio climatico nella foresta Amazzonica in Perù nella regione di Madre de Dios. È presidente dell’associazione P.I.M. (poesia-immagine-musica) che si occupa della diffusione e organizzazione di mostre e seminari di fotografi musicali. Da molti anni tiene workshop in Italia e all’estero su temi legati a vari aspetti della fotografia e dell’essere fotografo. Da ultimo a New York nel 2012 e a Città del Capo con i ragazzi della Township di Philippi, e dal 2013 a Lima con gli studenti dell’Università San Marcos con un lavoro di reportage sull’area del Cono Sur dove lo sfruttamento sessuale minorile è in continuo aumento. In agosto 2017 a San Paolo in Brasile con le persone che vivono in strada e con la Fabricas di Culturas delle favelas.Nel 2017 ha intrapreso un nuovo progetto in Eritrea sulle tracce dei meticci italiani e delle architetture razionaliste italiane presenti in quell’area. Ha esposto in diversi musei In Italia e all’estero fra cui: Palazzo Ducale di Genova, Fondazione Benetton a Treviso e il prossimo Novembre 2017 inaugurerà la sua mostra “Jazz Spirit” all’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Edizioni: Casadei Libri