L’arte dello scatto nasce dal presupposto di mostrare, documentare, raccontare, portare alla luce. Se ciò non fosse, risulterebbe sterile, persino inutile, diventando un esercizio empirico a corto circuito: guardo ciò che ho scorto, ribadisco a me stesso.
Del resto, la fotografia nasconde una propria ambiguità, che poi diventa opportunità: vive di un rapporto a due, tra autore e soggetto.
Un pittore può dipingere un volto senza vederlo, uno scrittore è in grado di descriverlo con l’immaginazione; il fotografo no: quel viso diventa per lui una necessità alla quale non si può rinunciare. La narrazione fotografica diventa così la sintesi di una collaborazione a due: più spesso voluta, altre volte rubata; e in essa si riconosce il soggetto, ma anche la firma dello scatto. Siamo alle basi dell’autorialità.
Eccoci al portfolio che, per la sua coerenza, rappresenta un’unità di misura del narrare fotografico: è per questo che va mostrato, perché al di là degli orgogli personali (peraltro legittimi), in esso è riconoscibile una sorta di ritratto di chi ha scattato. Image Mag, in questo angolo del WEB, invita i lettori a caricare i propri lavori, perché possano essere presi in visione dalla redazione, la quale pubblicherà i migliori, un po’ come accade per la rivista cartacea. Avremo quindi i portfoli del periodo, che contribuiranno comunque a divulgare la fotografia: come strumento creativo e di comunicazione. Rappresenteranno anche un viatico per nutrire la nostra reciproca conoscenza, come si conviene nelle comunità più aggregate. Ne aspettiamo tante, d’immagini.
Più ne arriveranno, maggiore sarà la nostra soddisfazione; convinti di aver preso la decisione giusta.
Grazie
La Redazione