[NADAR E BAUDELAIRE, I RITRATTI]
1 giugno 1855: viene pubblicata la raccolta di poesie "I fiori del male" di Charles Baudelaire. La pubblicazione fu immediatamente censurata, per via dei temi scandalosi trattati; anche se oggi viene considerata come uno dei lavori maggiormente rappresentativi dell’ottocento letterario francese. La ricorrenza, con una forzatura, ci permette di accennare al rapporto tra il poeta e Felix Nadar, nonché ai ritratti fotografici che ne sono scaturiti. Ci viene in aiuto il libro “Quando ero fotografo”, edito da Abscondita nel 2005, almeno quello in nostro possesso, a firma del ritrattista.
Siamo a Parigi a metà ‘800, il ritratto fotografico impazza. Il fotografo e il poeta si conoscono da una quindicina d’anni. Baudelaire non si era mai espresso positivamente su chi proponeva il nuovo modo di ritrarre. Della fotografia diceva: “Il rifugio di tutti i pittori mancati mal dotati o troppo pigri per completare i loro studi”. Forse circa Nadar aveva un’opinione diversa, visto che si era fatto ritrarre da lui tra il 1855 e il 1858, nel corso di almeno tre sedute. In tutte le immagini il poeta appare enigmatico, come se stesse pensando ad altro.
L’amicizia tra Nadar e Baudelaire durò fino alla scomparsa del poeta, che aveva posato per l’ultima volta nel 1862. Il fotografo era riuscito a far cambiare opinione al suo amico circa la fotografia? Non lo sapremo mai; sicuramente, come si legge nel suo libro, aveva capito la psicologia di chi posava, la civetteria e la fatuità dei clienti. Suggeriva anche: “Preferire l’onore al profitto è il mezzo più sicuro per ottenere il profitto con onore”. Di certo Nadar era speciale. Nel 1858, fu il primo a fotografare dall’alto a bordo di un aerostato; nel 1874 ospitò nel suo studio i pittori impressionisti in occasione della loro prima esposizione e aveva già usato la luce artificiale per gli scatti. Come dire: era convincente, anche per Baudelaire.
La fotografia. Felix Nadar, ritratto di Charles Baudelaire. 1855.