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EDGAR LEE MASTERS

Il 23 agosto 1869 nasce Edgar Lee Masters. Lui è famoso per l’Antologia di Spoon River (Spoon River Anthology), una raccolta di poesie che il poeta statunitense pubblicò tra il 1914 e il 1915. Queste raccolgono gli epitaffi, raccontati dagli stessi defunti, di un’immaginaria cittadina Usa. Ciò che contraddistingue i personaggi di Masters è che, essendo per la maggior parte deceduti, non hanno più nulla da perdere e quindi possono “raccontarsi”, confessando con assoluta sincerità i loro peccati, le loro ambizioni, i propri amori.
C’è un’antologia anche di casa nostra, per certi aspetti simile a quella “americana”. Porta il titolo di “Un Paese”, e ha come protagonista Luzzara (paese natale di Cesare Zavattini) e i suoi abitanti, immortalati dalla fotocamera del fotografo statunitense Paul Strand.
Il volume uscirà nel 1955, realizzando uno scambio tra fotografia americana degli anni Trenta (in particolare quella della East Coast) e neorealismo italiano. Le foto dei luoghi e soprattutto della gente di Luzzara sono corredate da didascalie basate sui racconti degli stessi abitanti, raccolte da Zavattini. Quello che emerge è una sorta di Antologia di Spoon River italiana, con le parole dei soggetti stessi, che si raccontano, immortalati in quelle che sembrano autentiche lapidi scolpite nella memoria. (Fonte, Fondazione Un Paese – Luzzara).
Riportiamo una poesia dall’Antologia di Spoon River e riguarda la fotografia.

Penniwit, l'artista

Perdetti la mia clientela di Spoon River
perché tentai di far entrare il cervello nella camera oscura
per afferrare l’anima della gente.
La miglior fotografia che io abbia mai fatto
fu quella del giudice Somers, procuratore.
Egli sedette ben dritto e mi fece attendere
finché riuscì a raddrizzare l’occhio storto.
Poi quando fu pronto, disse: “Pronto”.
Ed io gridai: “Respinto”, e il suo occhio si girò.
E lo colsi proprio come era solito guardare
quando diceva: “Mi oppongo”.

Una curiosità. Fabrizio De André ha inciso un LP liberamente tratto dall’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Si tratta di “Non al denaro non all’amore né al cielo”, pubblicato nel 1971.

Parlando di Edgar Lee Master non potevamo dimenticarci di lei: Fernanda Pivano. Ci siamo presi il tempo per sfogliare un libro, con le pagine ingiallite, sempre in attesa in libreria (la nostra). Si tratta dell’Antologia di Spoon River, di Edgar Lee Masters, in un’edizione Einaudi del 1963, tradotta e curata, ovviamente, da Fernanda, vent’anni dopo la prima pubblicazione. Ecco le sue parole nella prefazione: «Edgar fissò con occhi chiari e spietati l’uomo americano, localizzandolo in provincia, con intento simbolico e non descrittivo». Altri seguirono le medesime impronte, tutti tradotti dalla letterata genovese.
Per noi, lettori d’oltreoceano, inizia un viaggio nell’America dei battuti, della controcultura, dell’avanguardia culturale. Lei, Fernanda, non ha mai lesinato il suo aiuto, con la testimonianza diretta, andando a conoscere di persona quanti avrebbe descritto nei suoi saggi. Ha poi costruito un ponte ideologico tra diverse generazioni, anche in ambito musicale; avvicinando Dylan a Vasco Rossi e De André (suo grande amore). Lei e il cantautore genovese parlavano la stessa lingua, unita simbolicamente (e non solo) nel disco “Non al denaro, né all’amore, né al cielo”. Anche lì c’è una collina con delle croci e degli epitaffi, anche quella nella provincia delle persone comuni: «Perché solo le anime semplici riescono a trionfare della vita», come dice Fernanda.

Fernanda Pivano, note biografiche

Ferdinanda Pivano nasce a Genova il 18 luglio 1917. Con la famiglia si trasferisce a Torino quand’è adolescente. Lì frequenta il liceo classico "Massimo D'Azeglio", dove tra i suoi insegnanti vi è Cesare Pavese. Si laurea in Lettere nel 1941. La sua tesi, in Letteratura Americana, riguarda "Moby Dick", di Herman Melville.

La sua attività letteraria inizia nel 1943, quando traduce “l’Antologia di Spoon River”, di Edgar Lee Masters. Cesare Pavese ne vuole la pubblicazione (Einaudi). In quell’anno si laurea anche in Filosofia.
La sua carriera di traduttrice prosegue con molti noti e importanti romanzieri americani: Faulkner, Hemingway, Fitzgerald, Anderson. Con tutti, ne anticipa saggi critici, che completano la conoscenza degli autori. Propone poi agli editori opere di scrittori americani contemporanei: Allen Ginsberg, William Burroughs, Jack Kerouac, Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti. Fernanda ha rappresentato l’amore per la letteratura e i libri dell’America della controcultura targata anni Sessanta.

La Pivano, all’attività editoriale affianca quella saggistica, basata sulla testimonianza diretta, indagando a livello storico-sociale gli scrittori e dei fenomeni letterari.
Incontra Ernest Hemingway nel 1948, a Cortina; per volere dello stesso scrittore. Lei aveva tradotto “Addio alle armi” durante il regime fascista, finendo in carcere per questo. Tra i due s’instaura un intenso rapporto professionale e di amicizia. L'anno successivo sarà pubblicata la sua traduzione di "Addio alle armi" (Mondadori).

Nel 1949 sposa l'architetto Ettore Sottsass Il matrimonio nel 1971 inizia a vacillare, finché nel 1990 Sottsass, dopo la separazione, chiederà il divorzio.

Il suo primo viaggio negli USA risale al 1956, seguito da altre destinazioni: America, India, Nuova Guinea, Mari del Sud, oltre a numerosi altri Paesi orientali e africani.

Fernanda è stata anche considerata un'esperta di musica leggera italiana e internazionale. Innato il suo amore per Fabrizio De André, con il quale ha condiviso i sentimenti dell’LP “Non al denaro, né all’amore, né al cielo”, ispirato appunto dall’antologia di Spoon River. E' rimasta famosa la risposta che diede in un'intervista quando le venne chiesto se Fabrizio De André fosse il Bob Dylan italiano: "Credo che Bob Dylan sia il Fabrizio De André americano!".
Fino agli ultimi anni ha dedicato le proprie attenzioni alle nuove generazioni, avvicinando i cantautori del nostro panorama musicale: da Jovanotti a Vasco Rossi. Fernanda Pivano ha occupato un secolo, raccontandone le mutazioni sociali e culturali. Insieme a lei abbiamo viaggiato oltre oceano, scoprendo l’America.

Fernanda Pivano è scomparsa all'età di 92 anni il 18 agosto 2009 a Milano, presso la clinica privata Don Leone Porta, dove da qualche tempo era ricoverata.

Il fotografo, Guido Harari

Guido Harari nasce al Cairo (Egitto) nel 1952. Nei primi anni Settanta avvia la duplice professione di fotografo e di critico musicale, contribuendo a porre le basi di un lavoro specialistico, sino ad allora senza precedenti in Italia. Dagli anni Novanta il suo raggio d’azione contempla anche l’immagine pubblicitaria, il ritratto istituzionale, il reportage a sfondo sociale. Dal 1994 è membro dell’Agenzia Contrasto. Ha firmato copertine di dischi per Claudio Baglioni, Angelo Branduardi, Kate Bush, Vinicio Capossela, Paolo Conte, David Crosby, Pino Daniele, Bob Dylan, Ivano Fossati, BB King, Ute Lemper, Ligabue, Gianna Nannini, Michael Nyman, Luciano Pavarotti, PFM, Lou Reed, Vasco Rossi, Simple Minds e Frank Zappa, fotografato in chiave semiseria per una storica copertina de «L’Uomo Vogue». È stato per vent’anni uno dei fotografi personali di Fabrizio De André. Ha al suo attivo numerose mostre e libri illustrati tra cui Fabrizio De André. E poi, il futuro (Mondadori, 2001), Strange Angels (2003), The Beat Goes On (con Fernanda Pivano, Mondadori, 2004), Vasco! (Edel, 2006), Wall Of Sound (2007), Fabrizio De André. Una goccia di splendore (Rizzoli, 2007).
Di lui ha detto Lou Reed: “Sono sempre felice di farmi fotografare da Guido”. “So che le sue saranno immagini musicali, piene di poesia e di sentimento”. “Le cose che Guido cattura nei suoi ritratti vengono generalmente ignorate dagli altri fotografi”. “Considero Guido un amico, non un semplice fotografo”.

Le fotografie

Fabrizio De André con Fernanda Pivano. Teatro Smeraldo, Milano, 1997. Photo © Guido Harari.
Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master, copertina.

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