[CI LASCIA GIANFRANCO FERRE’]
Il 17 giugno 2007, scompare a Milano, a causa di un'improvvisa emorragia cerebrale, Gianfranco Ferrè. Lui nasce a Milano il 15 agosto ’44 e si laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano nel 1969. Gli elementi culturali del titolo accademico lo accompagneranno per tutta la vita, soprattutto nella moda. Verrà soprannominato appunto “L’Architetto”, perché ogni suo abito non rappresentava unicamente una creazione artistica, ma un autentico progetto.
Gianfranco debutta nella moda negli anni ’70 e allarga la propria esperienza con una lunga permanenza. Lì lavora per un’azienda genovese. Nel 1978 fonda la propria maison e inizia una rapida ascesa commerciale e di stile. La moda di Ferrè vive di suggestioni ed emozioni, tra segni e forme, colori e materiali. Tutto poggia su culture ed esperienze differenti, che paiono ridurre le distanze e annullare i confini geografici e ideologici.
L’era di Ferrè è quella del fashion made in Italy, dove moda e fotografia andavano a braccetto, esaltandosi a vicenda. La fotografia che proponiamo porta la firma di Gianpaolo Barbieri. Lo abbiamo incontrato nel febbraio 2013, per pubblicarne la Cover Story nel numero 2 dello stesso anno. Riportiamo le suggestioni che ci ha restituito il trovarci al suo cospetto.
Lo studio è grande, esotico, elegante. Di fronte a noi Giampaolo Barbieri, il fotografo che abbiamo sempre ammirato per le immagini che da sempre ci propone. Siamo emozionati. Non è facile incontrare tanta raffinatezza e quel garbo “colto” che è frutto della conoscenza e della ricerca incessante che porta all’autorevolezza, al senso delle cose. In un lato dello studio vediamo le fotografie di una mostra. Riconosciamo Monica Bellucci e poi donne affascinanti, inarrivabili, in una parola: seducenti. Così ci accorgiamo che le abbiamo sempre sognate per come Gian Paolo Barbieri le ha proposte al mondo. Molti dicono che le donne di Barbieri siano più “personaggi” che belle, e siamo d’accordo. Altri le accomunano, per stile, a Cecil Beaton, ma qui dissentiamo un poco. Di Barbieri non colpisce la sola scenografia, bensì la capacità di trasportarci in un labirinto complesso di suggestioni dove non abita né l’ambiguità di Newton, e nemmeno il “potere” di Avedon. In quel luogo prende vita una magia antica, la fotografia vera.
La fotografia. Gian Paolo Barbieri: Dalma per Gianfranco Ferre’, 1979.