[VIENE PRESENTATO “FORREST GUMP”]
Il 23 giugno 1994 viene presentato il film “Forrest Gump”, di Robert Zemeckis, con la partecipazione di Tom Hanks. La pellicola ha riscosso un enorme successo al botteghino e della colonna sonora ne sono state vendute oltre 12 milioni di copie. Sei premi oscar completano i numeri di uno dei più bei film di sempre. Non potevamo dimenticarlo.
La narrazione filmica è ricca di metafore e simbolismi. Tutto ha inizio su una panchina, dove Forrest sta aspettando un bus. Lì racconta, a chi si siede con lui, gli accadimenti della sua vita: il bene e il male, il brutto e il bello; tutto accettato con semplicità e coraggio. Nelle sue parole scorrono trent’anni di storia americana, durante i quali lui è sempre stato un testimone inconsapevole, anche se attivo.
Già, perché correva forte il nostro Forrest, sin da bambino: quando le gambe erano costrette da due tutori metallici. Riuscirà a romperli, per fuggire dal bullismo di alcuni compagni di scuola; ma imparerà come esistere voglia dire mettere un piede davanti a un altro, per una vita che, come raccontava sua madre, “è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita”.
Forrest non era intelligente, anzi; ma lo guidava una tenacia ingenua, sincera; la capacità di rendere semplici le imprese più ardue; la coerenza cieca nei confronti dei propri sentimenti, sempre manifestati con lucidità.
Forrest, una volta adulto, combatterà in Vietnam e lì troverà nuovi amici: il Tenente Dan e Bubba. Durante la sua vita vincerà medaglie, creerà una famosa catena di ristoranti, ispirerà le persone a fare jogging, diventerà campione di ping-pong e incontrerà il presidente degli Stati Uniti d’America più volte. Tuttavia, queste soddisfazioni risulteranno, per lo stesso Forrest, irrilevanti, perché solo il suo amore d’infanzia, Jenny Curran, avrebbe potuto renderlo felice. Lei ha rovinato la propria esistenza con eccessi di droga, alcol e prostituzione, fuggendo più volte dalla vita di Forrest. Alla fine, nonostante tutto, lui riuscirà a dimostrare che “chiunque può amare chiunque”.
Avranno un figlio, i due; anche lui chiamato a rispondere al destino: una piuma che s’innalza in cielo alla fermata dello scolabus, dove Forrest lo accompagna. Sua madre faceva lo stesso con lui, ricordandogli le raccomandazioni di rito, mentre la stessa piuma iniziava a librarsi in aria. Del resto, come diceva la donna, “la vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”.
La lettera di Forrest sulla tomba Jenny, nel finale del film
[…] Mamma diceva sempre che morire fa parte della vita. Magari non fosse così. […] Non lo so se mamma aveva ragione, o se ce l’ha il tenente Dan. Non lo so, se abbiamo ognuno il suo destino o se siamo tutti trasportati in giro per caso come da una brezza. Ma io… io credo… può darsi le due cose. Forse le due cose capitano nello stesso momento. Mi manchi tanto, Jenny! Se hai bisogno di qualcosa non sarò molto lontano”.