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[NASCE HENRI CARTIER BRESSON]

Henri Cartier Bresson nasce a Chanteloup-en-Brie il 22 agosto 1908. Di lui abbiamo parlato spesso, dedicandogli addirittura il mese di agosto. Da molti viene considerato il padre del fotogiornalismo, ma noi (con un po’ di presunzione) preferiamo definirlo come l’inventore della fotografia moderna. Molti interpreti dello scatto si sono ispirati a lui come l’iniziatore di una nuova era e crediamo che tanti appassionati possano mettersi a ruota: con rispetto e ammirazione. Continuare a conoscerlo è comunque un piacere.

L’Arte di Henri Cartier-Bresson

Non si deve pensare che le sue fotografie siano frutto di fortunate casualità, infatti, oltre alla naturalezza, l’altro aspetto importante della sua ricerca è la composizione e la creazione di un ordine geometrico. Integrava nelle sue foto linee, curve e tutto ciò che potesse contribuire a rendere uno scatto poetico. D’altronde se Henri Cartier-Bresson non fosse diventato un fotografo probabilmente avrebbe fatto il pittore, dato che aveva frequentato lo studio dell’artista André Lhole proprio per studiare pittura.

L’incontro con la fotografia

L’incontro con la fotografia avvenne nel 1931, quando sfogliando una rivista vide una foto di Martin Munkacsi e ne rimase affascinato. L’anno dopo acquista la sua prima macchina fotografica Leica e inizia a viaggiare per l’Europa scattando fotografie.

Le sue immagini iniziano a comparire sulle riviste e vengono anche esposte, ma la sua creatività incontra anche il mondo del cinema e nel 1936 lavora come assistente alla regia di Jean Renoir (assieme a Luchino Visconti) per i film “La scampagnata” e ” La vita è nostra”. Inoltre, diventa lui stesso regista per due documentari sugli ospedali nella Spagna repubblicana e sulla vita dei soldati americani durante la guerra civile spagnola.

Quando inizia a scattare, quindi, Henri Cartier-Bresson ha appena 24 anni ed è ancora alla ricerca del suo futuro professionale. È incerto e tentato da molte strade: dalla pittura, dal cinema. “Per quanto riguarda la fotografia, non ci capisco nulla” affermava. Non capire nulla di fotografia significa, tra l’altro, non sviluppare personalmente i propri scatti: è un lavoro che lascia agli specialisti del settore. Non vuole apportare alcun miglioramento al negativo, non vuole rivedere le inquadrature, perché lo scatto deve essere giudicato secondo quanto fatto nel qui e ora, nella risposta immediata del soggetto.

Henri Cartier-Bresson, un libro

Henri Cartier-Bresson fu fatto prigioniero dai tedeschi nel 1940. Dopo due tentativi falliti, riuscì a fuggire nel 1943. Durante questo periodo, il Museum of Modern Art di New York, partendo dal presupposto che il fotografo fosse morto in guerra, ha iniziato la preparazione di quella che si pensava sarebbe stata un’esposizione postuma del suo lavoro. Quando riapparve, Cartier-Bresson fu felice di apprendere della mostra e decise di rivederla, curandola lui stesso. Nel 1946 Cartier-Bresson si reca a New York con circa 300 stampe nella sua valigia, acquista un album (uno scrap book appunto), gli incolla le immagini, e lo porta ai curatori del MoMA. La mostra viene inaugurata il 4 Febbraio 1947. Dopo la morte del fotografo (2004), la Fondation Henri Cartier-Bresson, finito il lavoro di ripristino, ha permesso di rendere pubblica quest’opera.

Henri Cartier-Bresson, Scrapbook, Ed. Thames & Hudson USA

Henri Cartier Bresson, MOMA di New York, 22 agosto 1908, Martin Munkacsi, Luchino Visconti

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