IL GOVERNATORE TUTTO MUSCOLI
17 novembre 2003, l’attore Arnold Schwarzenegger (dal nome impronunciabile e difficile da scrivere) s’insedia come Governatore della California, nelle file dei repubblicani. Del suo talento politico sappiamo poco; è stato eletto per due mandati, il che parla bene di lui. E’ affascinante la sua storia: quella di un immigrato austriaco che si è fatto strada per via del fisico scultoreo: una novità (unica peraltro) di quei tempi. Gli Stati Uniti, che hanno ospitato pugili, fotografi, attori e tanti altri “specializzati”, fa suo un culturista, che di per sé incarna la finzione costruita. Come attore, c’è poco da dire. Ha recitato ruoli da “macchina infernale” e altri maggiormente comici. Noi preferiamo i secondi, ma questa è una questione di gusti. Forse “True Lies” (1994) mette insieme i due filoni, seppure in chiave ironica.
Il fatto che a fine carriera sia diventato un politico di rilievo non deve sorprenderci: gli USA ci hanno abituati già da Ronald Regan, attore e Presidente.
La storia di Arnold Schwarzenegger è quella di un immigrato senza un soldo che arriva negli Stati Uniti d'America. Lui è nato il 30 luglio 1947 nella città di Thal, Stiria, Austria. Fin da giovane, si è interessato alla forma fisica e al bodybuilding, gareggiando in diversi concorsi minori in Europa. Tuttavia, fu quando emigrò negli Stati Uniti nel 1968, alla tenera età di 21 anni, che la sua stella iniziò a crescere.
A partire dal 1970, Schwarzenegger ha dominato lo sport del bodybuilding competitivo vincendo cinque titoli Mr. Universe e sette titoli Mr. Olympia, diventando una grande icona sportiva. Tuttavia, gli orizzonti di Schwarzenegger erano più ampi del panorama offerto dal bodybuilding e nel 1976 il regista Bob Rafelson lo ha scelto per “Il gigante della strada” insieme a Jeff Bridges e Sally Field, per il quale Arnold ha vinto un Golden Globe come "Miglior esordio come attore in un film".
Ciò di cui Arnold aveva davvero bisogno era un ruolo da supereroe-guerriero, in una produzione che utilizzasse il suo fisico, dandogli spazio per mostrare i suoi talenti recitativi. “Conan il barbaro” (1982) era proprio quel ruolo ed è stato un grande successo mondiale. Nel frattempo, il regista James Cameron aveva scritto una sceneggiatura di un film a tema fantascientifico dal ritmo frenetico, che richiedeva a un attore di interpretare un predatore inarrestabile e spietato: “Terminator” (1984). Ha chiamato Arnold e anche questa pellicola ha raggiunto il successo, consacrando l’attore nell’ambito dei film d’azione. “Commando” (1985), “Codice Magnum” (1986), “Predator” (1987), “L'implacabile” (1987) e “Danko” (1988) sono stati tutti successi d’incassi. La commedia ironica “I gemelli” (1988) con il co-protagonista Danny DeVito ha conquistato nuovi fan di Arnold, che hanno visto un lato più comico dell'attore muscoloso. Dopo il tonfo de “L'ultimo grande eroe” (1993), Arnold è tornato dal suo buon amico, il regista James Cameron, e la chimica della coppia era ancora viva, visto che il thriller di spionaggio in stile "James Bond" “True Lies” (1994), con Jamie Lee Curtis e Tom Arnold, ha rappresentato la sorpresa del 1994, per successo e incassi.
Schwarzenegger ha sposato la giornalista televisiva Maria Shriver nell'aprile 1986 e la coppia ha quattro figli. Nell'ottobre del 2003 Schwarzenegger, in carica come repubblicano, è stato eletto governatore della California. Il "Governatore", come venne chiamato Schwarzenegger, ha ricoperto l'incarico fino al 2011. Alla fine del mandato governativo, è stato rivelato che aveva generato un figlio con la cameriera convivente della famiglia e Shriver ha chiesto il divorzio.
Le fotografie
Con Arnold Schwarzenegger siamo ai vertici del ritratto. Richard Avedon e Annie Leibovitz ci mostrano le loro capacità interpretative, con due immagini diverse e riconoscibili. Il fotografo non percorre una via facile, correndo anche dei rischi. Come già in altri casi, non si fida dell’aspetto più evidente: i muscoli. Stringe l’inquadratura e coglie il cipiglio, forse la volontà di colui i sacrifici comunque li ha affrontati, anche con rabbia.
Annie ci stupisce ancora. Le sue competenze sono d’ambientazione. Lei ha una fantasia fervida, che ben incanala il racconto di un incontro. Il cavallo bianco mette in mostra il potere della forza, come quella del muscolo che si tende. Il busto nudo fa il resto. A guardarci bene, sotto la scorza emerge anche un po’ d’ironia: il che non guasta.
Il fotografo, Richard Avedon
Richard Avedon (1923-2004) è nato e ha vissuto a New York City. Il suo interesse per la fotografia è iniziato in tenera età e si è unito al club fotografico della Young Men's Hebrew Association (YMHA) quando aveva dodici anni. Ha frequentato la DeWitt Clinton High School nel Bronx, dove ha co-curato la rivista letteraria della scuola, The Magpie, con James Baldwin. È stato nominato Poeta Laureato delle scuole superiori di New York nel 1941.
Avedon si è unito alle forze armate nel 1942 durante la seconda guerra mondiale, come fotografo nella marina mercantile degli Stati Uniti. Come ha descritto, “Il mio lavoro era scattare fotografie d’identità”. “Credo di aver fotografato centomila volti prima che mi venisse in mente che stavo diventando un fotografo".
Dopo due anni di servizio, ha lasciato la marina mercantile per lavorare come fotografo professionista, inizialmente creando immagini di moda e studiando con l'art director Alexey Brodovitch presso il Design Laboratory della New School for Social Research. All'età di ventidue anni, Avedon ha iniziato a lavorare come fotografo freelance, principalmente per Harper's Bazaar. Ha fotografato modelli e moda per le strade, nei locali notturni, al circo, sulla spiaggia e in altri luoghi non comuni, impiegando intraprendenza e inventiva che sono diventati i caratteri distintivi della sua arte. Sotto la guida di Brodovitch, è diventato rapidamente il fotografo principale di Harper's Bazaar.
Dall'inizio della sua carriera, Avedon ha realizzato ritratti per la pubblicazione sulle riviste Theatre Arts, Life, Look e Harper's Bazaar. Era affascinato dalla capacità della fotografia di suggerire la personalità ed evocare la vita dei suoi soggetti. Ha catturato pose, atteggiamenti, acconciature, vestiti e accessori come elementi vitali e rivelatori di un'immagine. Aveva piena fiducia nella natura bidimensionale della fotografia, le cui regole si piegavano ai suoi scopi stilistici e narrativi. Come ha detto ironicamente, "Le mie fotografie non vanno sotto la superficie”. “Ho grande fiducia nelle superfici, una buona è piena di indizi”.
Dopo aver curato il numero di aprile 1965 di Harper's Bazaar, Avedon lasciò la rivista ed è entrato a far parte di Vogue, dove ha lavorato per più di vent'anni. Nel 1992, Avedon è diventato il primo fotografo dello staff del The New Yorker, dove i suoi ritratti hanno contribuito a ridefinire l'estetica della rivista. Durante questo periodo, le sue fotografie di moda sono apparse quasi esclusivamente sulla rivista francese Égoïste.
In tutto, Avedon ha gestito uno studio commerciale di successo. E’ stato ampiamente accreditato di aver cancellato il confine tra la fotografia "artistica" e "commerciale". Il suo lavoro di definizione del marchio e le lunghe associazioni con Calvin Klein, Revlon, Versace e dozzine di altre aziende hanno portato ad alcune delle campagne pubblicitarie più famose della storia americana. Queste campagne hanno dato ad Avedon la libertà di perseguire grandi progetti in cui ha esplorato le sue passioni culturali, politiche e personali. È noto per la sua estesa ritrattistica del movimento americano per i diritti civili, la guerra del Vietnam e un celebre ciclo di fotografie di suo padre, Jacob Israel Avedon. Nel 1976, per la rivista Rolling Stone, ha prodotto "The Family", un ritratto collettivo dell'élite di potere americana al momento delle elezioni del bicentenario del paese. Dal 1979 al 1985 ha lavorato a lungo su commissione dell'Amon Carter Museum of American Art, producendo il libro In the American West. Dopo aver subito un'emorragia cerebrale mentre era in missione per The New Yorker, Richard Avedon è morto a San Antonio, in Texas, il 1° ottobre 2004.
(Fonte Avedon Foundation)
La fotografa, Annie Leibovitz
Annie Leibovitz è una fotografa americana nota per i suoi ritratti di celebrità. Abile nel catturare la personalità e la vita interiore del suo soggetto, le sue immagini riflettono momenti intimi o messi in scena che rivelano gli aspetti giocosi ed espressivi di chi ha di fronte, come si vede nei suoi Disney Dream Portraits (2011).
"Non credo più che esista una cosa come l'obiettività", ha detto una volta. “Ognuno ha un punto di vista” “Alcune persone lo chiamano stile, ma ciò di cui stiamo parlando è il coraggio di una fotografia”. “Quando ti fidi del tuo punto di vista, è allora che inizi a scattare foto".
Nata il 2 ottobre 1949 a Waterbury, Connecticut, l'artista ha studiato pittura al San Francisco Art Institute con l'intenzione di diventare un insegnante d'arte e ha preso lezioni serali di fotografia. Nel 1970 ha iniziato a lavorare come fotografa commerciale presso la rivista Rolling Stone e presto è diventata la prima donna ad essere nominata capo fotografa. Ha lasciato la pubblicazione e ha iniziato a lavorare a Vanity Fair, dove ha sviluppato il suo stile di ritratti. Ancora oggi contribuisce regolarmente alla rivista, così come a Vogue. Ha citato sia Richard Avedon che Henri-Cartier Bresson come influenze sul suo lavoro, oltre al fatto che scattava fotografie durante le vacanze in famiglia, da bambina.
Leibovitz è nota per i suoi ritratti di celebrità e ha catturato l'ultima immagine di John Lennon e Yoko Ono prima della sua morte nel 1980. Nel 1991, è diventata la prima donna in assoluto ad avere una mostra personale alla National Portrait Gallery di Washington, DC. Nel 2008, la fotografa ha scritto e pubblicato il libro Annie Leibovitz at Work, che analizza in dettaglio come sono diventate iconiche alcune delle sue immagini. Le fotografie dell'artista sono conservate nelle collezioni dell'Art Institute of Chicago, del Museum of Modern Art di New York e del Los Angeles County Museum of Art, tra gli altri. Leibovitz attualmente vive e lavora a New York.
Le fotografie
Arnold Schwarzenegger fotografato da Richard Avedon, 1994.
Arnold Schwarzenegger fotografato da Annie Leibovitz, Malibu, California, 1988.