[RICORDANDO FABRIZIO DE ANDRÉ]
Lo sguardo abbassato, i capelli da ragazzo, l’immancabile sigaretta: lo immaginiamo ancora così, a più di vent’anni di distanza dalla sua scomparsa. Le sue canzoni hanno sempre manifestato un lato intimo, misterioso, da comprendere esplorando. Ne uscivano figure allegoriche, tratteggiate però con cura; uomini e donne di un tempo che è stato: lassù, altrove, forse su una collina gemella a quella di Lee Master, dove lui ha fatto visita, da interprete e cantastorie.