Gianni Berengo Gardin
“Il Fotografo impara a vedere e guardare. Non so se questo serva a raggiungere e catturare l’istante magico di Bresson di sicuro aiuta a pensare, a usare gli occhi, la testa e il cuore.”
Conosciamo Berengo da tempo ma prima di ogni in- contro proviamo un’emozione nuova: tra timore e ri- spetto. Il nostro affetto per lui (tanto) conta poco e non ci viene a soccorso neanche la passione per la fotografia. È lo scontro a essere impari, l’impatto con l’uomo e il suo sguardo: attento, lucido, vigile. Da un lato ci sono l’autorevolezza, la conoscenza, persino una coerenza antica; dall’altro, la voglia di sapere, ca- pire, trovare scorciatoie che almeno costituiscano un approdo.