[JONI MITCHELL, LA POESIA TRA FOLK E JAZZ]
Non ha etichette, Joni; anzi, le rifugge. Spirito libero, ha fatto impazzire discografici e impresari. Ma lei era così, per via di un talento che partiva da lontano. In giovane età, si fece cacciare dall’insegnante di pianoforte, perché voleva già comporre, in autonomia. Erano i tempi nei quali scriveva poesie, musicate con uno strumento di fortuna, un ukulele; questo mentre iniziava a dipingere, dando corpo a una passione portata avanti per sempre. Si potrebbe parlare di un’artista trasversale, se il termine non fosse fin troppo abusato. Diciamo che si lasciava contaminare, influenzando a sua volta. Molti cantanti hanno usato le sue canzoni, sapendo di potersi immergere in una poesia lussureggiante.