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[CI VEDREMO A PARIGI]

Giancarlo Colombo ci invia le ultime fotografie (grazie, come sempre). Domenica 8 agosto 2021 si sono conclusi i 32esimi giochi Olimpici di Tokyo. Si è trattato di un’edizione speciale, disputata con un anno di ritardo, per via della pandemia da Covid-19: quella che ha spaventato tutto il mondo.

[I “QUATTRO” DI TOKYO]

“C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico…”. Inopinatamente, prendiamo in prestito l’Aquilone del Pascoli. Sì, perché il vento è cambiato, tornando a spirare dalla parte giusta, proprio come un tempo. L’Italia che riparte, almeno nello sport, cala gli assi durante le specialità tipicamente olimpiche, quelle dell’atletica.

[LA PRIMA VOLTA SUI 100]

La più lunga e la più corta, queste sono le corse olimpiche che scrivono la leggenda: i cento metri piani e la maratona (42,195 Km corsi a piedi, a ricordare Filippide che dalla città di Maratona volò fino all'Acropoli di Atene per annunciare la vittoria sui persiani, nel 490 a.C.). Anche quest’anno un atleta entrerà da solo nello stadio di Tokyo, per un ultimo giro di pista; e scriverà il suo nome nella storia di sempre.

[LUGLIO, MESE OLIMPICO]

Le Olimpiadi estive spesso debuttano nel mese di luglio. Così è stato per Mosca ’80, Los Angeles ’84, Barcellona ’92, Atlanta ’96 e Londra 2012. Per attenerci alla data di oggi, ricordiamo i Giochi di Montreal 1976. Le competizioni iniziarono proprio il 18 del mese, precedute dall’inaugurazione che si era tenuta il giorno prima. Furono delle Olimpiadi serene, quelle canadesi, dopo quelle insanguinate di Monaco e prima delle successive due, boicottate da USA e Russia.

[LUGLIO, OLIMPIADI & DIVAGAZIONI]

Siamo in estate ed è domenica, per cui ci sembra giusto divagare: magari cercando “cose” da approfondire e sulle quali riflettere. La fotografia ce ne offre il modo, perché vive di “tempo”: nella genesi (1/125 sec?), ma anche nella lettura per il ricordo o il racconto.

Tempo, tempo: da vivere e ricollocare, magari altrove. Click, e una scheggia di eternità si stacca sulle nostre mani: più o meno coscientemente. Forse qui sta il segreto: la raggiunta consapevolezza (oggi) che tra le mani rivivrà la nostra emozione. Non era così, un tempo: perché l'immagine “avrebbe potuto” restituirci il momento, filtrato però dai balzelli artigianali collocati da sviluppo e stampa. Come dire: non eravamo convinti del tutto.