RICORDANDO LEONARDO SCIASCIA
Ricordare Leonardo Sciascia (deceduto il 20 novembre 1989) è doveroso, anche dal punto di vista personale. Lo abbiamo conosciuto lentamente, come spesso accade quando la gioventù arriva a distrarti. Solo col tempo siamo riusciti a comprendere il suo anticonformismo, lo spirito critico e la lucidità dei suoi scritti. Oggi, quando entriamo in una libreria e riconosciamo un volume dell’autore siciliano, sentiamo di aver ritrovato un amico, l’intellettuale che ancora ci sta accompagnando per comprendere il suo verbo siciliano dedicato all’Italia e al mondo.
Leonardo Sciascia ha apprezzato molto la fotografia. Prova ne è il suo libro “Sulla fotografia”, dove emerge come l’osservazione della realtà da parte dell’autore siciliano corra parallela alla sua curiosità circa l’arte dello scatto. Nel volume vengono presentate alcune immagini inedite catturate da Sciascia. Come recita la sinossi, in esse è possibile ricostruire una sorta di “geografia degli affetti” dell’autore, dalla “sua” Racalmuto alla famiglia, per arrivare agli stimoli del suo celebre viaggio letterario compiuto con l’amico Ferdinando Scianna in occasione della lavorazione di “Ore di Spagna” (un altro libro da leggere per forza).
Nel ricordare Sciascia, ci piace menzionare il suo legame con il fotografo Ferdinando Scianna. Erano amici, i due, lo sono stati per oltre vent'anni; ma forse c’era di più: quell’amore che Ferdinando ha dedicato a un padre, un mentore, un maestro.
Entrambi erano accumunati dalla passione per l'immagine e la parola, inserendo il desiderio nel loro lavoro: Scianna con i suoi scatti in bianco e nero, Sciascia con la lucidità dei suoi libri.
Leonardo Sciascia, note di vita
Leonardo Sciascia nasce a Racalmuto, in provincia di Agrigento l'8 gennaio del 1921, in un ambiente della piccola borghesia siciliana: sua madre viene da una famiglia di artigiani, mentre il padre è uno dei tanti operai impegnati nelle miniere di zolfo dell’agrigentino.
Sciascia inizia la scuola nel 1927, rivelando sin da subito la sua predisposizione per materie come la letteratura e, soprattutto, la storia. Nel 1935 si trasferisce a Caltanissetta con la famiglia, iscrivendosi all'Istituto Magistrale IX Maggio. Qui, il suo insegnante è il noto autore Vitaliano Brancati, il quale sin da subito diventa una guida per lo scrittore di Racalmuto, soprattutto per quanto attiene la letteratura. Sempre a scuola conosce anche in un'altra personalità di spicco: Giuseppe Granata, futuro senatore del Partito Comunista Italiano. Da lui, apprende l'insegnamento degli illuministi.
Nel 1941, Leonardo Sciascia diventa maestro elementare. Nello stesso anno, viene assunto come impiegato presso il Consorzio Agrario, dove rimane fino al 1948, apprendendo la realtà contadina siciliana. In quel periodo Sciascia incontra Maria Andronico, che sposa nel 1944, e dalla quale avrà due figlie. Segue poi il primo incarico come insegnante, presso la scuola elementare del paese natio. Nel 1948, però, si suicida suo fratello e l’accaduto accompagnerà il suo morale per tutta la vita.
Gli anni ’50 sono quelli nei quali Sciascia inizia a dedicare energie e risorse nella vita politica e letteraria. Nel 1952 pubblica “Favole della dittatura”, dove s’intuiscono le sue tendenze politiche; mentre nel 1956 esce il suo primo vero libro, "Le parrocchie di Regalpietra", un'inchiesta circa la sua vita d’insegnante in un paese siciliano, che anticipa per stile le sue pubblicazioni successive.
Sempre in quegli anni, si trasferisce a Roma, al Ministero della Pubblica Istruzione. Da qui, scrive una raccolta di racconti, "Gli zii di Sicilia". Tornato a Caltanissetta, pubblica "Il giorno della civetta". Il libro s’ispira all'assassinio del sindacalista comunista Miraglia, avvenuto nel 1947, ed esprime l’attenzione che l'autore ripone nei confronti della realtà che osserva mentre lavora al Patronato scolastico e che si riferisce al fenomeno della mafia.
Nel 1967, Leonardo Sciascia si trasferisce a Palermo e decide di dedicarsi totalmente alla scrittura e alla vita politica. Dalla sua penna usciranno le critiche rivolte ai movimenti politici ed ideologici, compresi quelli a lui vicini, come ne "Il contesto", uno scritto del 1971.
Intanto però Sciascia pubblica altri lavori, come "Il consiglio d'Egitto", del 1963, o "A ciascuno il suo", del 1966, ispiratore dell'omonimo film di Elio Petri. L'anno dopo è la volta di "Morte dell'Inquisitore", che prende spunto dalla figura dell'eretico siciliano Diego La Matina e si incentra su una vicenda riguardante l'Inquisizione siciliana del secolo XVII.
È la "sicilitudine", il tema della raccolta di saggi che va sotto il titolo "La corda pazza", pubblicata nel 1970. Nel 1974, durante il referendum nazionale, esce "Todo modo". Il libro porta alla ribalta il sistema di connivenze e le reti di potere tra Clero e Governo. In un ex istituto ecclesiastico accadono delitti misteriosi, indagati da un pittore famoso trovatosi per caso ospite nell'edificio.
Nel 1975 scrive il romanzo "La scomparsa di Majorana" avanzando teorie sulla sparizione del celebre scienziato. Nello stesso anno lo scrittore si candida per le liste del Partito Comunista a Palermo e viene eletto. Due anni dopo però, rassegna le proprie dimissioni. Sempre nel 1977 esce "Candido", ispirato all'opera di Voltaire.
Nel 1979 con i radicali e si candida sia in Europa che alla Camera. Sceglie Montecitorio, dove si occupa dei lavori della commissione d'inchiesta sul rapimento di Aldo Moro. Nel frattempo, esce il volumetto "L'affaire Moro", pubblicato nel 1978. I dissapori con la politica diventano forti e lo scrittore abbandona al termine del suo mandato la vita politica nazionale, scegliendo Parigi come meta del suo ritiro.
Il tumore però, che gli diagnosticato di lì a poco, lo costringe a frequenti fermate a Milano, per cure sempre più difficili da sopportare. Escono alcuni altri racconti, come "Porte aperte", del 1987, "Il cavaliere e la morte", del 1988, e l'ultimo suo libro di rilievo, "Una storia semplice", il quale va in libreria il giorno stesso della sua morte.
Leonardo Sciascia muore a Palermo il 20 novembre del 1989 all'età di 68 anni.
Ferdinando Scianna, note biografiche
Ferdinando Scianna nasce a Bagheria in Sicilia, nel 1943. Comincia a fotografare negli anni '60, mentre frequenta la facoltà di Lettere e Filosofia all' Università di Palermo. In questo periodo fotografa, in modo sistematico, la sua terra, la sua gente, le sue feste.
Nel 1965 esce il volume Feste Religiose in Sicilia, con un saggio di Leonardo Sciascia: ha così inizio una lunga collaborazione e amicizia tra Scianna e lo scrittore siciliano. Pochi anni più tardi, nel 1967, si trasferisce a Milano, lavora per L'Europeo, e poi come corrispondente da Parigi, citta in cui vivrà per dieci anni.
Nel 1977 pubblica in Francia Les Siciliens (Denoel), con testi di Domenique Fernandez e Leonardo Sciascia, e in Italia La villa dei mostri, sempre con un'introduzione di Sciascia. A Parigi scrive per Le Monde Diplomatique e La Quinzaine Litteraire e soprattutto conosce Henri Cartier-Bresson, le cui opere lo avevano influenzato fin dalla gioventù. Il grande fotografo lo introdurrà nel 1982, come primo italiano, nella prestigiosa agenzia Magnum. Dal 1987 alterna al reportage la fotografia di moda riscuotendo un successo internazionale.
È autore di numerosi libri fotografici e svolge da anni un'attività critica e giornalistica; ha pubblicato moltissimi articoli su temi relativi alla fotografia e alla comunicazione per immagini in generale. Gli ultimi libri pubblicati con Contrasto sono Ti mangio con gli occhi (2013), Visti&Scritti (2014), Obiettivo ambiguo (2015) e In gioco (2016).
Le fotografie
Copertina del libro “Sulla fotografia”, Mimesis editore.
Leonardo Sciascia, Racalmuto 1964. Ph. Ferdinando Scianna.