SILVANA MANGANO, LA MONDINA DI RISO AMARO
Silvana Mangano nasce a Roma il 21 aprile 1930. Siamo fortunati, perché lo stesso giorno, ma nel 1912, viene al mondo una fotografa che ha ritratto l’attrice: Eve Arnold. Ricorderemo anche lei.
Silvana Mangano entra di prepotenza nella storia del cinema, in un momento di grande cambiamento, soprattutto qui da noi. Dalla fine degli anni Quaranta, in Italia, il neorealismo lascia pian piano il posto alla commedia all'italiana. Le case di produzione reclutano le attrici per il loro aspetto fisico, messo in mostra negli innumerevoli concorsi di bellezza. E’ così che, tra il 1947 e il 1949, Gina Lollobrigida, Silvana Pampanini, Sophia Loren, e poi Silvana Mangano, hanno conquistato il grande schermo.
Silvana Mangano è letteralmente “esplosa” sullo schermo in Riso amaro (1949), film di Giuseppe de Santis, carico d’ideologia, in linea con quanto pensavano i padri fondatori del neorealismo negli anni precedenti. Bisogna riconoscere, però, che è stata giocata anche la carta dell'erotismo. La Mangano, nei suoi improbabili pantaloncini proletari, coscia tornita, sguardo fiero, sedusse l'Italia intera e anche il produttore del film, Dino de Laurentiis, che la sposò lo stesso anno dell'uscita del film, nel 1949.
In seguito, l'attrice è apparsa in produzioni differenti; cantò anche, in Anna di Alberto Lattuada (1951), e ballò, in Mambo dell'americano Robert Rossen (1954). A differenza delle sue rivali, iniziò a chiudersi in una vita privata discreta, evolvendosi verso ruoli drammatici. Alla fine degli anni sessanta, recita nei film a lei proposti da Pier Paolo Pasolini (Edipo re, 1967; Teorema, 1968) e da Luchino Visconti (Morte a Venezia, 1971; Ludwig, 1972; Gruppo di famiglia in un interno, 1974).
Nel 1981, una tragedia privata, la morte del figlio in un incidente aereo in Alaska, sconvolse la sua vita. Lascia il marito e gli Stati Uniti, per stabilirsi a Madrid, con una delle sue figlie. Il suo ultimo ruolo è stato quello della moglie di Marcello Mastroianni in Oci ciornie (1987), diretto a Roma da Nikita Mikhalkov.
Silvana Mangano muore a Madrid 16 dicembre 1989.
La fotografa Eve Arnold
Eve Arnold nasce a Philadelphia il 21 aprile 1912, figlia di emigranti ebrei russi, nel 1951 fu accolta all'agenzia Magnum (prima donna).
La sua è stata una lunga carriera fra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, divisa fra i reportage sull'America degli anni '50 e quelli più noti sulla Cina, la Russia, Cuba e il Sudafrica della fine dei '70. Fra i ritratti agli uomini della politica americana degli anni '60, Arnold immortalò il senatore Joseph McCarthy e il leader nero Malcom X, ma anche la regina Elisabetta II. Tanti anche i ritratti ai grandi divi del cinema, tra le quali Joan Crawford. Famose sono le sue foto di Marilyn Monroe scattate sul set del film «Gli spostati» del 1961. Si trattò di una scelta professionale dettata soprattutto dalle necessità economiche, che però ha restituito alla Arnold la notorietà presso il grande pubblico.
Si è spesso detto come Marilyn Monroe abbia fatto l'amore con la macchina fotografica, ma ciò che è più evidente nelle fotografie di Eve è la fiducia e il relax che si respira, mescolata ad una stretta collaborazione con il fotografo.
Troviamo dei ritratti delicati, quelli di una di una donna-bambina incantevole, ma anche innocente, ansiosa, fiduciosa, triste, dolce, passionale e divertente. Eve Arnold ci ha permesso di osservare tutto questo, facendoci condividere una comunicazione straordinaria tra autore e soggetto.
Arnold ha ricevuto un premio importante nel 1995, quando viene eletta “Maestro Fotografo” dal Centro Internazionale di Fotografia a New York. Ha pubblicato dodici libri, ormai introvabili.
L'emozione e forse la complessità di essere una donna è quello che colpisce maggiormente nelle sue fotografie. Si può veramente vedere e sentire la bellezza di un mondo, per entrare in un’empatia profonda con i soggetti.
Eve Arnold ha detto: "Ci sono temi che si ripetono più e più volte nel mio lavoro”. “Sono stata povera e ho voluto documentare la povertà; avevo perso un figlio ed ero ossessionata dalla nascita; ero interessata alla politica e volevo sapere come questa influenzasse la nostra vita, io sono una donna e ho voluto sapere sulle donne ".
A metà degli anni Sessanta Arnold si è stabilita a Londra, dove morirà il 4 gennaio 2012.
Il fotografo Federico Patellani
Abbiamo incontrato spesso Federico Patellani, quale autore delle immagini che accompagnavano altre notizie. Sensibile e colto narratore, ha accompagnato la storia dell’Italia del dopoguerra: dal referendum monarchia-repubblica alla ripresa economica, portando alla ribalta la vita culturale di un paese in movimento. Si è anche occupato di cronaca e cinema, approdando, a fine carriera, alla fotografia di viaggio. Le sue immagini godono di una bellezza riconoscibile, spontanea; frutto di un’intelligenza acuta e della passione necessaria. Alcune vivono di una complessità visuale facile da cogliere, perché figlia di un formalismo spontaneo, quasi istintivo. Si respirano, le fotografie di Patellani, e meritano uno sguardo attento, fatto anche di tempo. Assaggiare non basterebbe.
Federico Patellani è stato una personalità di spicco del nostro fotogiornalismo. Lui nasce a Monza il 1° dicembre 1911; frequenta i circoli culturali milanesi, forte degli studi classici e di una laurea in legge. Inizia a fotografare nel 1935, durante le operazioni militari in Africa (era ufficiale del genio). Le sue immagini verranno pubblicate da un quotidiano milanese e da quel momento Patellani farà della fotografia la propria professione. Collaborerà a lungo col periodico “Tempo” di Alberto Mondadori, per il quale, nel 1940, documenterà le operazioni militari in Jugoslavia. Nel 1941, come richiamato, fotograferà la campagna di Russia, nel 1943 la Milano bombardata.
Nel 1946, Patellani torna al Tempo; collaborerà poi con le testate “Epoca” e “Oggi”. Le sue immagini raccontano l’Italia del dopoguerra: il boom economico, le industrie, i mutamenti sociali. A rileggerle, si riconosce l’entusiasmo intellettuale dell’autore, quello che ripesca di continuo nella sua Milano, ombelico dei cambiamenti e patria dell’editoria nascente. Rivolgerà il suo sguardo anche all’estero, soprattutto dopo aver fondato una propria agenzia.
Nel 1953 è aiuto regista di Alberto Lattuada per il film “La Lupa”, mentre nel 1959, su “Epoca”, pubblica una serie di servizi dal titolo Paradiso Nero realizzati, con l’aiuto del figlio Aldo, durante un lungo viaggio dal Congo Belga al Kenya. A partire dallo stesso anno Patellani collabora con vari periodici come “La Domenica del Corriere”, “Successo”, “Storia Illustrata”, “Atlante”, producendo numerosi servizi in tutto il mondo.
Intelligenza e passione, queste sono le impronte riconoscibili nelle fotografie di Patellani. Per ogni immagine, quasi stacca una reliquia di realtà, restituendoci una complessità semplice, popolata di personaggi riconoscibili, fortemente caratterizzati, quasi filmici. A lui va il merito di aver guardato altrove, in altre discipline e anche oltre confine, all’estero; questo senza rimanere confinato nel bianco e nero dolciastro dell’Italia migliore.
L’ultimo reportage è datato 1976 e riguarda il Ceylon.
Patellani morirà a Milano nel 1977.
Le fotografie.
Eve Arnold. Silvana Mangano al MoMA, 1956.
Silvana Mangano durante le riprese del film "Mambo". Venezia 1954.