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AGUSTÍ CENTELLES, REPORTER SPAGNOLO

Agustí Centelles i Ossó nasce a Valencia il 22 maggio 1909. Lui è stato un fotoreporter spagnolo. Sebbene non molto famoso al di fuori del suo paese, si è distinto fra i creatori del fotogiornalismo in Spagna, dove ha documentato principalmente la guerra civile spagnola.

La guerra civile spagnola è un elemento centrale della storia della prima metà del Novecento, non solo per la sua valenza circa la nazione iberica, ma anche per il suo valore internazionale quale premessa della Seconda Guerra Mondiale. Questa forma di “internazionalismo” si manifestò anche a livello intellettuale, con molte personalità coinvolte.
Hemingway, sull’evento bellico, scrisse “Per chi suona la campana” (1940), uno dei suoi romanzi più famosi. La trama racconta di Robert Jordan, che parte come corrispondente di guerra in Spagna, nelle file dell’armata repubblicana. Questi viene fatto combattere nell’esercito, come tanti intellettuali volontari. Le vicende si sviluppano su vari ambiti: l’amore, il suicidio, la morte, la politica. Ne nasce un affresco terribile della guerra civile spagnola, con la morte che ritorna in modo ossessivo nel romanzo, ricalcando quanto Picasso volle mostrare con la sua Guernica. È evidente come l’esperienza di Robert Jordan ricalchi quella di Hemingway stesso, che in questo capolavoro ci ha dato una visione letteraria di ciò che ha significato uno dei conflitti più importanti della storia del Novecento, troppo spesso dimenticato.

Ricordiamo poi come il conflitto abbia influito sulla vita delle donne spagnole, diventate più autonome a livello decisionale. La guerra permise loro di mettere a frutto le capacità possedute, in una società spagnola ancora molto arretrata. Combatterono costruendo barricate, curando i feriti e organizzando gli aiuti. Rifornirono i soldati dell’equipaggiamento necessario per la guerra. Alcune parteciparono attivamente ai combattimenti come miliziane, con le armi in pugno. Le donne spagnole acquisirono una nuova voce e la loro partecipazione alla vita politica finì per aumentare.

Agustí Centelles, note biografiche

Agustí Centelles ha visto nascere la propria passione per le immagini fin da giovanissimo. La sua attrazione per il cinema venne soffocata dalle esigenze economiche, ma quando da bambino si trasferì con il padre vedovo a Barcellona, la sua dedizione alla fotografia fu rapidamente incanalata. Così, all'età di quattordici anni era già iscritto a un corso di ritocco organizzato dall’Associazione Fotografica della Catalogna, di recente costituzione. Il suo primo maestro, Francesc de Baños, lo introdusse alla tecnica del ritratto e al meticoloso lavoro di ritocco di negativi e positivi.
Ben presto unì il suo lavoro nello studio Baños al ruolo di apprendista nella sezione rotocalco presso El Día Gráfico. Inizia così il suo contatto con il fotogiornalismo del momento e le sue collaborazioni con i più talentuosi reporter della stampa catalana: prima con Josep Badosa e, già negli anni Trenta, con i soci Gaspar, Sagarra e Torrents, conosciuti nel mondo giornalistico come “i tre saggi”.

La scoperta della fotocamera Leica diede nuove ali al suo talento e alle sue aspirazioni professionali. Centelles acquistò la sua prima Leica nel 1934, pagandola a rate. La versatilità del nuovo dispositivo e il suo fiuto nel catturare le notizie in un'istantanea l’hanno incoraggiato ad affermarsi in proprio e a diventare in breve tempo il freelance più apprezzato e ricercato della città.
La Leica di Centelles catturò il dinamismo e le tensioni della vita sociale, sportiva e politica di Barcellona negli intensi anni che precedettero il colpo di stato del generale Franco il 18 luglio 1936.
Durante la giornata del 19 luglio, Centelles ha scattato numerose immagini della resistenza che la popolazione civile e le forze fedeli alla Repubblica opposero al colpo di stato.
A guerra già dichiarata, Centelles inizia una frenetica attività di documentazione della vita nelle retrovie e, soprattutto, della lotta sul fronte aragonese. Durante il primo anno di guerra, le sue foto apparvero quotidianamente sulla stampa di Barcellona e ricevette numerose copertine per La Vanguardia e altri giornali.
Impegnato per la causa della Repubblica e per il destino del suo popolo, Centelles intraprese la via dell'esilio nel terrificante esodo della fine del gennaio 1939, quando le truppe franchiste erano già alle porte di Barcellona. Abbandona tutto, tranne circa diecimila negativi che porta con sé in alcune valigie. Contengono buona parte della memoria visiva degli anni della Repubblica e della guerra civile in Catalogna.
Centelles è perfettamente consapevole che sta portando via eventuali prove incriminanti contro migliaia di suoi concittadini all'estero. Le autorità franchiste tentarono invano di recuperare l'archivio Centelles durante i primi mesi dell'occupazione. Prima nel campo di concentramento di Argelès-sur-mer e poi in quello di Bram, vicino a Carcassonne, Centelles riuscì a salvaguardare i negativi e a documentare anche la vita nei campi francesi, centinaia di negativi che vanno ad aggiungersi alla sua impressionante eredità.

Nel 1944, già fuori dal campo e attivo nella resistenza degli esuli spagnoli nella Francia occupata, decise di tornare clandestinamente in Catalogna per ricongiungersi con i suoi parenti e sfuggire alle angherie della Gestapo. Il suo archivio fotografico è gelosamente custodito dai Degheil, la famiglia francese che gli aveva affittato una stanza a Carcassonne. Gli anni della dittatura franchista si allungarono e Centelles, che viveva discretamente di fotografia industriale e pubblicitaria a Barcellona, dovette aspettare la morte di Franco per prendere in considerazione il ritorno a Carcassonne e recuperare il suo archivio. Nel 1976, trentasei anni dopo l'inizio dell'esilio, riuscì finalmente a riportare l'archivio in Spagna e cominciò gradualmente a diffondere un patrimonio fotografico che, per la sua straordinaria qualità e valore documentario, ha reso Centelles un riferimento universale nella rappresentazione visiva della guerra civile spagnola.

Nel 1984, Agustí Centelles ha ricevuto il Premio Nazionale delle Arti Plastiche. Morì a Barcellona il 1° dicembre 1985.
Il suo archivio è stato acquistato dai suoi figli dal Ministero della Cultura nel dicembre 2009.

(Fonte: Real Academia de la Historia)

Le fotografie

Due scatti di Agustí Centelles

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