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L’ULTIMA DUE CAVALLI

27 luglio 1990. Dalla catena di montaggio esce l'ultima Citroen 2CV, l'auto Hippy per eccellenza assieme al Pulmino Volkswagen Transporter. Il progetto dell'auto è del 1935, ma il debutto sul mercato avviene solo nel dopoguerra. Autore della design è l'italiano Flaminio Bertoni.

La due Cavalli era stata presentata il 7 ottobre 1948 a Parigi. Sì, stiamo parlando proprio di quella piccola berlina francese che sta alla Francia come la Topolino all’Italia e il maggiolino alla Germania; anche perché la loro origine ha qualcosa in comune. Ci troviamo nell’Europa negli anni 30-40 quando i vari governi decisero di produrre un’auto che motorizzasse il paese.
L’idea della 2CV nasce in vacanza. Pierre-Jules Boulanger, ai vertici della Citroen, decise di concedersi un periodo di riposo in Auvergne, regione agricola al centro della Francia. Là si accorse come nessun contadino possedesse un’auto, così si appuntò: «Voglio quattro ruote sotto un ombrello, capaci di trasportare una coppia di contadini, cinquanta chili di patate e un paniere di uova attraverso un campo arato, senza romperne uno». Pare che la velocità massima dovesse essere di 60 km/h. Pierre-Jules provò vari prototipi, sempre indossando il cappello dei contadini; ma la guerra incombeva. I tedeschi invasero la Francia e lui diede ordine di distruggere quanto era stato progettato, compresi i modelli realizzati, un po’ bruttini a dire il vero.
Nel 1945, a fine conflitto, Boulanger decide di abbellire la futura 2CV e convoca lo stilista italiano Flaminio Bertoni. Quest’ultimo aveva già disegnato la Traction e più tardi avrebbe progettato anche la DS. Lo stilista italiano completa l’idea con tutta la simpatia necessaria. I contadini trasportabili diventano quattro, pur con patate e uova.
Nonostante le critiche negative, la 2CV ottiene un successo immediato. L’auto è economica, molto; e Boulanger suggerisce di privilegiare, nella vendita, coloro che non possono permettersi un modello normale.
In totale, 5.114.969 sono state le unità prodotte, di cui 1.246.335 in versione furgone, tra il 1948 e il 1990. Divenne l’auto simbolo degli studenti di sinistra durante le proteste del Sessantotto e il sogno di molti giovani.

Di Due Cavalli se ne vedono ancora in giro alcune, non solo quelle per i matrimoni. Qui da noi, però, una è diventata più famosa di altre. Si chiamava Camilla ed era quella sulla quale Claudio Baglioni si faceva spesso fotografare agli esordi della carriera. E’ diventata così una parte integrante del mondo del cantante romano.
Camilla diventa famosa grazie alla copertina di “Gira che tirigira amore bello”, che riportiamo.

Questa volta non abbiamo fotografie d’autore, ma vogliamo ricordare come Claudio Baglioni abbia registrato un album in Inghilterra, “Strada facendo”; una svolta musicale, soprattutto per quanto attiene gli arrangiamenti. La fotografia dell’album porta la firma di David Bailey, il che offre al prodotto una veste internazionale. Vogliamo parlare del fotografo inglese.

David Bailey, l’interprete della Swinging London

«Se nascevi nell’East End londinese degli anni trenta non avevi molta scelta. Potevi diventare un pugile, un ladro d’auto o al limite un musicista».
A dirlo è stato David Bailey, quasi a giustificare le sue origini modeste. Quel ragazzo si è poi fatto da solo e i suoi scatti hanno animato il mondo della moda, contribuendo alla nascita di quella che è stata definita Swinging London, un insieme di tendenze che si svilupparono a Londra negli anni ’60. Musica, moda, fotografia e cinema subirono le sue influenze, ecco quindi: i Beatles, la minigonna di Mary Quant e modelle come Twiggy e Jean Shrimpton (poi moglie del fotografo).
Bailey divenne famoso come i soggetti che ritrasse, perché interprete e autore del loro lancio.

David Bailey è nato a Londra il 2 gennaio 1938 ed è ampiamente considerato uno dei più grandi fotografi, particolarmente per quanto attiene il ritratto di celebrità e la moda. Le origini di Bailey sono modeste e si dice abbia indossato scarpe di cartone durante l’infanzia.
L'interesse di Bailey per le arti potrebbe essere iniziato fin dalla tenera età, quando frequentava spesso le sale cinematografiche. Sua madre portava la famiglia al cinema quasi tutte le sere, perché costava meno che riscaldare la casa. Gli piaceva anche scattare foto usando una vecchia Brownie che aveva sua madre.
Bailey e la sua famiglia continuarono a vivere a Londra anche durante la Seconda Guerra Mondiale.

Bailey era ben lungi dall'essere un allievo eccezionale. La sua frequenza scolastica, durante i suoi anni più formativi, fu continuamente interrotta dalla campagna di bombardamenti tedeschi. Inoltre, a lui venne successivamente diagnosticata la dislessia, una condizione sconosciuta all'epoca. I malati di quella patologia erano generalmente considerati studenti a bassa intelligenza e spesso venivano ignorati dai loro insegnanti.
Legalmente, sarebbe dovuto rimanere a scuola fino all'età di 15 anni, cosa che fece. Ha poi trascorso tre anni portando avanti lavori senza prospettive. Nel 1956 fu arruolato nella Royal Air Force in base alla legislazione obbligatoria sul servizio nazionale e nel 1957 fu inviato a Singapore. Durante questo periodo, ha ampliato il suo interesse per la fotografia, acquistando una fotocamera Rolleiflex e interessandosi a Henri Cartier Bresson.
Nel 1958, quando il suo incarico militare volse al termine, Bailey decise di diventare un fotografo professionista. Voleva iscriversi al London College of Printing, ma la sua domanda venne respinta a causa dei suoi scarsi risultati accademici.
Nel 1959, Bailey riuscì a ottenere un lavoro con John French, un importante fotografo di moda e ritrattista dell'epoca. L'anno successivo ha ottenuto un contratto con l'edizione britannica della rivista Vogue, iniziando a costruirsi una solida reputazione come libero professionista.

L'arrivo di Bailey sulla scena fotografica ha coinciso con la rivoluzione culturale che divenne nota come The Swinging Sixties. Crebbe l’interesse del pubblico per la moda e le celebrità. Il mondo della musica pop stava attraversando un profondo cambiamento e il mondo ha visto sorgere la prima top model in assoluto, Jean Shrimpton, la cui fama era in parte attribuibile alle immagini sorprendenti che Bailey aveva prodotto con lei.
Bailey è diventato famoso quanto le star e le celebrità che ha fotografato. Si muoveva negli stessi ambienti dei principali attori e attrici del periodo ed era amico personale di membri della famiglia reale e di molti dei nomi più importanti dello spettacolo e del cinema.

Nel corso degli anni '60 e '70, Bailey ha attirato l'attenzione della stampa dopo una serie di matrimoni di alto profilo con Jean Shrimpton, Catherine Deneuve e Marie Helvin.

Bailey ha ricevuto il titolo di Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico dalla regina Elisabetta II e nel 2016 un premio alla carriera dall'International Center of Photography di New York. Le fotografie dell'autore sono conservate nelle collezioni della National Portrait Gallery e del Victoria and Albert Museum di Londra. Bailey attualmente vive e lavora a Londra come fotografo. Ha anche diretto documentari e spot pubblicitari, indirizzando i suoi interessi persino verso la pittura.
Nel 1966 fu realizzato il film Blow up di Michelangelo Antonioni. Argomento del film erano il lavoro e gli amori di un fotografo di moda londinese, il cui personaggio era ampiamente basato su David Bailey.

Le fotografie

Una Due Cavalli
Copertina del disco “Gira che tirigira amore bello”

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