[RICORDANDO ROBIN WILLIAMS]
Robin Williams ci lascia l’11 agosto 2014. Lui nasce a Chicago (Illinois) il 21 luglio 1951 da una modella e da un dirigente della Ford: una famiglia benestante; il che gli concederà il tempo per esaltare la sua fantasia. Si diploma a Marin County, dove si era trasferito col nucleo familiare; poi s’iscrive a Scienze Politiche. Quella strada non farà per lui e seguirà altri corsi, come quelli della prestigiosa scuola d'arte Juillard di New York. Si mantiene lavorando, Robin: improvvisandosi come mimo ed esibendosi nei night club. Lì forse sviluppa il suo talento, che lo porterà alla ribalta alle volte come un clown (vedasi il film Mrs. Doubtfire), ma anche con ruoli drammatici (“L’attimo fuggente” docet).
Si è tolto la vita, Robin; ma molte sue apparizioni televisive e cinematografiche rappresentano tutt’oggi un inno alla vita. Nel 1979 è entrato nelle nostre case, all’ora di cena, con la sit-com "Mork e Mindy", dove lui impersonava un extraterrestre buffo piovuto sulla terra, che salutava pronunciando Nano-Nano.
Per Robin gli anni ’80 furono duri: problemi di droga e un matrimonio fallito complicarono la sua vita; ma nello stesso periodo si afferma sul grande schermo. “Good Morning, Vietnam" (1987), "L'attimo fuggente"(1989) e "La leggenda del Re Pescatore" (1992) gli consegnano tre nomination all’Oscar. La statuetta gli verrà consegnata solo nel ’97 per "Will Hunting - Genio ribelle".
Da fotografi lo ricordiamo nel film “One Hour Photo” (2002), dove Robin interpreta un commesso che lavora in un reparto di sviluppo e stampa nel superstore SavMart: un perfezionista, solitario e ossessionato dalla sua professione. Tra i suoi clienti vi è la famiglia Yorkin, per la quale ha sviluppato fotografie da anni. Duplicherà tutte le foto della famiglia per conservarle a casa propria, immaginando di far parte di quel nucleo. I suoi tentativi di avvicinamento vengono comunque respinti.
Quell’11 agosto 2014 il mondo intero ha perso un grande artista e forse un amico da ritrovare nei film della sera. Come per un attore del cinema muto, non meravigliava il suo repentino passaggio dal riso alla malinconia. La cinepresa spesso indugiava sul suo volto, a pieno fotogramma, pure durante i lunghi silenzi che si concedeva. Bastava poco per riaccendere l’emozione: “Oh Capitano, mio Capitano”.
Parliamo dei fotografi autori delle due immagini.
La vita di Irving Penn
Dopo le scuole pubbliche, a diciotto anni, Penn frequentò il corso di disegno pubblicitario tenuto da Alexej Brodovitch, capo redattore di Harper's Bazar. A venticinque anni partì per il Messico, dove iniziò a dipingere. Dopo un anno, si convinse che non sarebbe mai diventato un grande pittore. Tornato a New York, divenne assistente di Alexander Liberman, art director della rivista Vogue. Nel 1948, per quest'ultima, lavorò in Perù; ma furono le campagne campagne fotografiche legate al mondo della moda, realizzate nel corso degli anni cinquanta, a dargli la prima fama internazionale. Nel 1967 creò un piccolo studio fotografico da viaggio, con il quale era in grado di fotografare sullo stesso scenario in ogni parte del mondo e in ogni condizione: nacque cosi la famosa serie dei Worlds in a small rooms (mondi in una piccola stanza), nella quale si alternavano ritratti di personaggi celebri e fotografie di gruppo dove l'etnografia si mescolava alla moda.
Mentre proseguiva la sua attività di fotografo di moda, nel 1977 il Metropolitan Museum di New York presentò il ciclo Street Material (materiale di strada), nel quale Penn fotografava i resti abbandonati dell'esistenza quotidiana, conferendo loro un nuovo valore estetico. Divenuto ormai uno dei fotografi più rinomati del mondo, si susseguono le mostre a lui dedicate. In particolare, si ricordano le retrospettive al MOMA di New York nel 1984, quella alla National Portrait Gallery di Washington nel 1990 e quella prodotta dal Moderna Museet di Stoccolma nel 1995, in occasione di una grande donazione del fotografo al museo svedese. È deceduto nel 2009, a 92 anni, nella sua casa di Manhattan.
La vita di Annie Leibovitz
Annie Leibovitz nasce il 2 ottobre 1949. Figlia di un ufficiale dell’Aeronautica, la sua vita giovanile è fatta di traslochi, da una base militare all’altra. Il finestrino della macchina del padre diventa la prima cornice attraverso la quale traguardare il mondo. Lei è un’inguaribile osservatrice, con una forte ammirazione per Richard Avedon. Annie Leibovitz si è distinta in vari settori, anche nel reportage e nella moda. E’ poi diventata una ricercata e celebre ritrattista americana. La sua capacità è sempre stata quella di sorprendere: in maniera semplice, diretta, efficace. Ha fotografato i Blues Brothers con il volto dipinto di blu e l'attrice americana di colore Whoopi Goldberg immersa in una vasca da bagno piena di latte. John Lennon l'ha ritratto nudo e abbracciato a Yoko Ono in posizione fetale, la mattina del giorno in cui è stato ucciso. Era l'8 dicembre 1981. Nel gennaio del 1981 (22 gennaio), l'immagine è apparsa sulla copertina della rivista Rolling Stone. Anni dopo la Leibovitz ha raccontato che quando Lennon ha visto il primo test Polaroid delle riprese, si era espresso così: "Hai catturato esattamente il nostro rapporto”.
Le fotografie.
B&W. Robin Williams, New York 1998. Ph. Irving Penn.
Colour. Robin Williams, Aprile 1012. Ph. Annie Leibovitz
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