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[BORGES E SCIANNA]

Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo, conosciuto semplicemente come Jorge Luis Borges, noto scrittore e poeta argentino, nasce a Buenos Aires il 24 agosto 1899 (morirà a Ginevra, 14 giugno 1986). Le sue opere, che occupano una posizione di rilievo nella letteratura mondiale, sono considerate tra i classici del XX secolo.

Jorge Luis Borges apparteneva a un’importante famiglia argentina di Buenos Aires, che aveva antenati britannici. Ha imparato l'inglese prima di parlare lo spagnolo. La letteratura si è radicata in lui sin dalla tenera età, quando ha iniziato a leggere libri dalla biblioteca di suo padre. Nel 1914 Borges si recò a Ginevra, dove si laureò; poi in Spagna, prima di tornare a Buenos Aires nel 1921. Dopo aver scoperto la bellezza della sua città, Borges iniziò a scrivere poesie su di essa.

Borges passò poi alla scrittura narrativa nel 1935. Nel 1938 gli fu assegnato un posto chiave nella biblioteca di Buenos Aires, dove avrebbe trascorso nove anni. Venne licenziato dal dittatore Peron, per essere riassunto nel 1955, quando venne nominato anche professore di letteratura inglese e americana all'Università di Buenos Aires.

Una sfortunata condizione dei suoi occhi gli ha causato la cecità totale, non permettendogli di scrivere lunghi testi e costringendolo alla dettatura. Jorge Luis Borges è stato insignito del Premio Formentor, un riconoscimento internazionale assegnato per i suoi contributi indispensabili alla letteratura mondiale del XX secolo.

Jorge Luis Borges in Sicilia

Il poeta, scrittore e saggista argentino Jorge Luis Borges è stato in Sicilia nel Marzo del 1984, accompagnato dalla compagna Maria Kodama. Non aveva mai visitato quella regione, ma conosceva molto bene Palermo. Lui era nato nel quartiere di Buenos Aires che porta il nome del capoluogo siciliano. Palermo è, infatti, un distretto argentino tra in più noti della città: elegante, attraversato da viali alberati, ricco di giardini e riferimenti storici che rimandano al risorgimento d’Italia. Secondo la tradizione il fondatore di quel quartiere fu un Siciliano, certo Josè Dominguez Palermo, nato in Sicilia nella metà del Cinquecento. Il legame simbolico aveva da sempre solleticato la curiosità dello scrittore argentino e finalmente veniva soddisfatta in quell’incontro tra l’uomo e la terra agognata.

La prosa di Borges, così come la poesia, è sempre vissuta sul doppio, in un gioco di specchi. La Palermo siciliana si svelava ai suoi sensi (e non alla vista, per via della cecità) come un riflesso della gioventù in cui crebbe, tra i giochi d’infanzia nei vicoli argentini con i figli dei migranti italiani. Borges ritrovò in Sicilia dei frammenti di vita, da sempre sognati, della patria argentina.

Jorge Luis Borges e Ferdinando Scianna

Accanto a Borges, in una di quelle stupende coincidenze che a volte la vita ci sa regalare, c’è il fotografo italiano Ferdinando Scianna. Di lui Sciascia disse: “È il suo fotografare, quasi una rapida, fulminea organizzazione della realtà, una catalizzazione della realtà oggettiva in realtà fotografica: quasi che tutto quello su cui il suo occhio si posa e il suo obiettivo si leva obbedisce proprio in quel momento, né prima né dopo, per istantaneo magnetismo, al suo sentimento, alla sua volontà e – in definitiva – al suo stile”. Il risultato è uno degli scatti più belli che Borges possa vantare.

Ferdinando in un’intervista ci spiegato come la sua vita rappresenti un piatto ben confezionato. Lui ha utilizzato bene gli ingredienti. Ovviamente si riferisce agli incontri che gli si sono parati davanti, ma a noi tutto questo appare troppo semplice. Ci deve essere stato dell’altro, almeno un istinto riconoscibile da pochi: una forza interiore chiamata coraggio, desiderio, passione, persino carnalità. Forse la sua terra, la Sicilia, gli è andata incontro, regalandogli il sole, la luce, la cultura e lo sguardo per leggerla.

Nell’incontro con Borges, Scianna ha usato tutti gli ingredienti della sua vita, ma anche la sensibilità dello scrittore al cospetto di un mito. Così racconta in un’intervista: “Il poeta argentino, ormai cieco, volgeva spesso lo sguardo al sole, del quale ormai percepiva solo il calore”. E poi: “Lo divertiva essere il soggetto di fotografie che non avrebbe mai visto”.

Ferdinando Scianna, Jorge Luis Borges, 24 agosto 1899

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