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[FELICE ANNO NUOVO]

Sono ormai tre anni che tentiamo di produrre un post al giorno, usando una notizia (di quel giorno) quale pretesto per parlare delle fotografie che l’hanno annunciata e del suo autore. Speriamo di aver destato la curiosità del lettore, perché è lì che vive l’immagine scattata: in quell’istante fissato nel tempo, quale “calco” nella memoria. Continueremo ancora, cercando anche di rinnovarci. Intanto, tanti auguri da tutta la redazione di Image Mag. Buon Anno.

[NASCE ADOLFO PORRY-PASTOREL]

Classe 1888 (nasce il 1° gennaio), professionista fotografo a 20 anni prima al ‘Messaggero’ poi al ‘Giornale d’Italia’ e ‘La Voce’, sperimentatore ardito di tecniche di stampa e trasmissione delle immagini, e di stratagemmi infiniti per procacciarsi eventi e scoop, tra le due guerre.

Pastorel è riuscito a passare per ‘il fotografo di Mussolini’ e contemporaneamente per un fastidioso scrutatore del regime. Ha avuto accesso alle stanze più intime del governo e del potere ed è stato preso di mira dalla censura fascista. Ha dato a milioni d’italiani la cronaca viva di grandi eventi storici e politici, e ha raccontato come pochi il costume, la leggerezza del tempo libero, le nuove abitudini degli italiani. Ha posto le basi del fotogiornalismo, narrando il dietro le quinte della politica e del quotidiano.

Nel 1908 a soli 20 anni fonda la sua agenzia, dal nome programmatico: V.E.D.O. – Visioni Editoriali Diffuse Ovunque. Un acronimo per comunicare la sua velocissima ubiquità. Inventore di proto-marketing, il biglietto da visita di Pastorel era uno specchio da borsetta per signore, con sul retro il telefono dell’agenzia da chiamare subito in caso di avvenimenti di cronaca. La variante maschile, un orologio da tasca, era data in regalo ai vigili urbani.

Con la caduta di Mussolini il 25 luglio 1943, e soprattutto con la perdita dell’amato figlio Alberto, anche lui fotografo, inviato nella tragica campagna di Russia da cui non tornerà più, Adolfo Pastorel subisce un contraccolpo. L’ambito in cui si è mosso a grande velocità è mutato, un’epoca che lui ha fissato con la macchina è conclusa. Appende la macchina al chiodo, restando tuttavia a gestire l’agenzia VEDO e i suoi collaboratori, allievi divenuti in alcuni casi affermati professionisti.

La vita di Pastorel si trasferisce nel felice ritiro di Castel San Pietro Romano, borgo di cui diverrà sindaco e promotore per il cinema. È qui infatti che Pastorel consiglierà a Vittorio De Sica, protagonista del film con Gina Lollobrigida, di far girare Pane, amore e fantasia. Il successo epocale della pellicola farà tornare troupe per altri titoli celebri.

[La mostra “Adolfo Porry- Pastorel – L’altro sguardo”]

Ci è venuta in aiuto la mostra “Adolfo Porry- Pastorel – L’altro sguardo”; “Nascita del fotogiornalismo in Italia”, ospitata dal 2 luglio al 24 ottobre 2021 al Museo di Roma a Palazzo Braschi. Si è trattato della prima esposizione personale dedicata al ‘padre’ dei fotoreporter italiani, nonché al progenitore dei ‘paparazzi’; il pioniere di un mestiere e un’arte grazie alla quale da più di un secolo l’opinione pubblica vede ‘quello che succede’, fatti, avvenimenti, personaggi, partecipando alla vita sociale del Paese.

(Fonte comunicato stampa della mostra)

[La fotografie]

Adolfo Porry Pastorel. “In posa con l’aeroplano”. 21 aprile 1920. Archivio LUCE Fondo Pastorel.

Adolfo Porry Pastorel. “Undici signore”, 1921. Istituto LUCE, Fondo Pastorel, Roma.

1 gennaio 1888, Adolfo Porry- Pastorel

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