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[NASCE LA MACCHINA PER CUCIRE]

La sera del 21 Febbraio 1947, presso Hotel Pennsylvania, Edwin H. Land presentava Polaroid, lo sviluppo immediato. Ne abbiamo parlato lo scorso anno e anche nel 2020. Lo stesso giorno, ma nel 1842, John J. Greenough brevettava la macchina per cucire. Non c’è un rapporto diretto con la fotografia, però qualche riferimento può essere scorto. La nostra passione ci offre continue possibilità di contaminazione, il che vuol dire curiosità, conoscenza, nonché rinnovate opportunità di scatto.

Come dicevamo, nel 1842 John Greenough depositò il primo brevetto americano circa la macchina per cucire. Lui non ha sfruttato commercialmente la propria invenzione e il suo modello di rimane l'unico esemplare. Tra gli altri suoi brevetti vi erano quelli per le lastre di vetro, i paralumi, i telai, le armi da fuoco, i metri, le eliche, gli ingranaggi, le cerniere e una macchina per la produzione di sacchetti di carta. Greenough lavorò presso l'Ufficio brevetti dal 1837 al 1841, supervisionando i disegnatori che stavano restaurando i disegni dei brevetti persi nel disastroso incendio del 1836. Successivamente, è diventato un avvocato specializzato in brevetti e per gli stessi ha fondato un'agenzia a New York City. Nel 1853 fu uno dei fondatori dell'American Polytechnic Journal.

La macchina per cucire è entrata in tante case, particolarmente nel dopoguerra. Chi scrive, ricorda quella della nonna, ben posizionata in una cucina all’antica: tavolo di marmo, stufa economica (a legna), grande cappa sopra ai fornelli. Era un regalo dei genitori, che venne vissuto alla stregua di un privilegio: lei avrebbe potuto lavorare in casa, occupandosi della prole e di tutte le faccende domestiche. Non si trattava quindi di una conquista e nemmeno di un passo verso l’emancipazione, ma di una semplice comodità, che per molte donne diventava lavoro. In casa oggi ne abbiamo due, giunte a suo tempo con le stesse modalità (un dono). Nessuno le usa più, perché si è persa quella gestualità che veniva tramandata da una generazione all’altra.

[Le fotografie]

Uliano Lucas. Milano, Lavoro a domicilio. Sarta alla macchina da cucire e bambina. Anni ’70. Museo di Fotografia Contemporanea, Cinisello Balsamo (MI)

Steve McCurry, “Un sarto nel monsone”, Porbandar, India, 1983.

[Il fotografo, Uliano Lucas]

Uliano Lucas, nato a Milano nel 1942, inizia la sua esperienza di fotogiornalista nell’ambiente di Brera e del bar Giamaica, luogo di artisti, giornalisti e fotografi della Milano anni ’60. Da sempre freelance, ha collaborato negli anni con settimanali e quotidiani italiani e stranieri, realizzando reportage che vanno dalla cronaca al documento politico e sociale. Come inviato, ha seguito per anni la decolonizzazione dell’Africa e le guerre di liberazione in Angola, Guinea Bissau, Mozambico ed Eritrea, ha documentato le realtà del Medio Oriente, la dissoluzione dell’ex-Jugoslavia, la vita degli emigranti in Europa, la contestazione studentesca, gli anni del terrorismo, il mondo del lavoro e le sue trasformazioni. E’ stato direttore de “L’Immagine” e di “Illustrazione Italiana” dal 1982 al 1986, del mensile “Tempo Illustrato” nel 1984 e di “Azimut” dal 1980 al 1986.

Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo: Lavoro, lavori (2000), Immagini della follia tra memoria e progetto (2001) e Ritratti e lavori, dalla grande impresa alla fabbrica del software (2001).

[Il fotografo, Steve McCurry]

Steve McCurry è stato una delle voci più rappresentative della fotografia contemporanea, per più di trenta anni: con decine di copertine, più di una dozzina di libri, e innumerevoli mostre in tutto il mondo.

Nato in un sobborgo di Philadelphia, in Pennsylvania, McCurry ha studiato cinema alla Pennsylvania State University, prima di andare a lavorare per un giornale locale. Dopo diversi anni di lavoro freelance, McCurry ha intrapreso il suo primo viaggio in India, l’inizio di una lunga serie. Portava con sé una borsa per i vestiti e un altra colma di pellicole; ha così esplorato quel paese con la propria macchina fotografica.

Dopo diversi mesi di viaggio, travestito con abiti tradizionali, ha attraversato il confine tra il Pakistan e l'Afghanistan, controllato dai ribelli poco prima dell'invasione russa. Quando tornò indietro, portò con sé le pellicole cucite tra i vestiti. Quelle immagini, pubblicate in tutto il mondo, sono state tra le prime a mostrare il conflitto russo - afgano al mondo intero. Quel servizio ha vinto il Robert Capa Gold Medal for Best Photographic Reporting from Abroad.

Da allora, McCurry ha continuato a creare immagini nei sei continenti, spaziando tra conflitti, antiche tradizioni e cultura contemporanea, ponendo al centro l’elemento umano; lo stesso che ha reso così celebre il ritratto della Ragazza Afgana.

McCurry è stato riconosciuto con alcuni dei più prestigiosi premi del settore, tra cui la Robert Capa Gold Medal, il National Press Photographers Award, e il World Press Photo, solo per citarne alcuni.

Kodak ha concesso a McCurry l'onore di utilizzare l'ultimo rullino prodotto di pellicola Kodachrome, nel luglio 2010.

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