Skip to main content

LA MARTINA DEL TENNIS

La leggendaria campionessa di tennis Martina Navratilova è innegabilmente una delle più grandi atlete di tutti i tempi. Per chi a fine anni ‘70 seguiva lo sport della racchetta, la sua comparsa fu una sorpresa. Era brava, troppo; armata di un servizio devastante, forte da fondocampo e sotto rete. Il suo tennis era muscolare. I maligni, conoscendo il suo orientamento sessuale, dicevano che avrebbe potuto competere nei tornei maschili, anche se solo di un livello più basso. Di certo ha portato una venata nuova nel tennis “rosa”, aggiungendo quella potenza poi emulata dalle colleghe negli anni successivi.

Nel corso della sua carriera tennistica, Martina si è distinta sette volte come "Tour Player of the Year" della WTA, nominata "Atleta femminile dell'anno" dall'Associated Press e dichiarata una delle "Top Forty Athletes of All-Time" da Sport Illustrated. Dopo essere stata inserita nell’International Tennis Hall of Fame, ha continuato a prendere parte agli eventi WTA, gareggiando anche ai Giochi Olimpici del 2004. Mentre si avvicinava al suo 50° compleanno nel 2006, ha deciso di lasciare il circuito del tour dopo il suo ultimo incontro in un torneo del Grande Slam, in doppio misto con Bob Bryan agli US Open. Ancora in forma fenomenale, sull'orlo dei 50 anni, è diventata la giocatrice più anziana ad aver vinto un titolo del Grande Slam.

Martina ha giocato a tennis con energia, passione ed emozione. A oggi lei, più di chiunque altra, è nota per aver portato il tennis femminile a un livello completamente nuovo per velocità, aggressività e forma fisica.

Martina Navratilova nasce a Praga (Repubblica Ceca) il 18 ottobre 1956. Il cognome originario è Subertova: dopo il divorzio dei genitori (tre anni dopo la nascita di Martina), la madre Jana sposa Miroslav Navratil nel 1962, il quale diviene il primo insegnante di tennis della futura campionessa. Da lui prende il cognome, modificandolo leggermente aggiungendo un "ova" femminile alla fine. Martina non si avvicinò mai al padre biologico, un uomo sofferente di depressione e morto suicida dopo la fine del suo secondo matrimonio.

Martina aveva il tennis nel sangue, forse ereditato dalla nonna, tennista anche lei. All'età di quattro anni, con la racchetta picchiava la palla contro un muro di cemento. All'età di sette anni, giocava regolarmente, trascorrendo ore in campo ogni giorno. All'età di 15 anni, ha vinto il campionato nazionale ceco. Nel 1973, a 16 anni, divenne professionista e iniziò a competere negli Stati Uniti (dove diventerà cittadina nel 1981).

Negli USA ha reso pubblico il suo orientamento omosessuale. Durante la carriera ha vinto 18 titoli del grande slam nel singolo (inclusi i 9 tornei di Wimbledon, un record) e 41 nel doppio (31 nel doppio femminile e 10 nel doppio misto). La sua rivalità decennale con Chris Evert è considerata una delle più grandi nella storia dello sport, con Martina che vanta un vantaggio di 43-37.

Nel settembre 2014, sul grande schermo degli US Open, ha chiesto pubblicamente alla sua compagna storica, Julia Lemigova, di poterla sposare.

I ritratti di Annie Leibovitz

Due sono i ritratti della Annie Leibovitz: il primo stretto, l’altro ambientato. E’ questo secondo a sorprenderci, messo in scena secondo uno scenario interpretativo logico, viste le caratteristiche della tennista. Di lei si mettono in mostra i muscoli, abbinati alla macchina, all’ingranaggio, al sudore e alla fatica. I simboli ci riportano a un’immagine di Lewis Hine: quella dell’uomo che avvita un bullone con una grossa chiave inglese. Anche lì emergono muscoli e sforzo. Del resto, quando occorre superarsi, i sintomi sono i medesimi: in palestra come nella fabbrica.

La fotografa Annie Leibovitz

Annie Leibovitz (fotografa americana, nata il 2 ottobre 1949 a Waterbury, nel Connecticut,) è nota soprattutto per i suoi ritratti di celebrità, spesso presentati in pose e ambientazioni intime. Leibovitz ha preso lezioni di pittura al San Francisco Art Institute, come studentessa universitaria, ma si è trovata profondamente attratta dalla fotografia dopo aver documentato una vacanza in famiglia. Si è dedicata quindi allo studio della fotografia, iniziando anche a lavorare su commissione per Rolling Stone, mentre era ancora a scuola; questo all'inizio degli anni '70, quando peraltro la rivista era ai suoi primi anni di pubblicazione. All'età di 23 anni, Leibovitz divenne il capo fotografo del magazine e nei successivi 10 anni ha ritratto vari personaggi del mondo musicale, producendo anche una fotografia particolarmente famosa di John Lennon e Yoko Ono, poche ore prima che lui venisse ucciso, nel 1980.

Nel 1983, Leibovitz è diventata una fotografa per Vanity Fair e ha incoraggiato molti altri soggetti famosi a scegliere pose che rivelassero gli aspetti intimi, giocosi ed espressivi della loro personalità. I ritratti includevano celebrità nude, in abiti sbalorditivi, ricoperte di vernice e immerse in vasche d'acqua o bagni di latte, spesso con luci drammatiche.

Le sue fotografie sono state pubblicate su diversi libri e utilizzate in molte campagne pubblicitarie. Il suo lavoro è stato oggetto di una grande mostra alla National Portrait Gallery di Washington: la prima donna a esporre una mostra personale in quel museo. Leibovitz attualmente vive e lavora a New York.

Le fotografie

Martina Navratilova in un ritratto di Annie Leibovitz

Martina Navratilova Dallas (Texas) 1994. Ph. Annie Leibovitz

Like what you see?

Hit the buttons below to follow us, you won't regret it...