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FOTOGRAFIA DA LEGGERE …

Consueto appuntamento del lunedì con fotografia da leggere. Questa volta incontriamo un romanzo, anzi un legal thriller storico-politico. Si tratta di “Assassinio del Padre”, il caso del fotografo Philippe Halsman, di Martin Pollack (edizioni Bollati Beringhieri). Il libro è di assoluto interesse e molto preciso nella narrazione storica. Ne esce tutta l’Austria del momento e anche il carattere del giovane Philippe.

pCinque anni prima del trionfo di Hitler, nel tribunale penale di Innsbruck s’intravede quanto accadrà in Europa di lì a poco. Un misterioso processo per parricidio spalanca gli occhi sull’onda antisemita pronta a scatenarsi da lì a poco. Il nome dell’imputato, Philippe Halsmann, è conosciuto tra gli amanti della fotografia: nel dopoguerra sarà il ritrattista che negli USA, soprattutto per LIFE, convincerà le celebrità a saltare davanti all’obiettivo, bloccandole con i piedi sollevati dal suolo.

Pochi sanno che la vita del fotografo avrebbe potuto subire un triste destino, all’età di 22 anni. Nel settembre 1928 Halsmann è in gita sulle Alpi col padre, dentista ebreo di Riga, quando durante un’escursione il vecchio muore cadendo da un dirupo. Gli investigatori sono convinti che Philippe abbia ucciso il padre. Il movimento filonazista tirolese si schiera contro il ragazzo, mentre gli intellettuali viennesi si collocano sull’altro versante, contro i filo nazisti. La stampa europea è divisa in due. A favore del giovane Halsmann si espongono Einstein, Fromm, Mann e Freud. Arrivano due condanne, poi la grazia: il fotografo ripara in Francia, ma l’invasione tedesca (1940) lo costringe a fuggire ancora: prima a Marsiglia, poi negli USA; sempre con l’aiuto di A. Eistein. In seguito, l’orrore della Shoah farà dimenticare l’atteggiamento antisemita di Innsbruck. La vicenda è ricostruita in modo avvincente in questo capolavoro di Martin Pollack.

Martin Pollack, note biografiche

Martin Pollack è un noto scrittore, giornalista e traduttore austriaco. Nasce a Bad Hall, un comune nel nord dell’Austria, il 23 maggio 1944. Ha studiato slavistica e storia dei paesi dell'Europa orientale presso le università di Vienna, Varsavia e Jugoslavia. Nel 1987 è diventato collaboratore della rivista tedesca Der Spiegel, per la quale ha lavorato come corrispondente da Vienna e Varsavia. Allo stesso tempo operava come traduttore dal polacco. Nel 1998 è diventato un letterato libero. Le sue opere principali in un modo o nell'altro si riferiscono ai problemi dell'Europa centrale e orientale, compresi quelli relativi agli ebrei dell'Europa orientale.

Pollack è un figlio illegittimo dell'SS Sturmbannfuehrer Gerhard Bast, che prestò servizio nell'Einsatzgruppe H in Slovacchia, in seguito fu a capo del Sonderkommando 7A a Varsavia e prese parte attiva alla deportazione e allo sterminio di massa degli ebrei. Dopo la guerra, quando Bast tentò di varcare il confine austro-italiano per immigrare in America Latina, fu assassinato da un capotreno che voleva derubarlo. Il libro di ricerca di Pollack The Dead Man in the Bunker (2004) è di gran lunga il più famoso dei suoi lavori.

Philippe Halsman, ritrattista “del salto”

Philippe Halsman nasce a Riga (Lettonia) il 2 maggio 1906 da una famiglia ebrea: suo padre era un dentista, sua madre una preside di liceo. Dopo gli esiti dei processi di Innsbruck, si trasferisce a Parigi, dove, come fotografo, collabora con alcune riviste di moda. Nel 1934 apre uno studio di ritratti a Montparnasse, dove fotografa André Gide, Marc Chagall, André Malraux, Le Corbusier e altri scrittori e artisti, utilizzando un'innovativa fotocamera reflex a doppia lente da lui stesso progettata.

L’invasione tedesca (1940) lo costrinse a fuggire ancora: prima a Marsiglia, poi negli USA; sempre con l’aiuto di A. Eistein. Nel corso della sua prolifica carriera in America, Halsman ha prodotto reportage e copertine per la maggior parte delle principali riviste americane, comprese le incredibili 101 cover per la rivista LIFE (un record). I suoi incarichi l’hanno portato faccia a faccia con molte delle personalità di spicco del secolo. Nel 1941 Halsman ha iniziato una collaborazione con Salvador Dalí.

Nei primi anni '50, Halsman ha iniziato a far saltare i suoi soggetti, per una ragione “logica”: “Ogni inibizione dovuta alla presenza dell’obiettivo viene annullata, perché l’attenzione è rivolta maggiormente al salto”. “Vengono così rivelati i veri tratti del viso”. Le immagini ottenute, straordinariamente spiritose ed energiche, sono diventate una parte importante della sua eredità fotografica.

Ritrattista “di razza”, Philippe ha immortalato diversi personaggi illustri: oltre a Marilyn, Frank Sinatra, Dean Martin, Jerry Lewis, Muhammed Alì, Louis Armostrong.

Halsman muore il 25 giugno 1979, a New York (USA).

La fotografia

Copertina del libro “Assassinio del Padre”, il caso del fotografo Philippe Halsman, di Martin Pollack (edizioni Bollati Beringhieri).

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