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FOTOGRAFIA DA LEGGERE …

Consueto appuntamento del lunedì con “Fotografia da leggere”. Abbiamo riflettuto a lungo, poi non siamo stati capaci di resistere: dovevamo parlare del libro che abbiamo trovato per caso, curiosando nella biblioteca della mansarda. Si tratta di “Il gioco delle perle di Venezia”, di Gianni Berengo Gardin, Marco Steiner, Marco D’Anna, Hugo Pratt, Edizioni Rizzoli. Il volume dimostra, una volta di più, come la fotografia rappresenti una pratica trasversale, in grado di contaminarsi con altre arti. Anzi, come affermiamo spesso, fotografare, con passione, diventa un modo per “vedere diverso” anche come semplici osservatori, di fronte a una mostra o al cinema, mentre si assiste alla proiezione di un film.
Forse stiamo andando oltre, al di là degli scopi del nostro “lunedì da leggere”. Chiediamo scusa, ma non potevamo farne a meno.

Piccola sinossi del volume

In una delle avventure più amate di Corto Maltese, Favola di Venezia, il marinaio viene spinto dal misterioso Baron Corvo a ricercare un magico smeraldo. Parte così una caccia al tesoro che oggi, a quarant’anni di distanza dalla pubblicazione di quella storia, Gianni Berengo Gardin ha deciso di ripercorrere, facendosi guidare da due cultori dell’opera di Pratt: il fotografo Marco D’Anna e lo scrittore Marco Steiner. La fotografia si affianca al fumetto e alla narrazione; il fotografo (Berengo) diventa addirittura un modello.

Sfoglieremo più volte questo libro, per comprenderne il mistero, ma anche per afferrare quel sottile filo rosso che lega personaggi e storie, accadimenti e volti, episodi veri e altri soltanto plausibili, ma certamente affascinanti. Tra le pagine troveremo due fotografi, due scrittori, un disegnatore, quattro persone reali, due immaginarie e una città unica al mondo, che però si presta alla realtà e alla fantasia.
Andiamo con ordine. Corto Maltese (il fumetto inventato da Hugo Pratt) in una delle sue avventure (Favola a Venezia) riceve una lettera a firma Baron Corvo. Questa contiene l’invito a cercare un favoloso smeraldo, chiave di molti misteri. Baron Corvo è il soprannome di Frederick Rolfe, uno scrittore inglese d’inizi Novecento, innamorato di Venezia, che si aggirava in laguna avvolto in una specie di saio nero: come un corvo, appunto. Rolfe scrisse numerosi romanzi. In uno di questi, un personaggio suggerisce a una turista americana il negozio per comprare le migliori perle di vetro di Venezia: “È quello di un certo Berengo Gardin, in Calle Larga San Marco”. Là lavorava, da ragazzo, Gianni Berengo Gardin, grande fotografo e coautore di questo libro. Una bella coincidenza. Marco Steiner, scrittore, e il suo amico Marco D’Anna, fotografo, a Venezia hanno trovato i legami che tengono insieme Baron Corvo, Corto Maltese, Berengo Gardin, le perle di vetro e pure lo smeraldo. Inizia così una spirale di avvenimenti che s’inseguono a vicenda. Berengo Gardin viene fotografato da D’Anna, a volte vestito come Baron Corvo, in altre occasioni con un giaccone alla Corto Maltese. I disegni si trasformano in fotografie e viceversa, le parole raccontano immagini e accade anche il contrario; e poi un Berengo giovane torna nel negozio di perle, luogo di tanti incontri, dove sicuramente è passato Pratt. Insomma tutto si ripropone, per merito anche di Venezia, città dove tutto è possibile, anche la genesi di quel volume che si ostina a non entrare nello scaffale, perché a sviluppo orizzontale. Sfoglieremo più volte questo libro. Il suo mistero è ancora lì, ma noi non demordiamo. Forse riusciremo a trovare quello smeraldo che Baron Corvo ha chiesto di cercare.

Risulta palese come il volume viva di una forte complessità. Ne abbiamo quindi parlato con uno degli autori: Gianni Berengo Gardin. «Con questo, sono nove i libri che ho dedicato a Venezia», ci ha detto il fotografo. «Si tratta comunque di una novità», ha continuato, «Perché fonde ricordi, anche personali, fumetti e immagini». «Il formato, a sviluppo orizzontale, è inusuale per me, ma ha consentito di unire felicemente fotografie e disegni».
Per impaginare il libro, Berengo è ricorso al suo archivio. Tanti sono gli inediti, molti inerenti al Ghetto e alla sede della Massoneria. Persino la copertina è nuova: “Sembra un disegno”, ci ha detto il fotografo.

Coincidenze, vite che s’inseguono: questa è la forza della pubblicazione. Ne è consapevole anche Berengo Gardin, che ha vissuto tutto personalmente. Sentiamo le sue parole: «Questo libro è un sogno che si realizza; è stato bello rivisitare i luoghi di Hugo Pratt e ricordarne l’amicizia. Insieme vivevamo a Venezia e, quasi nello stesso periodo, ci siamo trasferiti al Lido. I nostri padri hanno partecipato entrambi alla guerra d’Africa. È curiosa l’immagine che vede Hugo di fianco al genitore; indossava il casco coloniale come facevo io nella fotografia della pagina successiva.
Berengo ha lavorato spesso con altri, colleghi e non. Anche in questo libro si è trovato a suo agio, il che non meraviglia. Nelle ultime pagine compaiono i suoi classici, con anche il “Vaporetto”. Che sia lo smeraldo di Baron Corvo?

(Da Image Mag n° 1, anno 2017)

La fotografia

Copertina del libro “Il gioco delle perle di Venezia”. Edizioni Rizzoli

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