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GENESI

di Sebastião Salgado

Il volume è in bianco e nero, come avrebbe fatto Ansel Adams; e rappresenta il risultato di più di 32 viaggi in giro per il mondo. In esso si trovano le antiche specie animali e i vulcani delle Galapagos; pinguini, leoni marini, cormorani e balene che popolano i due poli; alligatori e giaguari brasiliani; leoni, leopardi ed elefanti dell’Africa; l’isolata tribù dei Zo’è nella profonda Amazonia; gli allevatori nomadi Dinka del Sudan; le mandrie di renne dei nomadi Nenet del Circolo Polare Artico; le comunità che vivono nella giungla delle isole a ovest di Sumatra; gli iceberg del polo sud;

i vulcani dell’Africa centrale e della penisola della Kamchatka; il deserto del Sahara; le gole del Grand Canyon; i ghiacciai dell’Alaska e molto altro ancora. Essendo andato dove nessun uomo era mai giunto prima, Salgado definisce Genesis la sua personale lettera d’amore alla Terra. Oltre 200 fotografie attraverso le quali il più grande fotografo documentario dei nostri tempi ci racconta quelle zone del nostro pianeta ancora incontaminate dove gli elementi la terra, la flora, gli animali e l’uomo vivono in un’armonia miracolosa, come in una perfetta sinfonia della natura. Un progetto, a cui Salgado ha lavorato per 8 anni, che vuole essere un grido di allarme e un monito affinché si preservi questo mondo ancora incontaminato e affinchè sviluppo non sia sinonimo di distruzione.

“Personalmente vedo questo progetto come un percorso potenziale verso la riscoperta del ruolo dell’uomo in natura. L’ho chiamato Genesi perché, per quanto possibile, desidero tornare alle origini del pianeta: all’aria, all’acqua e al fuoco da cui è scaturita la vita; alle specie animali che hanno resistito all’addomesticamento; alle remote tribù dagli stili di vita cosiddetti primitivi e ancora incontaminati; agli esempi esistenti di forme primigenie di insediamenti e organizzazione umane. Nonostante tutti i danni già causati all’ambiente, in queste zone si può ancora trovare un mondo di purezza, perfino d’innocenza. Con il mio lavoro intendo testimoniare com’era la natura senza uomini e donne, e come l’umanità e la natura per lungo tempo siano coesistite in quello che oggi definiamo equilibrio ambientale”.

Nato e cresciuto in una fattoria del Brasile lontano dalla civiltà e senza televisione, Salgado nutre un profondo rispetto e amore per la natura ed è particolarmente sensibile al modo in cui gli esseri umani vengono condizionati dalle loro (spesso devastanti) condizioni socio-economiche. Tra le numerosissime opere che Salgado ha realizzato nel corso della sua prestigiosa carriera, spiccano tre grandi progetti di lungo periodo: Workers (1993), che documenta le vite invisibili dei braccianti di tutto il mondo, Migrations (2000), un tributo alle migrazioni di massa causate dalla carestia, dai disastri naturali, dal degrado ambientale e dalla pressione demografica, e questa nuova opera, Genesis, il risultato di una spedizione durata otto anni alla scoperta di montagne, deserti, oceani, animali e popolazioni che, si sono finora sottratti al contatto con la cosiddetta società civile - una terra e una vita incontaminate.

Edizioni TASHEN

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