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[ALL’ULTIMA CURVA]

Tutto si è risolto lì, all’ultima curva. Un ragazzotto di ventiquattro anni ha avuto la meglio sul 7 volte campione del mondo Lewis Hamilton. Le gomme “rosse” hanno fatto la differenza, ma il coraggio messo sull’asfalto è stato identico da parte di entrambi i contendenti. Se ne parlerà a lungo, di quegli ultimi chilometri; e già sono nella leggenda, quella che ricorderemo per chi non ha visto e forse non c’era neanche. Già, perché se le auto da corsa, classe Formula 1, ormai sono dei laboratori di tecnologia, se il loro motore si chiama power unit, se i box sembrano un ospedale ostetrico, i piloti sono gli stessi di un tempo: hanno muscoli d’acciaio e la maschera tagliente, come cantava Lucio Dalla. Parlano per radio a trecento all’ora e spingono il limite più in là, fino a lambirsi: in quella curva dove entrambi non vogliono cedere. Oggi ha vinto Max Verstappen e incide il suo nome dove nessuno potrà dimenticarlo: all’ultima curva, durante l’ultima corsa, quando il respiro si confondeva con il battito, prima della bandiera a scacchi.

Ercole Colombo

Abbiamo incontrato Ercole Colombo nel suo studio. lo spazio, ampio e accogliente, racconta la sua vita: quella condotta a bordo pista e non solo.

sulle pareti tanti caschi, tutti ordinati appoggiati sugli scaf- fali. sono quelli di quei mitici eroi che, negli anni, hanno “indossato” un’auto per portarla oltre, al di là di un limite dove non esistono né paura, né coraggio ma solo quella spinta che vorresti non si fermasse mai, anche quando la strada si stringe, scartando di lato, lungo un rettilineo infinito. tra i caschi riconosciamo i nomi, persino i disegni e la grafica. l’impatto è forte, pur sullo scaffale. l’emozione raddoppia solo sfiorandoli con un dito. Del resto, dei piloti quando corrono si vede praticamente solo quello insieme ai guantoni. Il resto è macchina, muscolo e acciaio insie- me: cuore e rombo, olio e calore. Poi leve, pulsanti, luci, alettoni, tutti diventati corpo unico.