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[ALL’ULTIMA CURVA]

Tutto si è risolto lì, all’ultima curva. Un ragazzotto di ventiquattro anni ha avuto la meglio sul 7 volte campione del mondo Lewis Hamilton. Le gomme “rosse” hanno fatto la differenza, ma il coraggio messo sull’asfalto è stato identico da parte di entrambi i contendenti. Se ne parlerà a lungo, di quegli ultimi chilometri; e già sono nella leggenda, quella che ricorderemo per chi non ha visto e forse non c’era neanche. Già, perché se le auto da corsa, classe Formula 1, ormai sono dei laboratori di tecnologia, se il loro motore si chiama power unit, se i box sembrano un ospedale ostetrico, i piloti sono gli stessi di un tempo: hanno muscoli d’acciaio e la maschera tagliente, come cantava Lucio Dalla. Parlano per radio a trecento all’ora e spingono il limite più in là, fino a lambirsi: in quella curva dove entrambi non vogliono cedere. Oggi ha vinto Max Verstappen e incide il suo nome dove nessuno potrà dimenticarlo: all’ultima curva, durante l’ultima corsa, quando il respiro si confondeva con il battito, prima della bandiera a scacchi.

L’ultima gara di Formula 1 del 2021 ci offre l’opportunità di parlare del fotografo Ercole Colombo. Per anni, tanti, ha scattato immagini a bordo pista, occupando col suo racconto mezzo secolo di corse e piloti. Se la Formula 1 ha scritto leggende lo si deve anche a lui.

Lo abbiamo raggiunto al telefono, di Domenica. Ci ha risposto con gentilezza, concedendoci generosamente un’immagine di Max Verstappen. Grazie.

Il fotografo, Ercole Colombo e l’incontro con lui.

Abbiamo incontrato Ercole Colombo nel suo studio. Lo spazio, ampio e accogliente, racconta la sua vita: quella condotta a bordo pista e non solo. Sulle pareti tanti caschi, tutti ordinati appoggiati sugli scaffali. Sono quelli di quei mitici eroi che, negli anni, hanno “indossato” un’auto per portarla oltre, al di là di un limite dove non esistono né paura, né coraggio ma solo quella spinta che vorresti non si fermasse mai, anche quando la strada si stringe, scartando di lato, lungo un rettilineo infinito. Tra i caschi riconosciamo i nomi, persino i disegni e la grafica. L’impatto è forte, pur sullo scaffale. L’emozione raddoppia solo sfiorandoli con un dito. Del resto, dei piloti quando corrono si vede praticamente solo quello, insieme ai guantoni. Il resto è macchina, muscolo e acciaio insieme: cuore e rombo, olio e calore. Poi leve, pulsanti, luci, alettoni, tutti diventati corpo unico.

Il pilota è la macchina, questo è il punto: si fonde con essa, la plasma, ne segue il destino, ne segna il destino. Per il fotografo una doppia responsabilità: interpretare un gesto umano che diventa metallo, subito dopo; e può essere sorpasso, curva, frenata, staccata; ma anche fiamme, fumo, lamiera contorta, dolore.

A Ercole Colombo va il merito di aver raccontato tutto questo, per anni, nel dettaglio, con cura e passione. Dobbiamo a lui se certi episodi sono diventati memoria e leggenda, grazie a immagini in cui Ercole ha saputo far trasparire la vita, l’amicizia, la passione per un mondo. Tante sono le esistenze che ha visto passare e tutte possono rivivere su quello scaffale, ma anche dentro le sue immagini: regalandoci così un istante che è per sempre.

Ercole Colombo, note biografiche Nato e cresciuto a pochi passi dall’autodromo di Monza, il fotografo brianzolo approda al mondo della fotografia nel 1970. Da allora segue per le più importanti testate italiane e straniere le manifestazioni motoristiche, fino a diventare uno dei maggiori e attenti testimoni sulle piste di tutto il mondo nel raccontare con l’obiettivo le storie della F1. A Silverstone nel 2009 taglia il traguardo del 600° Gran Premio di Formula 1 vissuto da professionista. Ercole Colombo può essere definito una delle memorie storiche della F1 e nel corso degli anni ha firmato per la parte fotografica una trentina di libri sul mondo dei motori.

La fotografia

Max Verstappen festeggia la vittoria del Gp di Monaco. ©Colombo Images S.r.l.

Ercole Colombo, Lewis Hamilton, Max Verstappen, 12 dicembre 2021

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