NADIA BALDO, L’IMPORTANZA DELLE COSE
Nadia Baldo ci ha fatto riflettere, più volte: durante il colloquio in remoto (ahinoi), e anche dopo. Il merito deve essere attribuito soprattutto alle sue fotografie, che già conoscevamo, ma che una volta di più ci sono apparse significanti, adatte al racconto della stessa nostra vita. Andiamo con ordine. Lei si occupa preferenzialmente di Still Life, addirittura per vocazione giovanile. Tra le immagini che ci ha inviato (grazie) ecco comparire tante cose, oggetti che si palesano con un volto proprio e specifico: a volte irriconoscibili, più spesso riscoperti in maniera naturale, persino ovvia. Appoggiandoci allo schienale della seggiola, abbiamo scoperto come la nostra vita di relazione si sviluppi quasi sempre attraverso la mediazione di “utensili” esistenziali, comodi perché accorciano i tempi e le metodiche di una quotidianità ormai esausta e faticosa. Bicchieri e bottiglie dileguano la sete, ma rimangono lì a ricordarcelo, aggiungendo, alla vista, le memorie di un’emotività vissuta.