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LA PRIMA VERA MOTOCICLETTA

Con due fotografie non datate celebriamo la nascita ufficiale (o quasi) della prima moto.
29 agosto 1885, Gottlieb Daimler brevetta quella che è generalmente considerata la prima vera motocicletta. La storia della due ruote comunque parte da lontano. Il 16 marzo 1869 l’ingegnere parigino Louis Guillaume Perraux depositò il brevetto del primo “velocipede a vapore”. Tuttavia, questa “paternità” è condivisa e contesa dagli Stati Uniti d’America, che attribuiscono l’invenzione della motocicletta a Sylvester Roper, un abile ingegnere che ne produsse la prima versione nel 1867. Il sellino fungeva da serbatoio per l’acqua, e la caldaia si trovava fra le gambe del ciclista, al posto dei pedali.
Per arrivare alla prima moto dotata di motore a combustione bisogna aspettare un’altra decina d’anni, fino al progetto depositato nel 1879 all’ufficio brevetti di Roma dall’ingegnere bergamasco Giuseppe Murnigotti. Era una moto biposto, mossa da un propulsore a combustione gassosa, che però rimase allo stato di prototipo.
Come dicevamo, la prima vera moto con motore a combustione interna fu brevettata e poi prodotta nel 1885. Il sito Ducati (la nostra fonte) parla di una piccola officina a Canstatt (nelle vicinanze di Stoccarda) e affianca il nome di Wilhelm Maybach a quello del già citato Gottlieb Daimler. Gli inventori sono stati due, quindi.

Daimler, il pioniere automobilistico, colui che costruì il primo motore a combustione interna (e poi la prima automobile), rivendica quindi anche la paternità della motocicletta. Il tutto è dovuto al fatto che la sua invenzione era alimentata a benzina.
La due ruote di Daimler era essenzialmente un telaio di bicicletta in legno (con i pedali rimossi), alimentato da un motore monocilindrico. Si parla anche di un carburatore “a spruzzo”, allora in fase di sviluppo per l'uso nell'automobile Daimler apparsa nel 1886.
I primi esemplari furono messi in vendita nel 1894. Da quel momento si assistette ad una continua evoluzione della motocicletta, grazie ad aziende di tutto il mondo, sia in Europa che negli USA. Oggi abbiamo raggiunto il livello espresso nella fotografia di Pecco Bagnaia.

La prima motocicletta Ducati
(Fonte: sito Ducati)

Visto che per celebrare la nascita della prima motocicletta a benzina abbiamo usato due fotografie riguardanti altrettante Ducati, spendiamo alcune parole sul debutto dell’azienda bolognese.
La Ducati 60 può essere definita a pieno diritto la prima motocicletta prodotta nella storia della Ducati.
A partire dal Luglio del 1949, la casa di Borgo Panigale commercializzò questa moto. Il motore era fondamentalmente una versione aggiornata, e migliorata, del motore “Cucciolo”, maggiorato a 60 cc, dotato di cambio a tre marce a pedale.
La leggerezza e la versatilità della Ducati 60 resero la moto molto popolare, al punto di venire proposta, per la prima volta, anche ad un pubblico femminile, ed il peso e i consumi davvero ridotti ne permettevano un utilizzo davvero illimitato. La sua leggerezza, inoltre consentiva al proprietario di potere trasportare la Ducati 60 fino dentro alle mura di casa, evitandone così il furto.

Mirco Lazzari, movimento ed emozione

Parla con calma, Mirco lazzari, in maniera consapevole. Capelli lunghi, volto simpatico, pare impossibile che proprio lui possa tradurre in immagini l’adrenalina e l’emozione: eppure, è così. Probabilmente è l’indole a guidarlo, il carattere; crediamo comunque vi sia dell’altro. La sua è una questione di applicazione e studio, anche di sperimentazione assidua. L’istante è la sua vita fotografica, frammentata in granelli significanti, decisivi. Viene quasi la tentazione di richiamare Bresson, che però il momento lo fissava. Mirco non ferma nulla, cerca l’emozione che continua a vivere, più a lungo dello stesso scatto. C’è dell’altro, anche dopo una curva o una caduta, e lui ce lo lascia immaginare, per una visione che continua. Questione di stile, quindi? Forse, no; o non solo. Crediamo che lui non abbia mai cercato un metodo o una scorciatoia, tantomeno un risultato che potesse identificarlo. Mirco è così nella relazione con ciò che vede, con quanto gli capita. Diciamo che ha curato molto la sua formazione, seguendo i consigli di altri e mettendo sempre in atto una profonda autocritica. Il resto è sguardo, studio, curiosità: ore passate davanti a libri fotografici di altri generi; perché la fotografia, quella vera, è una soltanto. E allora, godiamoci le immagini di Mirco Lazzari: strisciate, mossi, fuochi al limite, ci restituiscono il brivido, l’adrenalina, la tensione emotiva che pulsa anche a libro chiuso; perché l’istante è lì, eterno, oltre il battito del secondo, quando il respiro ancora rumoreggia nel petto. Movimento ed emozione: due sole parole, ma è tutto lì. Bene così.

Mirco Lazzari, Note biografiche

Mirco inizia a lavorare nel mondo della fotografia Motorsport all'età di 24 anni come responsabile dell'archivio fotografico di Autosprint avendo così l'opportunità di crescere a fianco dei grandi fotografi del settore dell'epoca.
Dal 2002, pur continuando con le gare di F1 e Mondiale Rally, è entrato nel MotoGP Circus stabilmente, prima seguendo un progetto per Phillip Morris e raccontando, fin dalla loro giovane età, le carriere di piloti come Andrea Dovizioso, Jorge Lorenzo e Marc Marquez: Mirco ha seguito Marc nella sua prima favolosa stagione MotoGP in cui, da rookie, vinse il Mondiale.
Autore di una quarantina di libri fotografici di settore e di numerose mostre, il suo stile fotografico legato alla velocità è diventato la sua firma in tutto il mondo.
Nel 2016 Mirco è stato selezionato da Nikon come uno dei cinque testimonial a livello mondiale della fotocamera professionale Nikon D5.
Le sue immagini sono distribuite nel mondo dall’agenzia Getty Images.

Le fotografie

Ducati Scrambler anni ’70
Pecco Bagnaia su Ducati al Red Bull Ring (Austria), Agosto 2023. Ph. Mirco Lazzari

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