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UN FOTOGRAFO TEDESCO IN ITALIA

Oggi incontreremo un fotografo tedesco venuto in Italia per professione, e non solo (crediamo). Si tratta di Giorgio Sommer, nato il 2 settembre 1834. Non è l’unico. Già raccontando di lui avremo modo di menzionare altri autori dello scatto: Alfredo Noack, Michael Mang, Gustav Reiger, Wilhelm Osvald Ufer, con anche quell’Edmondo Behles suo socio in affari. Che dire? E’ l’Italia a essere stata attrattiva: il nostro paese.

Come scrivevamo a Luglio, nel diciottesimo secolo nacque il Grand Tour, un viaggio in Europa intrapreso dai ricchi dell'aristocrazia per perfezionare la propria conoscenza. Di solito aveva come destinazione principale l'Italia. Il nostro paese ha avuto viaggiatori illustri, tra questi Stendhal, al quale si deve il nome della famosa Sindrome, da lui descritta nel 1817: «Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce (a Firenze), ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere». Anche Goethe venne in Italia, fuggendo da Weimar. Il viaggio sarebbe dovuto durare alcuni mesi, ma alla fine trascorsero quasi due anni. Più che un viaggio in Italia fu una vita in Italia. Ne nacque un diario, pubblicato nel 1829, un libro insolito: una descrizione delle impressioni ricevute dal paese e dalla gente, sommata a riflessioni su arte, cultura e letteratura.

E’ bello osservare le fotografie degli interpreti che abbiamo citato, ma Giorgio Sommer si distingue con un’originalità personale, perché a un certo punto della sua carriera sposta la propria attenzione sulla vita di strada napoletana. Possiamo definirlo uno “Street Photographer” dell’800: non intrusivo, ma efficace. Interessante.

Giorgio Sommer, note biografiche

Giorgio Sommer nasce il 2 settembre 1834 a Francoforte, in Germania. E’ il nono figlio in una famiglia benestante. Il padre gli regala una fotocamera, che rappresenterà l’inizio della sua professione, quando i debiti del genitore, per via del gioco d’azzardo, lo costringeranno a lavorare in giovane età. Giorgio inizia come apprendista, poi apre un suo studio. Era il 1853 e lui aveva solo diciannove anni.

La professione di Sommer funziona bene, con un successo ragguardevole in Germania e anche in Svizzera, dove ritrae le montagne per il governo elvetico. Si reca poi in Italia: prima a Roma poi a Napoli (1856), che diventerà in seguito la sua sede elettiva. Durante il viaggio conosce un collega tedesco, Edmondo Behles, con il quale entra in società. I due si dedicheranno alla ritrattistica, per sette anni.
Nel 1862 Sommer sposta la sua attenzione sulla vita di strada napoletana e nel 1866 il suo socio decide di rimanere a Roma, così il nostro si concentra sulla galleria di Napoli da lui fondata. Durante questo periodo, sviluppa strette amicizie con diversi fotografi tedeschi che lavoravano in Italia, tra cui Alfredo Noack, Michael Mang, Gustav Reiger e Wilhelm Osvald Ufer, con i quali scambia tecniche fotografiche e condivide la passione per l'archeologia. Le aree di competenza di Sommer si allargano fino a includere riproduzioni artistiche, topografia e antiche rovine. Queste attirarono l'attenzione del re Vittorio Emanuele II, che lo proclama subito fotografo reale ufficiale.

Le fotografie di Sommer mettevano insieme creatività e autenticità storica, mentre raccontava le storie classiche di Pompei e del Vesuvio, documentando anche mentre diverse opere d'arte. Dopo diversi cambi di sede, si stabilì definitivamente nel quartiere alla moda di Napoli, in Piazza della Vittoria. La sua collaborazione con l'archeologo Giuseppe Fiorelli generò entrate aggiuntive, dato che i dipendenti fungevano anche da guide turistiche, che facevano pagare gli ingressi nei siti e vendevano fotografie storiche ai turisti.
Le sue fotografie panoramiche richiedevano numerosi negativi su lastra bagnata, che venivano sviluppate sul posto e poi trasferite in studio per la stampa.
Sommer ha vinto numerosi premi in varie mostre a Londra, Norimberga, Parigi e Vienna. Ha scritto anche per il Philadelphia Photographer e ha fornito le illustrazioni per le guide italiane. La sua impareggiabile reputazione professionale portò a numerose commissioni, tra cui il progetto decennale della rete ferroviaria svizzera, che richiedeva diverse panoramiche sulle montagne.

Giorgio Sommer muore a Napoli il 9 agosto 1914.

Le fotografie

Scena di genere, Napoli. Ph. Giorgio Sommer.
Veduta di Napoli. Ph. Giorgio Sommer

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