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FOTOGRAFIA DA LEGGERE …

Il Compleanno di Margherita Buy ci ha indotto a spostare al giorno seguente l’appuntamento con “Fotografia da leggere”. Oggi incontriamo il libro “L’America in automobile”, di Georges Simenon, edito da Adelphi il 28 novembre 2023.
Iniziamo dalla fine. Sì, perché nelle ultime pagine del libro compare un capitolo dal titolo “Album”, con tanto di crediti fotografici. Questo non deve meravigliare. Georges Simenon, oltre ad essere lo straordinario autore che tutti conosciamo, ha scattato più di duemila fotografie durante quei viaggi che lo hanno accompagnato in ogni angolo del pianeta. Le fotografie mettono in luce il desiderio di documentare le molte realtà del mondo, senza artifici, prive dei filtri della retorica, con l’immediatezza di uno sguardo sempre curioso, esaltato dallo strumento. Qui poi, nell’America in automobile, compaiono altri autori; e anche questo non deve stupire. Simenon amava l’arte dello scatto. Lui è stato il primo scrittore a inserire le fotografie nelle copertine dei suoi libri; forse riprendendo questa decisione, Adelphi sta pubblicando la collana di Maigret con immagini d’autore sulla cover. Stiamo parlando di Bresson, Doisneau e altri di pari calibro.

Non vogliamo cadere nella trappola del rapporto tra fotografia e scrittura, ne abbiamo parlato troppe volte; e sarebbe superfluo proprio oggi, perché Simenon, viaggiatore e scrittore instancabile (si dice scrivesse ottanta pagine al giorno ovunque si trovasse), usava la fotografia anche come un blocco d’appunti, per ricordare e annotare ciò che lo meravigliava, in vista di un’eventuale trasposizione nei suoi romanzi. Nelle immagini e nelle parole dello scrittore belga resta la forza di un uomo vitale, energico; che ha saputo mettere in pratica le tante esperienze cercate. In un certo senso ne siamo invidiosi, positivamente è ovvio.

Arrivando al libro di oggi, è diviso in capitoli espliciti, ai quali seguono degli appunti di viaggio. Simenon conosce e apprezza l’America nei dettagli più intimi, quelli delle comunità e dei piccoli centri, dell’ospitalità del sud. Pare nascere in lui una sorta d’orgoglio personale per quella che sarebbe diventata la patria rifugio.
E’ comunque il format a piacerci, quello del reportage letterario. Sempre parlando d’invidia positiva, ci rammarichiamo per i tanti viaggi affrontati senza un blocco d’appunti. Vedremo di rifarci in futuro, per quanto sarà possibile.

L’America in automobile, sinossi

Nell’ottobre del 1945 Georges Simenon sbarca a New York, ansioso di lasciarsi alle spalle le turbolenze degli anni di guerra, le accuse di collaborazionismo e le minacce di epurazione. Con la moglie Tigy e il figlio Marc si stabilisce in Canada, nel Nuovo Brunswick, ma è agli Stati Uniti che guarda. E, per conoscere meglio il paese dove comincerà una nuova vita, parte al volante di una Chevrolet per un viaggio di cinquemila chilometri, che dal Maine lo porterà sino a Sarasota, sul Golfo del Messico. Ad attirarlo, come sempre, non sono le città – anche se confesserà che a New York si sente perfettamente a suo agio –, ma la gente e «i piccoli particolari della quotidianità»: tutto ciò che può offrire ai suoi lettori «un’immagine più intima» degli Stati Uniti. Lui che aveva sempre captato, ovunque nel mondo, un disperato e insoddisfatto bisogno di dignità, finirà per essere conquistato dalla «forte tensione verso l’allegria e la gioia di vivere» che sprigionano le semplici ed essenziali case americane, dalla cordialità (o meglio: la familiarità) che regola i rapporti di lavoro, dalla fiducia in sé stessi che le scuole sanno inculcare negli studenti, dalla squisita cortesia degli abitanti del Sud – che nelle relazioni mettono «quel qualcosa di impercettibile e affascinante» che rende tanto preziosa l’esistenza – e scoprirà che proprio qui, nella sua nuova patria, vige «un tipo di vita che ... tiene conto più di qualsiasi altro della dignità dell’uomo».

Georges Simenon, note biografiche

Georges Simenon è nato a Liegi il 13 febbraio 1903. Nel 1919 iniziò a lavorare come giornalista per un quotidiano di Liegi e dopo il servizio militare pubblicò il suo primo romanzo sotto lo pseudonimo di Georges Sim. Tra il 1921 e il 1934 scrisse quasi 200 romanzi, che pubblicò con più di una dozzina di pseudonimi. Simenon si trasferì a Parigi nel 1924 e nel 1930 iniziò la famosa serie di romanzi polizieschi Maigret, che pubblicò con il proprio nome. Attraverso le dozzine di romanzi in cui appare, così come attraverso molti film e adattamenti televisivi degli stessi, l'ispettore Maigret, della questura di Parigi, è diventato famoso quanto Sherlock Holmes.
Per molti critici, tuttavia, i migliori romanzi di Simenon sono quelli che esulano dalla serie di Maigret. Simenon è soprattutto un narratore; i suoi lettori sono immediatamente presi dal desiderio di sapere "cosa succede dopo" e dall'atmosfera avvincente.
Simenon si ritirò dalla scrittura di narrativa nel 1974, dopo aver prodotto una serie di romanzi, racconti, diari e altre opere. Il premio Nobel André Gide l’ha definito "forse il più grande e genuino romanziere della letteratura francese di oggi".
Georges Simenon è deceduto a Losanna, in Svizzera, nel 1989.

Le fotografie

Lo scrittore belga Georges Simenon cammina, nel 1957, a Milano presso il vicolo dei Lavandai, nella zona di porta Ticinese. L’immagine è tratta da un servizio fotografico di Emilio Ronchini, apparso su Epoca n. 378 del 29 dicembre 1957.
Copertina del libro “L’America in automobile”. Editore: ‎Adelphi (28 novembre 2023).

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