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MARGHERITA BUY, LA SOBRIETA’ DELLA BELLEZZA

Margherita Buy nasce il 15 gennaio 1962 a Roma. Già al liceo sognava di fare l’attrice. Avrà successo, vincendo sette volte il David di Donatello e il Nastro d'Argento.

Lei è un'attrice di gran classe e ha restituito al pubblico la sobrietà della sua bellezza, certamente non ostentata, ma manifestata con timidezza e indecisione, al di là del divismo.
La ricordiamo volentieri nel film “Maledetto il giorno in cui t’ho incontrato”, diretto (e interpretato) da Carlo Verdone. Lei e Carlo recitano i loro ruoli alla pari, senza mai sopravanzare sulla storia con la propria personalità. L’attore romano dimentica anche il proprio passato di comico, e le gag che l’hanno contraddistinto, in una parte molto vicina alla sua esistenza.
I due s’incontrano da un terapeuta: lei ne è innamorata, mentre lui cerca nello psichiatra una soluzione alla delusione amorosa che sta vivendo. Da quel momento s’intreccerà una trama fatta d’incertezze e aspirazioni, dialogata a voce alta, in coppia, l’uno di fronte all’altra. I due viaggeranno tra Roma, Milano, Londra e la Cornovaglia. Già, perché “Billa” (Margherita nel film) avrebbe voluto sfondare come attrice, mentre lui (Bernardo), appassionato di musica, era alla ricerca della vera storia di Jimi Hendrix. In mezzo s’incontra un largo uso di psicofarmaci, venerati da entrambi, che quasi diventano il simbolo dell’intero film. Tutto finirà bene, pur tra mille equivoci, con un taxi (questa la scena finale d’altri tempi) che li accompagnerà alla vita vera.

Il film, pur dopo trentuno anni, manifesta la sua modernità. In discussione c’è l’amore, il rapporto di coppia, l’insicurezza maschile, l’incertezza nei sentimenti; il tutto condito dall’esagerazione delle aspirazioni, troppo grandi sia per “Billa” che per Bernardo. Anche la sceneggiatura risponde alle attese: nei luoghi e con i dettagli. La Vespa che gira per Milano, l’iconica chitarra di Hendrix, i dialoghi imbastiti nelle dimore dei due protagonisti, rafforzano le atmosfere. Entrambi, lui e lei, non comprendono di volersi bene, un po’ come accade oggi, dove gli impeti vengono soffocati dalle incertezze della vita e trasportati su altri lidi, in un ambito dove pare più giustificato difendersi e non agire.

Margherita Buy, note biografiche

Dopo un lungo periodo di studio all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica, inizia la sua carriera fra teatro, cinema, in cui ottiene il maggior riconoscimento di critica e pubblico, e le fiction televisive come "Incompreso" del 2002 e "Amiche mie" del 2008. Durante gli anni dell'Accademia conosce Sergio Rubini, che diventerà il regista in alcuni suoi film e suo marito fino al 1993.
La svolta nella sua vita artistica arriverà con “Una grande storia d'amore” (1986) di Duccio Tessari, seguito dai ruoli nei due progetti di Daniele Luchetti “Domani accadrà” (1988) e “La settimana della Sfinge” (1990). Per quest'ultimo, ha vinto il premio per la migliore interpretazione di un'attrice in un ruolo da protagonista al Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián in Spagna. In seguito, recita in “La stazione”, di Sergio Rubini; per il quale vince il suo primo David di Donatello e il Nastro d'Argento come migliore attrice protagonista, nel 1990. Dopo, arriverà il successo con “Maledetto il giorno che t'ho incontrato” (1992), per la regia di Carlo Verdone, in cui scopre di essere anche una fantastica attrice comica, interpretando un personaggio che deve trovare spazio fra le sue nevrosi.
Ha collaborato nuovamente con il regista Daniele Luchetti per “Arriva la bufera” (1992), recitando in seguito per Mario Monicelli in “Facciamo paradiso” (1995) e Pasquale Pozzessere in “Testimone a rischio” (1996).
Nel 1994 viene diretta da Sergio Rubini nel film “Prestazione straordinaria”. Ha inoltre stretto un sodalizio con il regista italiano Giuseppe Piccioni, che l'ha diretta in quattro film, i più importanti sono: “Cuori al verde” (1996) e “Fuori dal mondo” (1999), che è valso a Margherita il suo secondo David di Donatello.

Nel terzo millennio Margherita Buy è diventata una delle attrici più apprezzate del cinema europeo. “Le fate ignoranti” di Ferzan Özpetek (2001) le è valso un Nastro d'Argento, mentre il film “Il più bel giorno della mia vita” di Cristina Comencini (2002) l’ha vista vincere lo stesso premio, questa volta come miglior attrice non protagonista. Con “Caterina va in città” di Paolo Virzì (2003) ha vinto per la terza volta David e Nastro d'Argento come migliore attrice non protagonista. Il quarto David di Donatello arriverà per il suo lavoro nel “Manuale d'amore” di Giovanni Veronesi (2005).
La sua interpretazione ne “I giorni dell'abbandono” di Roberto Faenza (2005) le è valso il premio speciale della giuria al Globo d'Oro per la migliore interpretazione di un'attrice in un film drammatico. “Il caimano” di Nanni Moretti, presentato al Festival di Cannes 2006, le ha fatto conseguire il premio Ciak d'oro 2006 come migliore attrice protagonista.
Nell'ottobre 2006 è la protagonista del film “La sconosciuta” di Giuseppe Tornatore e, a dicembre, di Commediasexy di Alessandro D'Alatri.
Nel 2021 torna al cinema con il film "Tre piani", di (e con) Nanni Moretti, col quale collaborerà nel 2023 in “Il sol dell'avvenire”.

Il fotografo Matteo Chinellato, note biografiche

Matteo Chinellato nasce a Venezia il 24 luglio 1974. La sua passione per la fotografia prende vita attraverso il padre, restauratore d'arte, per il quale usa macchine fotografiche analogiche, documentando i restauri su dipinti e altri oggetti artistici che arrivano presso il laboratorio. A circa 10 anni riceve in regalo una Mupi M6, con la quale inizia a scattare le prime fotografie. Verso il 1985, con la visita di Papa Giovanni Paolo II a Venezia, usa per la prima volta una Pentax MX con zoom e produce i primi lavori di "cronaca". Da quel momento la passione per la fotografia sarà totale.
Dopo essersi diplomato come Maestro d'Arte d'Oreficeria presso l'Istituto d'Arte di Venezia, s’iscrive all'Università in Beni Culturali, ma dopo soli due anni abbandona gli studi a causa del servizio di leva. In questi due anni di Università incontrerà un personaggio chiave della fotografia, quel prof. Italo Zannier che gli farà conoscere la Storia della Fotografia. Con lui imbastisce una solida amicizia.
Verso il 1997 inizia ad aiutare i suoi genitori fotografando quelle opere che arrivano continuamente presso il laboratorio di restauro, come documentazione fotografica del proseguimento dei lavori. Sarà anche il fotografo ufficiale durante l'allestimento delle mostre presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia.
Nel 2009 passa dalla fotografia amatoriale a quella professionale, specializzandosi in micro-macro fotografia mineralogica-gemmologica, natura, aeronautica, cinema e cronaca. Accreditato a diversi eventi importanti di Venezia (Mostre del Cinema, America's Cup, Visita Pontificia etc.) diventa collaboratore di Getty Images, CorbisImages e PhotoShot, oltre che di varie testate come il Corriere della Sera - Veneto.
Nel 2014, con la collaborazione del prof. Zannier, espone la prima personale dedicata a Venezia, con un ottimo successo di pubblico. Diverse sue fotografie si trovano nelle collezioni private di vari famosi fotografi italiani. Nel settembre 2014 ha esposto la sua seconda personale dedicata alla Mostra del Cinema di Venezia e nel novembre 2014 una terza dedicata alla Grande Guerra.

www.chinellatophoto.it

Le fotografie

Margherita Buy, Festival del Cinema di Venezia 2016. Ph. Matteo Chinellato.
Margherita Buy, Festival del Cinema di Venezia 2019. Ph. Matteo Chinellato.

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