UMBO, RIVOLUZIONE E POESIA
Umbo (nato il 18 gennaio 1902) aveva una mentalità rivoluzionaria, che manifestava anche nella vita. A Berlino, i primi anni, passava la notte nei parchi e sugli autobus, facendo lavori saltuari come operaio, imbianchino, fattorino e persino clown. Nel 1926, quando il suo amico del Bauhaus, Paul Citroen, gli mise tra le mani una macchina fotografica, Umbo scoprì il mezzo col quale poteva esprimere la propria creatività. Ha iniziato a sperimentare con la fotografia. I volti dell'ambiente bohémien di attori e artisti di Berlino, così come le scene della vita cittadina, divennero il suo soggetto principale e gli valsero rapidamente la reputazione di uno dei più importanti fotografi dell'avanguardia degli anni '20.
Lui rappresentava "tutto ciò che è nuovo" ed esercitò un’influenza importante sul movimento artistico del Neues Sehen (Nuova Visione), i cui principi erano direttamente legati al Bauhaus. Il Neues Sehen identificava la fotocamera come un secondo occhio per guardare il mondo, con angoli di ripresa alti e bassi, in un contrasto di forma e luce. Umbo ha cercato di ritrarre la vita come si presentava naturalmente, catturando l’espressione naturale di persone e luoghi.
Umbo era una persona molto malinconica e sensibile, che lottava con il senso di solitudine, una componente del suo carattere che esprimeva nella fotografia con il suo stile poetico e sensibile. Allo stesso tempo, era uno spirito libero, pieno di eccentricità, alle prese con le luci e ombre della sua vita come faceva nelle fotografie. Alla stregua di molti grandi artisti nel corso dei secoli, Umbo era spesso tormentato dai dubbi su se stesso. Mente brillante, ha lottato per affermarsi, anche se oggi rimane solo una piccola firma, appena scarabocchiata, nell'angolo delle sue fotografie.
Otto Maximilian Umbehr, note biografiche
Otto Maximilian Umbehr, noto anche come Umbo, nasce il 18 gennaio 1902 a Duesseldorf. Arriva al Bauhaus di Weimar nell'autunno del 1921 con l'intenzione di diventare pittore. Qui frequenta il corso preparatorio di Johannes Itten. L’influenza di Itten su Umbo si estende oltre l’estetica e lo mette anche in contatto con il culto Mazdaznan, una dottrina religioso-ideologica dello sviluppo fisico, che prometteva tra l'altro la redenzione spirituale. Come la sua guida spirituale, anche Umbo nel 1923 litiga con il direttore del Bauhaus, Walter Gropius, e viene espulso dalla scuola a causa di una lettera ironica e di altre scorrettezze.
Umbo trascorre i successivi tre anni da emarginato, vivendo al di sotto del minimo di sussistenza tra gli artisti bohémien di Berlino – un periodo che raggiunge il suo punto più basso nel 1926 con il declino del Romanisches Café, un luogo di incontro dell'intellighenzia, dove si riunivano i principali scrittori, pittori, attori, registi, giornalisti e critici dell'epoca. Paul Citroen, un amico dei tempi del Bauhaus, si prodigò per aiutare Umbo e gli regala la sua prima macchina fotografica.
Insieme, i due hanno iniziato a sperimentare i ritratto e Umbo scopre la fotografia come mezzo artistico. Ben presto inizia a sviluppare una propria estetica. Le immagini innovative di Umbo gli valgono presto la reputazione di fotografo d'avanguardia. Nel 1928 diventa uno dei principali fotografi della Deutscher Fotodienst (Dephot), la principale agenzia fotografica dell'era di Weimar. Qui si afferma anche come “pioniere del moderno reportage fotografico”, Nel 1928, Umbo viene brevemente considerato insegnante del nuovo corso di fotografia; l'incarico va a Walter Peterhans e Umbehr diventa invece insegnante specializzato in fotografia presso la Moderne Kunstschule di Johannes Itten a Berlino.
Dopo l’avvento al potere dei nazionalsocialisti, Umbo rimane in Germania a lavorare come fotoreporter, ma le foto che scatta sono artisticamente irrilevanti. Durante la seconda guerra mondiale lavora come reporter di guerra per la rivista fotografica "Signal", distribuita fuori dalla Germania e promossa dal capo del dipartimento di propaganda della Wehrmacht tedesca. In seguito diventa autista. Nel 1943 l’intero archivio di Umbo, composto da 50.000-60.000 negativi e fotografie, viene completamente distrutto in un raid aereo su Berlino; la maggior parte del lavoro della sua vita è quindi irrimediabilmente perduto.
Negli anni immediatamente successivi alla guerra, Umbo tenta di riprendere il suo lavoro a Hannover e fotografa il ritorno dei soldati tedeschi e la vita quotidiana nella Germania del dopoguerra per “Der Spiegel” e altri, ma senza successo. A metà degli anni '50 termina del tutto il suo il suo impegno in fotografia e lavora come fattorino d'ufficio, magazziniere, imballatore e custode di contanti presso la Kestnergesellschaft di Hannover. Alla fine degli anni ’70, nel corso della rivalutazione della fotografia come forma d’arte, anche gallerie, storici dell’arte e collezionisti s’interessarono al lavoro di Umbo. La tardiva fama portata da questa riscoperta si tradusse in mostre e vendite e quindi anche in alcuni anni di maggiore sicurezza finanziaria.
Otto Umbehr morì il 13 maggio 1980 a Hannover.
(Fonte: https://bauhauskooperation.com)
Le fotografie
Umbo, autoritratto con Leica, 1952
Umbo, Senza titolo (Pantofole), 1928/29.