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NASCE ÉDOUARD MANET

Il 23 gennaio 1832 nasce Édouard Manet. Abbiamo già incontrato il pittore francese il 2 maggio 2022, quando ricordavamo l’inaugurazione de “Le Folies Bergère”, il music hall in rue Richer 32, simbolo della Belle Époque. Édouard Manet scelse questo locale per dipingere tra il 1881 e il 1882 “Il bar delle Folies Bergère”.

La Belle Époque fu un periodo di grande creatività e quella Parigi venne riconosciuta come il “luogo dove tutto era possibile”, dove si aveva la possibilità di esprimersi con forme e linguaggi innovativi. L’epoca bella per eccellenza continua a vivere nella metropoli francese: basta saperla cogliere, come ha fatto il protagonista del film di Woody Allen Midnight in Paris, che si trovava sospeso tra presente e passato, tra sogno e realtà alla ricerca della propria Bèlle Epoque.

“Il bar delle Folies-Bergère” è considerato l'ultimo grande dipinto di Édouard Manet: presentato al Salon del 1882, appena un anno prima della morte dell'artista.
Il rapporto di Manet con il Salon (la mostra d'arte ufficiale dell'Accademia di Francia) era stato turbolento fin dall'inizio. Nel 1863 la giuria ne respinse due terzi delle opere presentate, tra cui “Il pranzo sull'erba”. Questa decisione ha generato il Salon des Refusés, ovvero la "mostra degli scarti", dove l'accostamento di donne nude e uomini completamente vestiti sul dipinto ha suscitato polemiche. Manet continuò a presentare lì i suoi dipinti, desiderando essere acclamato come pittore in modo tradizionale, contrariamente agli impressionisti che rinunciarono del tutto a quell’ambiente. Due anni dopo espose Olympia, un dipinto che suscitò tanto clamore che dovette essere appeso a una grande altezza per evitare atti vandalici. Così, arriviamo ora al 1882, al Bar delle Folies-Bergère e al suo soggetto provocatorio.

Il dipinto mostra uno dei bar e la sua barista. La modella è Suzon, una delle ragazze che lavoravano nel club. Manet introduce un soggetto della vita quotidiana, al limite del decoro, nel Salon, collocando la barista comune tra le Veneri e altre figure mitologiche. Forse l'elemento più sconcertante sulla tela è l'espressione illeggibile sul viso della ragazza. Alcuni pensavano sembrasse annoiata, altri solo stanca per il lungo turno al bar, mentre altri ancora credevano che non mostrasse alcuna emozione. Può essere tutto vero o niente affatto, ma lei sembra certamente distante e distaccata.

Édouard Manet, note biografiche

Édouard Manet nasce a Parigi il 23 gennaio 1832 da una famiglia dell'alta borghesia. Suo padre l’esortò a studiare legge, ma lui rifiutò. Tentò di entrare in marina, ma fallì due volte l'esame di ammissione alla Scuola Navale nel 1848 e nel 1849.

Nel 1850 entrò nella bottega di Thomas Couture (1818-1879), pittore del movimento accademico francese e grande maestro dell'epoca. Manet rimase lì per sei anni e apprese le tecniche pittoriche, perfezionando le proprie abilità copiando i capolavori esposti al Louvre. Conobbe anche Eugène Delacroix (1798-1863) dal quale ottenne l'autorizzazione a copiare Dante e Virgilio negli Inferi, esposti al Museo del Lussemburgo. Durante la sua formazione, Manet viaggiò in diversi paesi europei, in particolare in Italia e nei Paesi Bassi.

La vita privata di Manet è segnata dalla presenza di Suzanne Leenhoff (1830-1906), olandese, che era stata assunta nel 1850 dal padre di Édouard come insegnante di pianoforte per i suoi figli. Suzanne diede alla luce un maschio, Léon Leenhoff, nel 1852. Dato il silenzio che regnava nelle famiglie borghesi dell'epoca di fronte a questo tipo di eventi, è impossibile avere alcuna certezza sulla paternità, ma alcuni autori ritengono che Édouard Manet sia il padre del bambino. In seguito, Suzanne iniziò a vivere con il pittore e lui finì per sposarla nel 1863, dopo la morte di suo padre.
Manet crescerà Léon Leenhoff come fosse suo figlio. Suzanne sarà anche la modella di Manet per la realizzazione di diversi dipinti.

Nel 1856, Manet apre un primo laboratorio in rue Lavoisier a Parigi, ma accadde un fattaccio: un adolescente che era stato assunto come assistente e utilizzato come modello (Il bambino con le ciliegie, 1858) si suicida nel laboratorio. Dopo questa tragedia, Manet, molto colpito, si trasferisce in rue de Douai.

Negli anni '60 dell'Ottocento, Édouard Manet creò numerosi dipinti ispirati alla Spagna. La pittura spagnola, e in particolare quella di Diego Velázquez, lo affascinava. Un viaggio in Spagna nel 1865 gli permise di accumulare numerosi disegni di scene locali. Il tema della corrida ritorna più volte nella sua pittura.
I piaceri degli incontri borghesi costituiscono un altro tema. Proveniente dall'alta borghesia, Manet mantenne lo stile di vita della sua classe sociale. Gli eventi mondani lo attiravano e, d'estate, si recava ogni giorno al giardino delle Tuileries, frequentato da molte persone che conosceva: Baudelaire, il suo amico Antonin Proust, il suo compagno di bottega Albert de Balleroy e molti altri. Frequentava anche il caffè Tortoni, Boulevard des Italians, un locale alla moda dove si incontrano intellettuali, artisti, politici.

L'intrattenimento parigino l’ispirò nel 1862 in La Musique aux Tuileries, un dipinto impressionista. Lo stesso anno realizza Colazione sull'erba. Il dipinto di Manet suscitò scandalo, che fu ancora maggiore quando Olympia (1863) fu resa pubblica. La modella utilizzata per la donna che appare in questi due famosi dipinti è Victorine Meurent (1844-1927), una pittrice che Manet aveva conosciuto nello studio di Thomas Couture e che gli fece da modella dal 1862 al 1873.

La continua incomprensione da parte degli ambienti ufficiali portò Manet a organizzare la propria mostra nel 1867. In occasione dell'Esposizione Universale che si svolgeva a Parigi dal 1 aprile al 3 novembre, Manet colse l'occasione per far costruire a proprie spese un padiglione vicino al Pont de l'Alma ed esporvi una cinquantina di dipinti, ma il pubblico si disinteressò.

Rifiutato dalla giuria dell'Accademia e incompreso dagli amanti dell'arte, Manet si avvicinò ai giovani pittori innovativi che s’incontravano al Café Guerbois, rue des Batignolles. Molti di loro sarebbero diventati i più grandi pittori impressionisti: Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas, Paul Cézanne, Alfred Sisley, Camille Pissarro. Manet, più antico degli impressionisti, ad eccezione di Camille Pissarro, fu rispettato da questi e divenne una delle loro ispirazioni. Nel 1868, Fantin-Latour lo presenta a Berthe Morisot che sarà per un certo periodo la sua modella e allieva e diventerà una delle grandi figure dell'impressionismo. Berthe Morisot sposò il fratello di Manet, Eugène, nel 1874. Nello stesso anno si tenne a Parigi la prima mostra impressionista.
Manet rifiutò di partecipare ma mantenne rapporti amichevoli con il leader del gruppo impressionista, Claude Monet. A volte l’ha aiutato quando si trovava ad affrontare difficoltà finanziarie, acquistando i suoi quadri.

La pittura di Édouard Manet si affermò negli ambienti ufficiali tardivamente. La diversità della sua opera, la sua rara capacità di utilizzare diversi stili, il sostegno di grandi scrittori come Émile Zola e quello del suo incrollabile amico Antonin Proust contribuiranno al riconoscimento ufficiale. Nel 1868 fu insignito della Legion d'Onore da Antonin Proust, che divenne ministro delle Belle Arti.

Dal 1880 la salute di Manet peggiora. Affetto da sifilide, si manifestarono numerose complicazioni e dovette farsi amputare una gamba nel 1883. Morì di cancrena poco dopo quest’amputazione, il 30 aprile 1883. Fu sepolto nel cimitero di Passy.

Felix Nadar, il fotografo

Gaspard Félix Tournachon, detto Nadar, nasce a Parigi il 6 aprile 1820 da una famiglia di tipografi e librai di Lione. Alla morte del padre, abbandonò gli studi di medicina e divenne giornalista, disegnatore e caricaturista. Sogna, tra gli altri progetti, di costituire il “Panthéon Nadar” attraverso una serie di caricature per le quali inizia a usare la fotografia. Il Pantheon riunisce 300 grandi uomini del tempo dei 1.000 previsti. Doveva essere pubblicato su quattro fogli litografici.

Nadar frequenta i "bohémien" parigini del tempo. I suoi amici lo chiamano Tournadar perché aggiungeva la desinenza "dar" alla fine di ogni parola. Da questo soprannome prenderà vita il suo pseudonimo Nadar.

La fotografia esisteva solo da 15 anni, ma Felix si stabilisce nel 1854 al 113 di rue Saint-Lazare a Parigi in uno studio estremamente lussuoso, poi nel 1860 al 35 di boulevard des Capucines. In entrambi ricevette molte personalità di spicco: politici, attori (Sarah Bernhardt), scrittori (Hugo, Baudelaire, Dumas), pittori (Corot, Delacroix, Millet), musicisti (Liszt, Rossini, Offenbach, Berlioz), uomini di scienza e tanti altri.

Felix fotografa in semplicità, senza accessori inutili, alla luce naturale delle alte finestre spesso riflessa su grandi pannelli mobili. Le pose molto classiche valgono soprattutto per la grande qualità nella scelta delle espressioni che rivelano perfettamente la personalità dei suoi soggetti e dimostrano come Nadar fosse un fine conoscitore dei suoi contemporanei, riuscendo a creare con loro ana grande complicità. In questo periodo, nel quale il ritratto viene industrializzato, Nadar elimina gli accessori pittorici, le decorazioni convenzionali e rifiuta il ritocco, a favore della "vera espressione e di quel momento di comprensione che ti mette a contatto con il soggetto, che ti guida alle sue idee e al suo carattere”.

Ma dal 1860, a causa della forte concorrenza, accetta compromessi commerciali, realizza ritratti su “carte de visite” (piccoli formati e molto economici inventati da Disdéri), accontentandosi di dirigere gli scatti e di ricevere il suo mondo. L'estetica e la forza delle sue immagini finirono per dissolversi e nel 1886 vendette la sua attività al figlio Paul (1856-1939), che continuò l'opera del padre senza genialità.

Allo stesso tempo, continua a scrivere, disegnare, inventare. Nadar, appassionato di aerostazione, brevettò la sua idea di fotografare la terra vista dal cielo nel 1858. Utilizzando un pallone legato a ottanta metri da terra, realizzò le sue prime vedute di Petit-Bicêtre vicino a Parigi. Costruì quindi il “Gigante”, che poteva ospitare ottantacinque persone, ma fu un fallimento tecnico e commerciale, col quale Nadar dissipò gran parte della sua fortuna.
L'avventura aerea di Nadar ispirerà Jules Verne per il suo romanzo, “Cinque settimane in mongolfiera”, pubblicato nel 1862, e diede il nome di Michel Ardan (anagramma di Nadar) al suo eroe.

Amico di molti artisti del suo tempo, il 15 del 1874 prestò o il suo studio in Boulevard des Capucines per la prima mostra di pittori impressionisti, alcuni dei quali destinati a divenire celeberrimi, come Claude Monet, Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir.
Rovinato e malato, nel 1887 si ritirò in campagna con la moglie. Per l'Esposizione Universale del 1900, Paul organizza una retrospettiva dell'opera del padre e sarà un trionfo.

Tornò a Parigi nel 1904 e si dedicò alla scrittura delle sue memorie. La scrittura l’occupò per tutta la vita e pubblicò più di una dozzina di libri: romanzi, ricordi, cronache, il più famoso dei quali è “Quando ero un fotografo” pubblicato nel 1900. Il volume, molto interessante, è acquistabile oggi, pubblicato da Abscondita il 6 luglio 2010.

Felix Nadar morì a Parigi di broncopolmonite il 20 marzo 1910.

La sua fama, il suo successo, il suo posto nel mondo hanno eclissato molti dei suoi contemporanei il cui lavoro è altrettanto importante, ma che non seppero mettersi in mostra come lui. Tra questi, vanno ricordati i nomi di Pierre Petit, Antony Samuel, Meyer e Pierson, Adam Salomon e soprattutto quello di Étienne Carjat, giornalista e caricaturista anche lui, i cui ritratti sono potenti almeno quanto quelli di Nadar. Di lui abbiamo parlato il 20 ottobre 2021, riferendoci tra l’altro al magistrale ritratto di Baudelaire e quello, divenuto un classico, di Gioacchino Rossini.

Chi scrive (e non solo lui) considera Nadar uno dei quattro grandi ritrattisti fotografici della storia.

Le fotografie

Olympia, tela di Édouard Manet (1863)
Édouard Manet ritratto da Felix Nadar (1874)

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