Skip to main content

FOTOGRAFIA DA LEGGERE …

Consueto appuntamento del lunedì con “Fotografia da leggere”, anche se oggi sarebbe meglio parlare di “Fotografo da leggere”. Già, perché il volume del quale abbiamo voltato l’ultima pagina porta la firma di Gianni Pezzani: per noi fotografo, anche se poi è stato molto di più. Si tratta di “Inclassificabile”, Nuova Editrice Berti (2023), scoperto durante un girovagare presso la libreria Hoepli, nella sezione dedicata alla fotografia. Non potevamo esimerci dall’acquisto, reso urgente dalla curiosità e dal fatto che avevamo conosciuto Gianni Pezzani nel 2016, per l’intervista su Image Mag.

Iniziamo da una citazione dell’autore, della quale non specifica la fonte (pagina 85): «Il critico di mestiere vuole sempre apparire intelligente. Cerca concetti raffinati che volutamente combacino all’immagine dell’opera d’arte, sviluppa frasi composte ricucite con la grande presunzione di aver compreso e di far comprendere». Non vogliamo cadere nell’errore paventato dalle righe precedenti, così evitiamo il vespaio del fotografo scrittore. Piuttosto ci piace esprimere i rimpianti nati dalla lettura del libro. Gianni Pezzani ha condotto un’esistenza straordinaria, frutto della sua cultura e anche della capacità di guardare oltre, al di là dei confini confortevoli. Sarebbe stato bello conoscerlo a fondo, indagando sui suoi soggiorni in Giappone e anche altrove. Ovunque ha riscosso successi, anche come creatore di moda (non interpretandola solamente, quindi).

Il libro, autobiografico, ha un respiro narrativo forte; come ci piace dire: galleggia. Anche i personaggi (tanti) sono tratteggiati con cura, ambientati a dovere. Sono poi straordinari i riferimenti linguistici. Il rimpianto però diventa anche personale: una vita può essere salvata anche con le parole scritte, in un quadro che diventa un’immensa fotografia. S’incontrano tante storie, che meritano un tratteggio per renderle più fruibili dalla memoria. Gianni Pezzani l’ha fatto.

Circa le fotografie, oltre alla copertina del libro abbiamo inserito un’immagine che il fotografo ci aveva concesso per l’intervista nel 2016, facente parte della serie “Milano notte”.

Inclassificabile, sinossi del libro

La famiglia e l’infanzia contadina, gli aneddoti molto alcolici della Milano da bere, un po’ di Giappone, molti luoghi e sapori lontani, i ritratti fulminanti di amici e comparse: ecco di cosa si compone il libro. A volte amaro, più spesso ironico, e sempre politicamente scorretto, Gianni Pezzani, da buon fotografo, sceglie l’inquadratura migliore e fissa sulla pagina i ricordi di una vita. La passione per la chimica, la botanica, la moda fanno da sfondo a questa raccolta di scritti che si snoda come una lunga narrazione di viaggio, un percorso. Dall’infanzia nelle campagne del parmense alle esperienze da fotografo di moda a Tokyo e Milano, dove le presenze umane di volta in volta si fanno ritratti, camei, ombre sfuggenti. Una scrittura che interpreta le trasformazioni del mondo, che insegue i ricordi, che guarda a quel che è stato e a quel che resta, senza rimpianti. Uno di questi racconti è uscito sull’ultimo numero di Quattro.

Scrivevamo di lui (Image Mag n°2, anno 2016)

L’incontro con Gianni Pezzani è cordiale e diretto. Abbiamo l’impressione che abbia voglia di parlare con noi, di fotografia e della sua vita: due elementi che sono difficili da separare nello scorrere del racconto che lo riguarda. Laureato in Agraria, inizia a fotografare da giovanissimo. Ci dice di amare la stampa, a livello maniacale; e noi crediamo che questo rappresenti un sintomo e non soltanto un’esigenza primaria. Sì perché lui ama sperimentare e affidare i suoi sforzi a dei progetti a lunghissimo termine, messi in un cassetto e alimentati pian piano, in rapporto ai risultati. La stampa, forse, sottolinea un elemento terminale: suggerisce che un processo è terminato o che, quantomeno, le cose stanno andando per il giusto verso.
È anche il fattore tempo a emergere nei lavori di Gianni. “Senza ricordi non si è vissuto”, ci dice; ma la ricerca del nostro va oltre la memoria, trasformando quel preciso istante in una connotazione in più. I suoi lavori sono storie affidate a chi guarda, dove il tempo diventa una dimensione aggiuntiva assolutamente facilitante. Non è quindi il fotografo a utilizzarla direttamente; piuttosto si tratta di una chiave di lettura affidata allo spettatore, comunque sempre presente nei lavori che abbiamo visto, persino nei più semplici.
Cosa ancora su Gianni Pezzani? Gli abbiamo riconosciuto una sensibilità infinita. Lui ama la notte, camminandoci dentro. Del resto, la fotografia la sente dentro di sé, vivendola come sentimento. La sperimentazione nasce anche da lì, come confronto con lo strumento: una messa in discussione che fu dei grandi. Gianni Pezzani è tra questi.

Gianni Pezzani, note biografiche

Gianni Pezzani è nato il 18 giugno 1951 a Colorno, comune in Provincia di Parma. Ha frequentato l’Università degli Studi di Firenze dove nel 1979 si è laureato in Scienze Agrarie. La buona conoscenza della chimica, acquisita durante gli studi universitari, gli consente di affrontare la ricerca sui viraggi fotografici a cui, sul finire degli anni ’70, inizia ad interessarsi. Questo percorso lo porta ad essere uno dei primi fotografi in Italia ad approfondire lo studio sul colore affrancandosi dal predominio del bianco e nero.
La ricerca sui viraggi gli permette, nel 1981, di essere selezionato dalle edizioni Time Life tra i sei più importanti fotografi emergenti dell’anno e di vedere la pubblicazione del suo portfolio nell’annuario Photography Year.

Dal 1981 inizia a lavorare per le edizioni Condé Nast, collaborazione che continua tutt’oggi. Allo studio in campo professionale sulla fotografia di moda, continua una ricerca che lo conduce nel 1982 a realizzare una serie di fotografie durante un viaggio negli Stati Uniti d’America in compagnia di Franco Fontana, che lo vedranno protagonista di una mostra alla Galleria Civica di Modena nel 1984. Stesso anno in cui partecipa a una mostra itinerante sulla fotografia italiana presso le più importanti gallerie della Cina.

Il 1984 è un anno fondamentale soprattutto per la decisione di trasferirsi in Giappone dove collabora con Mamiya Camera ed inizia a disegnare capi d’abbigliamento, proponendo al mercato giapponese una propria etichetta che faceva dell’invenzione di ironici personaggi il proprio marchio di fabbrica.

Tra il 1984 e il 1993 si sposterà tra Tokyo, Bali e la Nuova Zelanda continuando ad utilizzare la macchina fotografica in ricerche che, pur importanti per tracciare una storia completa della fotografia degli anni ’80, rimarranno celate alla critica.

Nel 1993 torna in Italia e vive tra Milano e Torrechiara. I rapporti con le riviste di moda e design si intensificano come anche le mostre personali o collettive che lo vedono protagonista.
A partire dal 2008 inizia una nuova un’importante ricerca, “Milano Notte”: scatti in cui la città lombarda viene ripresa nella sua solitudine notturna, momento in cui le automobili parcheggiate diventano l’unico arredo urbano. Operazione che, a cavallo tra il gennaio del 2010 e il dicembre del 2011, condurrà anche nella città di Tokyo. Un progetto che, iniziato nel 2010, è tutt’ora in fase di sviluppo è “Mouche à lire”: pagine di libri accuratamente selezionate su cui lascia posare una mosca, immortalando il dittero sulla pagina scritta, a testimoniare una lunga dedizione e passione alla lettura.
Una delle ultime ricerche è “Magnetica”: un progetto che consiste nell’appoggiare su un magnete, che ruota a velocità costante, prismi di carta colorata o piccoli oggetti in vetro e plastica, che, grazie ai lunghi tempi di esposizione del mezzo fotografico, restituiscono l’illusione di forme tridimensionali.

Le fotografie

Milano, piazza San Carlo. Ph. Gianni Pezzani da “Milano notte”.
Copertina del libro “Inclassificabile”, di Gianni Pezzani. Nuova Editrice Berti (2023).

Like what you see?

Hit the buttons below to follow us, you won't regret it...