Skip to main content

FOTOGRAFIA DA LEGGERE …

Consueto appuntamento del lunedì con “Fotografia da Leggere”. Oggi incontriamo ancora Roberto Mutti, che ci regala un’altra sorpresa delle sue: “Le fotografie di autore non identificato”, Silvana Editoriale.

Alla prima pagina troviamo un aforismo interessante: «La fotografia è un mistero attorno a un segreto. Quanto più ti dice, quanto meno ne sai». E in affetti, l’autore ci introduce in una selva oscura dantesca, dentro la quale non ci eravamo mai inoltrati: quella delle fotografie d’autore sconosciuto. Mutti preferisce non utilizzare l’aggettivo “anonime” in relazione alle immagine che non portano una firma, perché uno scattante comunque è esistito: ha guardato, scelto, deciso, raccontando se stesso e interpretando il senso del suo sguardo. La domanda che propone in seguito apre uno scenario immenso: è importante cercare di individuarlo o è meglio considerare queste immagini come frutto di una visione collettiva che tutti ci coinvolge? Già, nella realtà gli “anonimi” siamo noi; e allora: preferiamo venire ricordati come autori o desideriamo che il contenuto della nostra fotografia sopravviva a noi stessi?. Certo, bello sarebbe che accadessero entrambe le eventualità, anche se (parere personale) il salvataggio del tempo ottenuto con lo scatto dovrebbe prevalere nei desideri già espressi con la scelta del soggetto e dell’istante significante.

Leggere il libro è stato piacevole, molto. Nei vari capitoli, il volume diventa quasi un manuale del collezionista. Leggiamo, a pagina 41: «La ricerca delle fotografie che si stanno considerando implica che chi lo fa assuma un atteggiamento di grande consapevolezza; questo sempre che non voglia limitarsi a una “raccolta di figurine”». E poi, ancora: «Per un’autentica comprensione bisogna essere capaci di maneggiare gli strumenti dell’economia e della sociologia, studiare l’evoluzione della tecnica e dell’agricoltura, tenere conto della distribuzione della ricchezza come del ruolo della sanità». Insomma, occorre analizzare la vita che si dipana di fronte ai nostri occhi: l’autore non identificato diventa così più vicino e non è importante (forse) conoscerne il nome.

La fotografia di autore non identificato, sinossi

Si trovano nelle bancarelle, riemergono dai cassetti e dalle scatole di latta dove erano state dimenticate e sono oggetto di un nuovo tipo di collezionismo – come quello di cui Alidem è protagonista – perché il passaggio dall’indifferenza all’interesse per loro è relativamente recente. Sono le fotografie che i francesi chiamano trouvées e gli italiani anonime, perché di chi le ha realizzate non c’è traccia. In questo saggio, che vuol essere un’analisi di ampio respiro su questo fenomeno, per definirle si propone di usare il termine più appropriato di “fotografie di autore non identificato”, perché qualcuno dietro la fotocamera c’è pur stato: e chissà se è importante cercare di individuarlo o è meglio considerare queste immagini come frutto di una visione collettiva che tutti ci coinvolge.

Roberto Mutti, l’autore

Roberto Mutti è giornalista, critico, docente di fotografia presso l’Accademia del Teatro alla Scala e l’Istituto Italiano di Fotografia, curatore di mostre di giovani promettenti e autori affermati. Da molti anni scrive di fotografia sulle pagine milanesi del quotidiano la Repubblica e ha collaborato con diverse riviste di settore dirigendo la 1998 al 2005 Immagini Foto Pratica.
Autore di numerosi libri, cataloghi e monografie di argomento fotografico, è direttore artistico del Photo Festival di Milano, curatore dell’archivio della Fondazione 3M e Capodipartimento della casa d’aste Finarte.

Le fotografie

Fotografia all’interno. Stati Uniti, 1950 circa. Dalla mostra: Erotismo e seduzione nella photo trouvée. Milano, Triennale 15 novembre – 15 dicembre 2017.
Copertina del libero: “Le fotografie di autore non identificato”, Silvana Editoriale.

Like what you see?

Hit the buttons below to follow us, you won't regret it...