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NAT KING COLE, UNFORGETTABLE

“Unforgettable” avrebbe cantato, a ragione, Natalie Cole riferendosi a suo padre Nat; e quando la memoria insiste nel tempo vuol dire che siamo di fronte a un’unicità. Del resto, Nat “King” Cole si è distinto in più ambiti e per questo è diventato “indimenticabile”. Talentuoso sin dalla tenera età, ha deliziato l’ascolto col pianoforte e la voce, primeggiando poi sul grande schermo e persino in TV, cosa rara ai tempi per un uomo di colore.

Chi scrive, in auto ascolta spesso il brano L-O-V-E, uno dei grandi successi di Nat, pubblicato nel 1965 nell’album omonimo. Il cantante mette in mostra lì tutte le sue qualità, quelle che traggono origine dal jazz e dallo swing. Ogni lettera del titolo preclude a una strofa, che comunque parla d’amore. Al secondo L-O-V-E entrano i violini, a supporto del canto; poi subentrerà una tromba a ripetere l’armonia. Il brano terminerà con l’orchestra in pieno, come voleva la tradizione del tempo. La voce si distingue in tutto il pezzo, unica per timbrica e definizione, al di là dei virtuosismi qui quasi assenti. Le parole sono comprensibili e ben pronunciate, il che agevola l’ascolto; ed è bello cantarci sopra, magari quando Nat tace sostituito dalla tromba.

E’ bello pensare che Nat “King” Cole sia nato in Alabama, la “Sweet Home” (non per tutti) dei Lynyrd Skynyrd, lo stato che Neil Young aveva criticato per via del razzismo perdurante. Questo per dire che “l’indimenticabile” ha vinto, battendo le barriere del bigottismo e dei pregiudizi. Non deve essere stato facile, però. Lui doveva sempre fare i conti con la sua etnia. Poteva accadere che un impresario fosse costretto a ignorarlo o a licenziarlo. A Cole accadde spesso, anche quando divenne famoso. Ma Nat divenne un’attivista, rifiutando anche di esibirsi in locali dove veniva applicata la segregazione razziale.

Il suo repertorio musicale era molto ampio. Charlie Chaplin gli permise di cantare “Smile”, la colonna sonora del film “Tempi moderni”. I suoi titoli comprendono: Unforgettable, Tenderly, Mona Lisa, Love Is a Many Splendored Thing, Around the World, Fascination. Oggi ci consoliamo ascoltandolo assieme alla figlia Natalie nella creazione elettronica “Unforgettable”. Non è molto, purtroppo.

Nat Kong Cole, note biografiche

Nat King Cole è nato il 17 marzo 1919 a Montgomery, in Alabama (USA). E' stato un artista acclamato come uno dei più influenti pianisti nell’era dello swing, ma anche per via della voce e delle qualità recitative .

Cole è cresciuto a Chicago, dove, all'età di 12 anni, cantava e suonava l'organo nella chiesa dove suo padre era pastore. Cinque anni dopo formò il suo primo gruppo jazz, i Royal Dukes. Nel 1937, iniziò a suonare nei jazz club di Los Angeles. Lì costituì il King Cole Trio, che si specializzò nella musica swing dal tocco delicato in quanto non impiegava un batterista; uniche erano anche le melodie del pianoforte e della chitarra, spesso giustapposte per suonare come un unico strumento.
Durante la fine degli anni '30 e l'inizio degli anni '40 il trio realizzò diverse registrazioni strumentali, così come altre che presentavano le loro voci armonizzate. Trovarono il loro più grande successo, tuttavia, quando Cole iniziò a esibirsi anche come cantante solista. Il loro primo successo in classifica, "Straighten Up and Fly Right" (1943), fu seguito da successi come "Sweet Lorraine", "It's Only a Paper Moon", "(I Love You) For Sentimental Reasons" e "Route 66". .”
Alla fine, il pianoforte di Cole passò in secondo piano rispetto alla sua carriera di cantante. Lui era considerato tra i migliori cantanti maschili, sebbene gli appassionati di jazz tendessero a rimpiangere il suo abbandono del pianoforte. Iniziò a registrare con un'intera orchestra (il trio che fungeva da sezione ritmica) nel 1946 per "The Christmas Song".
Negli anni '50 lavorò quasi esclusivamente come cantante. "Nature Boy", "Mona Lisa", "Too Young", "A Blossom Fell" e "Unforgettable" furono tra i suoi maggiori successi del periodo. Di tanto in tanto rivisitava le sue radici jazz, come nell'eccezionale album After Midnight (1956), che dimostrò che le abilità pianistiche di Cole non erano diminuite.

La popolarità di Cole gli permise di diventare il primo afroamericano a ospitare un programma di varietà in rete, The Nat King Cole Show, che debuttò sulla televisione NBC nel 1956. Lo spettacolo, tuttavia, cadde vittima del bigottismo dei tempi e fu cancellato dopo una stagione, perché pochi sponsor erano disposti a essere associati a un intrattenitore di colore. I suoi successi dei primi anni '60 - "Ramblin' Rose", "Those Lazy, Hazy, Crazy Days of Summer" e "L-O-V-E" - indicano che si stava allontanando ancora di più dalle sue radici jazz e concentrandosi quasi esclusivamente sul pop mainstream. . L'adattamento del suo stile, tuttavia, fu uno dei fattori che resero popolare Cole fino alla sua morte prematura per cancro ai polmoni nel 1965.

I pregiudizi dell'epoca in cui Cole visse ostacolarono il suo potenziale. Il suo talento andava oltre il canto e il pianoforte: era anche un attore capace, dimostrato dalle sue interpretazioni in svariati film. Anche sua figlia Natalie è stata una cantante popolare che raggiunse il suo più grande successo nelle classifiche nel 1991 con "Unforgettable", un duetto creato elettronicamente con il suo defunto padre.

Nat King Cole muore il 15 febbraio 1965 a Santa Monica, in California. Aveva 46 anni.

William P. Gottlieb, note biografiche

William P. Gottlieb nasce a Brooklyn, New York, il 28 gennaio del 1917. Inizia la sua carriera di fotografo alla fine degli anni ‘30, durante l’ultimo anno di università. All’epoca è infatti, nel ruolo di giornalista, il curatore di una rubrica di jazz per il Washington Post. Quando il giornale decide che non si può permettere un fotografo per illustrare i suoi pezzi allora Gottlieb si acquista una macchina fotografica e comincia a scattare lui stesso le immagini.

Dopo avere prestato servizio durante la seconda guerra mondiale come aviere, Gottlieb lavora come giornalista e fotografo per la rivista Down Beat, la più importante tra le testate giornalistiche che si occupano di musica e in particolare di jazz. Anche altri periodici – come Record Changer, Saturday Review e Collier’s – accolgono sue foto e servizi giornalistici. Nel 1948 Gottlieb lascia il giornalismo per seguire più da vicino la sua famiglia. Da allora indirizza la sua vita professionale nel settore dell’illustrazione didattica, un’attività che gli vale l’attribuzione di numerosi premi.
Muore, per complicazioni dovute a un infarto, il 23 aprile 2006 all’età di 89 anni.
(Fonte: comunicato stampa della mostra “William P. Gottlieb a Jazz Story” i grandi protagonisti della musica jazz degli anni ’40 nella collezione della Library of Congress, 17 settembre – 3 dicembre 2022 a Milano presso la Casa di Vetro).

William Gottlieb e la Speed Graphic

William Gottlieb scattava con una Speed Graphic, apparecchiatura molto in voga tra i fotogiornalisti del tempo, che comunque richiedeva una buona conoscenza tecnica.
Come fonte luminosa principale utilizzava dei flash monouso. A volte utilizzava anche più di un flash, azionati mediante fotocellule sensibili alla luce del principale. I lampeggiatori venivano posizionati su uno stativo, su un mobile o li affidava a dei volontari che li reggessero.
Gottlieb non era pagato per i suoi servizi fotografici e, dato il costo delle attrezzature, limitava il numero di fotografie scattate: tre o quattro foto per ogni sessione. Il suo approccio era quindi riflessivo e studiato.

Le fotografie

Natalie Cole nella copertina del disco “Unforgettable”.
Ritratto di Nat “King” Cole. New York 1947. Ph. William P. Gottlieb.

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