GARY, L’AVVENTURIERO DEL WEST
Gary Cooper sullo schermo è un uomo leale e coraggioso. Lo sorregge una limpidissima fede nella giustizia, che lui vuole fare trionfare con ogni mezzo. Non è un divo. Il suo carattere riservato lo aiuta a ispirare fiducia e simpatia. Lo sceriffo Will Kane, da lui interpretato in "Mezzogiorno di fuoco", rappresenta la sintesi ideale di quel senso del dovere e dell'onore comune ai cow boys da lui portati sullo schermo. E’ così diventato l'immagine emblematica dell'avventuriero del West.
Gary Cooper, però, è stato molto altro, come quando ha lavorato con registi del calibro di Frank Capra. Interprete di oltre cento pellicole, ha vinto due premi Oscar come migliore attore protagonista, con i film "Il sergente York" nel 1942 e "Mezzogiorno di fuoco" nel 1953.
Nel 1932 stringe una fervida amicizia con Ernest Hemingway, durante la lavorazione del film "Addio alle armi". Gary Cooper sarà inoltre protagonista di "Per chi suona la campana", versione cinematografica della celebre omonima opera di Hemingway.
Ci piace pensare a Gary e Ernest insieme, soprattutto pensando ad Addio alle Armi, un romanzo nel quale cadono tutti i luoghi comini dell’onore e del dovere, tipici di un interprete del far west. Nella trama compare addirittura la diserzione, inconcepibile per l’immagine stereotipata di Gary Cooper.
Pubblicato nel 1929, Addio alle armi è un romanzo di guerra, amore, dolore, narrate con tutte le contraddizioni dell’epoca che lo scrittore ha vissuto. Siamo nel 1917. Frederic Henry, figlio di un diplomatico americano, presta servizio come conducente di ambulanza nei reparti sanitari dell'esercito italiano. Lì conoscerà Catherine Barkley, un’infermiera. Se ne innamora, ricambiato
Quando Frederic viene ferito e ricoverato a Milano, la donna lo assiste. L’estate che passano insieme, lontano dagli orrori della guerra, è piena di felicità. In autunno Catherine è incinta. Frederic deve tornare al fronte e si troverà coinvolto nella disfatta italiana a Caporetto.
Fuggito dall’esercito, Frederic cerca di raggiungere la Svizzera insieme a Catherine, mentre la polizia militare lo cerca in quanto disertore. Catherine morirà con il bambino dopo il parto.
Gary Cooper, note biografiche
Gary Cooper nacque Frank James Cooper a Helena, nel Montana, il 7 maggio 1901. Era uno dei due figli di un contadino inglese del Bedfordshire, che in seguito divenne un avvocato e giudice americano, Charles Henry Cooper (1865-1946), e Alice Cooper, nata Brazier nel Kent (1873-1967). Sua madre sperava che i loro due figli ricevessero un'istruzione migliore di quella disponibile nel Montana e fece in modo che i ragazzi frequentassero la Dunstable Grammar School nel Bedfordshire, in Inghilterra, tra il 1910 e il 1913. Allo scoppio della prima guerra mondiale, la madre di Cooper riportò a casa i suoi figli e li iscrisse a una scuola superiore di Bozeman, nel Montana.
Quando Cooper aveva 13 anni, si ferì all'anca in un incidente d'auto. Tornò al ranch dei suoi genitori vicino a Helena per riprendersi andando a cavallo su consiglio del suo medico. Cooper studiò al Grinnell College dell'Iowa fino alla primavera del 1924, ma non si laureò. Tornò a Helena, gestendo il ranch e contribuendo con vignette al giornale locale. Nel 1924, il padre di Cooper lasciò il banco della Corte Suprema del Montana e si trasferì con la moglie a Los Angeles. Il loro figlio, incapace di guadagnarsi da vivere come fumettista editoriale a Helena, si unì a loro, trasferendosi lo stesso anno.
Cooper trovò lavoro come attore nel 1925. Dopo l'uscita del primo cortometraggio, ha accettato un contratto a lungo termine con la Paramount Pictures. Cambiò il suo nome in Gary nel 1925, seguendo il consiglio della direttrice del casting Nan Collins.
"Coop", come veniva chiamato dai suoi colleghi, è apparso in oltre 100 film. Cooper ha avuto un ruolo secondario in All (1927), l'unico film muto a vincere un Academy Award per il miglior film, seguito da Nevada il tiratore (1927), basato sul romanzo di Zane Gray.
Divenne una star importante con il suo primo film sonoro, L'uomo della Virginia (1929) al fianco di Walter Huston nei panni del malvagio Trampas.
L'adattamento cinematografico di Addio alle armi (1932), diretto da Frank Borzage, e il ruolo principale in E’ arrivata la felicità (1936) di Frank Capra hanno decretato il suo successo al botteghino.
Cooper è stata la prima scelta del produttore David O. Selznick per il ruolo di Rhett Butler nel film del 1939 Via col vento. Lui rifiutò il ruolo. Si dice che abbia detto: «Via col vento sarà il più grande flop nella storia di Hollywood. Sono contento che sarà Clark Gable a cadere a terra, non io». Cooper rifiutò anche due ruoli per Alfred Hitchcock, ma in seguito ammise di aver commesso un “errore”.
Cooper consolidò nuovamente le sue credenziali da cowboy in L'uomo del West (1940), al fianco di Walter Brennan nei panni del giudice Roy Bean; seguito subito dopo dal sontuoso Giubbe rosse (1940).
Nel 1942, Cooper vinse il suo primo Academy Award come miglior attore per la sua interpretazione del protagonista in Il sergente York. Arriva John Doe uscì all'inizio dello stesso anno, un grande successo sotto la direzione di Frank Capra. Ingrid Bergman aveva appena realizzato Casablanca quando lei e Cooper collaborarono a Per chi suona la campana (1943), basato su un romanzo di Ernest Hemingway.
Nel 1953, Cooper vinse il suo secondo Academy Award come miglior attore per la sua interpretazione del maresciallo Will Kane in Mezzogiorno di fuoco, probabilmente considerato il suo ruolo migliore.
Cooper ha continuato a recitare nei film quasi fino alla fine della sua vita. Tra i suoi successivi successi al botteghino ricordiamo: Il prigioniero della miniera (1954); Vera Cruz (1954); La legge del Signore (1956) e Dove la terra scotta (1958). Il suo ultimo film è stato Il dubbio (1961), una pellicola di produzione britannica.
Il 15 dicembre 1933, Cooper sposò Veronica Balfe (27 maggio 1913 - 16 febbraio 2000), I due ebbero una figlia, Maria, poi sposata con il pianista classico Byron Janis.
Nell'aprile 1960, Cooper subì un intervento chirurgico per il cancro alla prostata. Era troppo malato per partecipare alla cerimonia degli Academy Awards nell'aprile 1961, quindi il suo caro amico James Stewart accettò l'Oscar per suo conto. Un mese dopo, il 13 maggio 1961, sei giorni dopo il suo sessantesimo compleanno, Cooper morì.
Per il suo contributo all'industria cinematografica, ha una stella sulla Hollywood Walk of Fame al 6243 Hollywood Boulevard.
Nel settembre 2009, Cooper è apparso su un francobollo commemorativo degli Stati Uniti.
(Fonte: garycooper.com)
Il fotografo, Edward Steichen
Fotograficamente, Edward Steichen si è distinto in ruoli differenti. Durante la giovinezza è stato un fotografo di talento. Ha poi continuato ad alimentare la sua fama in ambito commerciale negli anni '20 e '30, restituendo ritratti eleganti di artisti e celebrità. Fu anche un importante curatore, organizzando tra l’altro la mostra "Family of Man" nel 1955.
Nato in Lussemburgo, il 27 marzo 1879, Steichen arriva negli Stati Uniti quando aveva due anni. Lui e i suoi genitori si stabiliscono nella piccola città di Hancock, dove il padre prestava servizio nelle miniere di rame. Quando il genitore smise di lavorare per le cattive condizioni di salute, la famiglia si trasferì a Milwaukee, nel Wisconsin, dove la madre sosteneva la famiglia lavorando come artigiana. A partire dall'età di 15 anni, Steichen ha svolto un apprendistato di quattro anni in un'azienda litografica. Durante gli anni '90 dell'Ottocento studiò pittura e fotografia, il che lo avvicinò alla corrente pittorialista. Le fotografie di Steichen furono esposte per la prima volta al Second Philadelphia Photographic Salon nel 1899, e da quel momento divenne presto una star.
Nel 1900, prima di compiere il primo di tanti lunghi viaggi in Europa, Steichen incontrò Alfred Stieglitz, che acquistò tre fotografie del giovane autore. Fu l'inizio di un’amicizia intima e reciprocamente gratificante, che sarebbe durata fino al 1917. Nel 1902 Stieglitz invitò Steichen a unirsi a lui e ad altri fotografi, nella fondazione della Photo-Secession, un'organizzazione dedicata alla promozione la fotografia come arte.
Nel 1905 Stieglitz aprì la sua prima galleria, originariamente chiamata Little Galleries of the Photo-Secession, ma meglio conosciuta come 291, dal nome del suo indirizzo al 291 della Fifth Avenue. Steichen divenne il collegamento francese della galleria. Usando i contatti che aveva stabilito in Europa, divenne il principale responsabile dell'organizzazione delle mostre di arte modernista francese che si tenevano al 291. Henri Matisse (1908) e Paul Cézanne (1910) esposero lì proprio per merito di Steichen.
La rottura tra Stieglitz e Steichen arrivò sull'orlo dell'entrata degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale, forse perché Steichen era un francofilo e Stieglitz apertamente legato alla Germania; o probabilmente perché Steichen era arrivato a credere che la Photo-Secession di Stieglitz e i suoi strumenti – la galleria 291 e la rivista Camera Work - fossero diventati i veicoli per un culto della personalità.
Quando gli Stati Uniti entrarono in guerra nel 1917, Steichen si offrì volontario e fu nominato capo della fotografia aerea per l'esercito americano in Francia. La sua esperienza con le rigorose esigenze tecniche di questo lavoro ha cambiato la sua visione circa lo strumento fotografico. Dopo la guerra abbandonerà lo stile pittorialista, orientandosi verso una maggiore oggettività di descrizione e racconto.
Sempre in antitesi con gli atteggiamenti foto-secessionisti, Steichen si dedicò alla fotografia commerciale, fondando uno studio di successo, quando si trasferì a New York City nel 1923. Ha dedicato i successivi 15 anni della sua vita principalmente alla fotografia di moda e ritrattistica per le pubblicazioni Condé Nast, come Vogue e Vanity Fair. Chiuse lo studio il 1 ° gennaio 1938 e trascorse gran parte dei quattro anni successivi nella sua casa nel Connecticut, coltivando piante.
Un mese dopo l'attacco a Pearl Harbor, nel dicembre 1941, la Marina degli Stati Uniti fece di Steichen un tenente comandante incaricato di dirigere una registrazione fotografica della guerra navale nel Pacifico. Durante la seconda guerra mondiale, Steichen iniziò a collaborare con il Museum of Modern Art di New York City e nel 1947 fu nominato direttore del dipartimento di fotografia, posizione che manterrà fino al suo pensionamento 15 anni dopo. "The Family of Man", una mostra che ha curato nel 1955, è stata senza dubbio l’operazione più importante della sua lunga carriera. La mostra era basata sul concetto di solidarietà umana e Steichen ha selezionato 503 immagini da innumerevoli stampe arrivate da tutto il mondo. Si dice che la mostra sia stata vista da quasi nove milioni di persone in 37 paesi. Steichen ha continuato a curare molte mostre minori al museo, dimostrando così come volesse sostenere il mezzo fotografico per tutti i restanti anni della sua carriera. La sua autobiografia, A Life in Photography, è stata pubblicata nel 1963.
Edward Steichen muore il 25 marzo 1973, in Connecticut.
Il fotografo Bert Stern
Bert Stern, fotografo autodidatta, nasce a Brooklyn il 3 ottobre 1929. Il suo nome è legato a quello di Marylin Monroe. La star americana non fu comunque l’unica a passare davanti l’obiettivo del fotografo, la cui carriera è costellata di bellissime donne. Del resto diceva: “Le donne e la fotografia sono le mie passioni”. Tra le dive ritratte da Bert ricordiamo: Elizabeth Taylor, Romy Schneider, Audrey Hepburn, Catherine Deneuve, Madonna agli esordi; e poi, Brigitte Bardot, Sophia Loren, Twiggy, Verushka e anche una straordinaria Kate Moss con i capelli corti.
Tornando a Marylin, Stern la incontra poco prima del suo (presunto?) suicidio. Fu un momento esaltante, spiegherà il fotografo, avvenuto presso l'hotel Bel-Air di Hollywood. Lei era leggermente dimagrita (sempre nel commento dell’autore), il che la rendeva ancora più bella. La rivista Vogue selezionerà otto immagini, che verranno pubblicate dopo la morte dell'attrice. Siamo nel 1962. Il lavoro completo verrà poi pubblicato nel libro “Marilyn Monroe The Complete Last Sitting”, dello stesso Stern nel 1982.
Il fatto curioso che accompagna il lavoro di Stern sta nei danni che l’attrice procurò su alcune dia. Dopo averle visionate, Marylin cancellò la propria immagine, in alcuni casi graffiandola irreparabilmente. Lei stava per morire e, per prima cosa, ha ucciso la propria bellezza, con la quale ha sostenuto sempre un rapporto controverso.
Stern ha cambiato il panorama della fotografia di moda e pubblicitaria, creando immagini dinamiche che non servivano unicamente ad accompagnare il testo, come già stavano facendo Richard Avedon, Mark Shaw e Irving Penn.
Stern è morto all'età di 83 anni il 26 giugno 2013 a New York, NY. Tra le mostre degne di nota del suo lavoro figurano "I Wanna Be Loved By You: Photographs of Marilyn Monroe" al Brooklyn Museum of Art e "The Last Sitting" al Musée Maillol di Parigi.
Le fotografie
Gary Cooper 1930. Ph. Edward Steichen.
Gary Cooper 1960. Ph. Bert Stern.