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LO STILISTA DEL ROSSO

L’11 maggio 1932 nasce Valentino, lo stilista. A lui si deve il “Rosso Valentino”, un’ispirazione che arriva quando il creatore di moda femminile è ancora un ragazzo. È stata un'anziana signora vestita di scarlatto all'Opera di Barcellona a catturare la sua attenzione. Subito ne rimane affascinato, catturato da quel colore che non si può non notare, accendendosi tra il bianco, il blu e il nero della folla. Valentino avrebbe detto: «Fra tutti i colori indossati dalle altre donne, quella in rosso mi è sembrata unica, isolata nel suo splendore. Non l’ho mai dimenticata. Penso che una donna vestita di rosso sia sempre meravigliosa».

Lo stilista di Voghera ci offre l’opportunità di incontrare ancora una volta Gian Paolo Barbieri, il noto fotografo. Lui nasce dal cinema, almeno come fonte d’ispirazione. Ecco cosa ha detto: «Per me il cinema rappresentava qualcosa di sacro; impazzivo per la bellezza che m’ispirava sin dallo schermo bianco. Lì è nata la mia passione. Il “noir” degli anni ’40 mi ha restituito tantissimo: per luci e composizione. Il neorealismo era un’altra cosa, maggiormente immediato, forse più artigianale. La Terra Trema (Luchino Visconti, 1948 ndr.) arrivò a scioccarmi; poi giunse Pasolini, che mi diede il “La”.

Come ci ha già detto Barbieri, il cinema noir (specie quello americano) ha costituito una base importante per lui, perché gli ha permesso di capire come le attrici potessero risultare così belle se illuminate da una luce particolare che le rendeva ancora più affascinanti. E’ nata così la sua sperimentazione, con delle lampadine infilate nei tubi della stufa. Barbieri era un’autodidatta, non avendo frequentato nessuna scuola di fotografia.
Il cinema gli ha comunque dato il senso del movimento e l’occasione di portare la moda italiana, nata sul fondo bianco della pedana, in esterno, restituendole un’anima diversa.

Classificato nel 1968 dalla rivista Stern come uno dei quattordici migliori fotografi di moda al mondo, Barbieri vince il premio Lucie Award nel 2018 come Miglior Fotografo di Moda Internazionale.

Valentino, note biografiche

Valentino nasce l'11 maggio 1932 a Voghera.
Da bambino era interessato alla moda e all'arte. Nel 1949 lasciò la sua casa di Voghera per studiare disegno di moda all'Istituto Santa Maria di Milano. Si iscrisse anche a un corso di francese, che si rivelò utile quando nel 1949 si trasferì a Parigi per frequentare l'École des Beaux-Arts, studiando anche moda in una scuola gestita dalla Chambre Syndicale, l'organo di governo della moda francese. A quel tempo la scena della moda parigina era un ambiente ostile per gli stranieri, in particolare per gli italiani; ma Valentino vinse un concorso per fashion design indetto dall'International Wool Secretariat (lo stesso premio che Yves Saint Laurent e Karl Lagerfeld avrebbero raggiunto negli anni successivi). Quel successo lo portò a lavorare presso la casa di moda francese di Jean Dessès.

Nel 1957 Guy Laroche, illustratore di Dessès, decise di fondare la propria casa di moda e Valentino lavorò con lui per due anni. Nel 1959 Valentino tornò a Roma e, con il sostegno finanziario del padre, presenta la sua prima collezione nel proprio salone di Via Condotti. Elizabeth Taylor, che in quel momento era a Roma per le riprese di Cleopatra, notò il lavoro di Valentino e ordinò un abito bianco, che indossò per la prima mondiale di Spartacus. Il destino di Valentino era segnato. Nel 1960 Valentino incontra Giancarlo Giametti, studente di architettura, che diventa suo socio e si occupa della parte commerciale dell'azienda.
Valentino ha debuttato con la sua prima linea di moda nel 1962 a Palazzo Pitti a Firenze, iniziando ad affermarsi a livello internazionale. Personaggi famosi lo cercarono presto per i suoi progetti, tra cui la regina belga Paola, la principessa Margaret d'Inghilterra, Audrey Hepburn e Jacqueline Kennedy. Valentino disegnò molti abiti per Jacqueline, compreso l'abito che indossò al funerale del marito nel 1963 e poi, nel 1968, un abito per il suo matrimonio con Aristotele Onassis.

Sebbene il colore distintivo di Valentino fosse il rosso, fu una collezione del 1967 interamente composta da abiti bianchi, avorio e beige - la sua collezione "senza colore" - che lo portò sotto i riflettori della moda e per la quale gli fu assegnato il Neiman Marcus Award. Quella collezione era in netto contrasto con gli audaci modelli psichedelici dell’epoca.
Nel 1969 apre il suo primo negozio di ready-to-wear a Milano. L'anno successivo apre negozi a New York e Roma. Lo stilista ha avuto una carriera illustre e di grande successo, al servizio dell'alta società e del mondo dello spettacolo. Lui e Giametti vendettero l'azienda nel 1998, anche se Valentino rimase lo stilista. Nel 2006 ha ricevuto la medaglia della Legione d'Onore francese e si è ritirato nel 2008.

Gian Paolo Barbieri, un incontro

Lo studio è grande, esotico, elegante. Di fronte a noi Gian Paolo Barbieri, il fotografo che abbiamo sempre ammirato per le immagini che da sempre ci propone. Siamo emozionati. Non è facile incontrare tanta raffinatezza e quel garbo “colto” che è frutto della conoscenza e della ricerca incessante che porta all’autorevolezza, al senso delle cose.
In un lato dello studio vediamo le fotografie di una mostra. Riconosciamo Monica Bellucci, e poi donne affascinanti, inarrivabili; in una parola, seducenti. Così ci accorgiamo che le abbiamo sempre sognate per come Gian Paolo Barbieri ce le ha proposte.
Molti dicono che le donne di Barbieri siano più “personaggi” che belle, e siamo d’accordo. Altri le accomunano, per stile, a Cecil Beaton, ma qui dissentiamo un poco. Di Barbieri non colpisce la sola scenografia, bensì la sua capacità di trasportarci in un labirinto complesso di suggestioni dove non abita né l’ambiguità di Newton, e nemmeno il “potere” di Avedon. In quel luogo prende vita una magia antica, la fotografia vera.

Gian Paolo Barbieri, note biografiche

Gian Paolo Barbieri nasce in via Mazzini, nel centro di Milano, da una famiglia di grossisti di tessuti dove, proprio nel grande magazzino del padre, acquisisce le prime competenze utili per la fotografia di moda.
Muove subito i primi passi nell’ambito teatrale diventando attore, operatore e costumista insieme al “Il Trio”, gruppo teatrale formato con due suoi amici, nel rifacimento di alcune parti di famosi film come La via del Tabacco, La Vita di Toulouse Lautrec e Viale del Tramonto. In seguito, gli viene affidata una piccola parte non parlata in ”Medea” di Luchino Visconti, con Sara Ferrati e Memo Benassi.

Con l’occasione di trasferirsi a Roma, e grazie alle prime fotografie scattate in puro clima “Dolce vita”, Barbieri accetta l’offerta di lavorare a Parigi perché definito talentuoso nella fotografia di moda. Inizia così la sua carriera come assistente al fotografo di “Harper’s Bazar”, Tom Kublin, per un periodo breve ma intenso, in quanto Kublin mancò per un ictus solo 20 giorni dopo.

Nel 1964 torna a Milano aprendo il suo primo studio fotografico, dove comincia a lavorare nella moda scattando semplici campionari e pubblicando servizi fotografici su Novità, la rivista che in seguito, nel 1966, diventerà Vogue Italia.
Da quel momento inizia la sua collaborazione con Condè Nast, pubblicando anche su riviste internazionali come Vogue America, Vogue Paris e Vogue Germania.

Personaggi della scena come Diana Vreeland, Yves Saint Laurent e Richard Avedon, fanno parte della sua storia tanto importante quanto le collaborazioni con le attrici più iconiche di tutti i tempi da Audrey Hepburn a Veruschka e Jerry Hall.

Fondamentale tappa del suo percorso è l’esperienza con Vogue Italia insieme alla realizzazione delle più grandi campagne pubblicitarie per marchi internazionali come Valentino, Gianni Versace, Gianfranco Ferré, Armani, Bulgari, Chanel, Yves Saint Laurent, Dolce & Gabbana, Vivienne Westwood e tanti altri con il quale ha interpretato le famose creazioni degli anni ’80, in concomitanza con la conquista del Made in Italy e del prêt-à–porter italiano.

Gli anni Novanta portano Barbieri a compiere diversi viaggi alla scoperta della cultura senza limiti, uniti alla curiosità per paesi lontani e gruppi etnici, per la natura e per gli oggetti più disparati secondo le sue ispirazioni, dando vita poi, a meravigliosi libri fotografici in cui luoghi e realtà lontane vengono raccontati attraverso il suo impeccabile gusto.
Nonostante le foto siano in esterno e spesso immediate o fugaci, risultano talmente “perfette” da sembrare scattate in studio, unite alla spontaneità della popolazione e dei luoghi con un’eleganza ed uno stile che lo contraddistinguono sempre, riuscendo ad intrecciare la spontaneità della fotografia etnografica al glamour della fotografia di moda.

Barbieri continua tutt’oggi a essere richiesto come fotografo e artista per campagne pubblicitarie e redazionali, oltre ad essere presente con le sue opere nel Victoria & Albert Museum e National Portrait Gallery di Londra, nel Kunsforum di Vienna, nel MAMM di Mosca e nel Musée du quai Branly di Parigi.

Le fotografie

Valentino, Roma 1962. Gian Paolo Barbieri.
Audrey Hepburn in Valentino, 1969. Copertina di Image Mag n°2 anno 2013.

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