Skip to main content

LA DOLCE VITA VINCE LA PALMA D’ORO A CANNES

20 maggio 1960. La Dolce Vita di Federico Fellini vince la Palma d’oro al 13° Festival internazionale del cinema di Cannes. Il film rimane uno dei capolavori della storia del cinema e per il regista rappresenta il punto di passaggio dal neorealismo alle pellicole d’arte.
La Dolce Vita venne girato dal grande fotografo Otello Martelli in Totalscope in uno straordinario bianco e nero, con una ricchezza di toni rara a vedersi.
Marcello Mastroianni e i suoi amici si muovevano all’interno di un vuoto abbagliante e preoccupante: era il vecchio mondo che incombeva sulla modernità. Nel film venne fatta emergere una continua altalena di umori: dall’allegria alla preoccupazione, all’euforia, alla noia, alla disperazione, al terrore, fino alla rassegnazione. Tutto questo scosse gli spettatori, spingendoli a guardare al mondo con altri occhi.

Viaggiamo indietro con la mente. Siamo a Roma nel 1960, una donna bionda in abito da sera entra in Fontana di Trevi. Lei si chiama Anita Ekberg, bellissima interprete de “La Dolce Vita”, di Federico Fellini, nella scena maggiormente iconica di tutto il film.br Pochi sanno però che quella scena è la ricostruzione di un evento reale. Due anni prima, Ekberg aveva trascorso la serata con un fotografo di scena, Pierluigi Praturlon, al nightclub Rancho Grande di Roma. Per alleviare i suoi piedi doloranti, sulla strada di casa era entrata nella fontana. Praturlon, che non andava mai da nessuna parte senza la sua Leica, ha illuminato la scena con i fari della sua auto e ha colto il momento in una fotografia che Fellini ha poi visto su una rivista, Tempo Illustrato.

Praturlon, a quel tempo, era l'unico fotografo italiano in grado di parlare correntemente l'inglese (conosceva cinque lingue). Per questo motivo, egli è stato in grado di sviluppare rapporti diretti con attori e registi, lavorando come il fotografo ufficiale delle icone del cinema come Sophia Loren, Claudia Cardinale, Marcello Mastroianni, Monica Vitti, Anita Ekberg, Raquel Welch, Peter Sellers, Frank Sinatra, Ursula Andress e molti altri.
Insomma, Pierluigi non era un paparazzo, anche perché non ha mai rovinato una celebrità. Claudia Cardinale lo definiva come un gentiluomo.
Avendo lavorato all'inizio della sua carriera come fotoreporter, Praturlon è stato in grado di portare sul set cinematografico il senso del reportage; anzi, gli è attribuito il merito di aver trasformato l'arte del fotografo di scena. Prima del suo arrivo, almeno in Italia, le star si limitavano a posare per le immagini fisse durante le pause delle riprese; Praturlon ha vagato per i set, catturandoli mentre svolgevano il loro lavoro.

Roma e la Dolce Vita

Alla fine degli anni cinquanta, Roma è una metropoli viva. Siamo in pieno boom economico ed esplode la voglia di vivere, in una delle città più belle del mondo. A Cinecittà si girano film italiani e produzioni cinematografiche americane. A Roma arrivano non solo attori e registi affermati, ma anche aspiranti attori e attrici, avventurieri e intellettuali, artisti e aristocratici, tutti alla ricerca del successo.
Icone di quella Roma furono soprattutto i fotografi scandalistici che, dopo l'uscita del film di Federico Fellini La dolce vita, dal soprannome di uno dei fotografi saranno da allora in poi chiamati paparazzi.
Non mancava neppure un notevole fermento culturale. Nei bar e nei salotti discutevano intellettuali come Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini, giornalisti come Ennio Flaiano e Vittorio Veltroni, mentre nelle gallerie d'arte esponeva Mario Schifano e in via Margutta avevano lo studio Renato Guttuso e Novella Parigini. L'ambiente intellettuale non disdegnava la mondanità: alle feste e alle mostre, nei salotti e nelle terrazze così come in locali come il Piper (dove si esibiranno ed esporranno artisti importanti) i diversi mondi s’incontrano e si mescolano.
Anita Ekberg, la bella del nord, è diventata il simbolo di quella Roma. «Marcello, come here», pronuncia l’attrice in abito da sera dentro la Fontana di trevi, nella scena iconica della pellicola “La Dolce Vita”, anche se poi Fellini racconta molto di più. Nei piani sequenza emergono le contraddizioni, i vizi e le virtù dell’uomo e della società, nell’ubriacatura del mondo contemporaneo.

Anita Ekberg, note biografiche

Kerstin Anita Marianne Ekberg nasce a Malmö, in Svezia, il 29 settembre del 1931. Inizia a lavorare prestissimo come modella. Nel 1950 vince il titolo di Miss Svezia, che le apre le porte degli USA, dove partecipa a Miss Universo. Là viene notata e messa sotto contratto dalla RKO, che però non le porterà la partecipazione a nessun progetto cinematografico.

Anita non demorde e studia recitazione e dizione. La sua bellezza le permette di lavorare con la Universal. Nel 1953 recita in due film: "Abbott e Costello Go to Mars" e "La spada d'oro" (1953), quest’ultimo assieme a Rock Hudson. La sua ambizione la porta a entrare nello star system statunitense, dove incontra Tyrone Power, Errol Flynn, Frank Sinatra e Gary Cooper. Gioca poi la carta dell’avvenenza, che certo non le manca, comparendo sulle pagine patinate di Playboy.
Riesce così a ottenere un ruolo da protagonista nel film "Artisti e modelle", accanto alla coppia Jerry Lewis e Dean Martin; e in "Hollywood o morte", ruolo con cui vince un Golden Globe come migliore attrice emergente. La svolta arriva però nel 1956 con una partecipazione al film "Guerra e pace" di King Vidor.

Anita arriva in Italia nel 1959. L'anno successivo veste i panni di Silvia ne "La dolce vita" di Federico Fellini. Col regista romagnolo inizia una lunga collaborazione che la vede partecipare ad altri tre film: "Boccaccio 70" (1962) "I clown" (1970) e " L'intervista" (1987). Ma la scena de "La dolce vita" in cui Anita fa il bagno nella fontana di Trevi resta probabilmente il simbolo più iconico della sua carriera di attrice.

Nella seconda metà degli anni Sessanta, Anita Ekberg sposta la propria residenza in Italia e lavora in: "Scusi, lei è favorevole o contrario" (1966) al fianco di Alberto Sordi e "Sette volte donna" (1967) di Vittorio De Sica, in cui recita al fianco di Shirley MacLaine.

Dagli anni Settanta in poi partecipa a film di tono inferiore, come "Casa d'appuntamento" con Barbara Bouchet e "Suor Omicidi" (1978) di Giulio Berruti. Negli anni Novanta partecipa anche al film "Bambola" di Bigas Luna, e compare in "Il nano Rosso" (1998) di Yvan Lemoine. L'ultima sua apparizione è la partecipazione televisiva alla fiction "Il bello delle donne" (2005).

Anita Ekberg si è spenta a 83 anni l'11 gennaio 2015: da tempo era ricoverata nella clinica San Raffaele di Rocca di Papa.

Il fotografo Pierluigi Praturlon

Pierluigi Praturlon è nato a Roma nel 1924. Ha iniziato la sua carriera come "fotografo di strada" nel 1946 e, solo pochi anni dopo, divenne il "principe" della fotografia di scena in Italia, lavorando (1959-1987) sui set cinematografici di Cinecittà e Hollywood. Con più di 400 film Pierluigi Praturlon ha fotografato la realizzazione di capolavori acclamati della storia del cinema: Ben Hur, Cleopatra, La grande guerra, 007 Thunderball, Grand Prix, La Dolce Vita, La pantera rosa, Matrimonio all'italiana, Amarcord, La Ciociara.

Il 1960, anno de “La Dolce Vita”, fu l'apice della carriera di Praturlon. L'ultimo film importante in cui ha lavorato è stato Ginger e Fred di Fellini, uscito nel 1986. Gli ultimi anni di Praturlon furono tristi: una spirale discendente di alcool e depressione che si concluse con la sua morte nel 1999. Ancora oggi, pochi conoscono il ruolo che aveva avuto nel raccontare il periodo d'oro del cinema italiano.
Claudia Cardinale scrisse di lui: «Guardare le foto di Pierluigi Praturlon e riflettere su di esse è rivivere un'epoca gloriosa, ma irrimediabilmente perduta, alla quale non posso non guardare indietro con un pizzico di orgoglio e rimpianto».

Le fotografie

Anita Ekberg e il fotografo Pierluigi Praturlon. Roma, 1958.
Pierluigi Praturlon. Marcello Mastroianni e Anita Ekberg, “La dolce vita”, 1960.

Like what you see?

Hit the buttons below to follow us, you won't regret it...