L’ARTE E L’AMORE DI MARC CHAGALL
Chagall (nato il 7 luglio 1887) è diventato celebre per i suoi dipinti che raffigurano scenari fantasiosi, dalle vivaci tinte colorate e linee semplici, pervase da un sentimento di gioia e serenità. Lui utilizzava spesso animali per scopi simbolici nei suoi dipinti onirici che riunivano aspetti della tradizione francese con il folklore russo e motivi ebraici. Le sue opere non sono, tuttavia, classificabili in un particolare movimento, bensì rappresentano l’espressione di uno stile personale che attinge in parte dalle avanguardie contemporanee, per poi superarle.
«Mio Dio, è così difficile estrarre dai ricordi inariditi un frammento di vita! E come lo si può fare se questi scarni ricordi si estinguono e finiscono con me? Vorrei salvarli. E mi sono ricordata che tu, amico mio devoto, spesso mi chiedevi di raccontarti la mia vita, del tempo in cui ancora non mi conoscevi». Con queste parole rivolte al marito Marc, Bella comincia ad affidare alla penna i suoi ricordi nel 1939. I due si erano conosciuti a Vitebsk, nel 1909. «Per anni il suo amore ha influenzato la mia pittura», scrive Marc nella postfazione al libro delle memorie di sua moglie, da lui pubblicato tre anni dopo la morte di lei.
«Bella scriveva come viveva, come amava, come accoglieva gli amici. Le sue parole, le sue frasi erano una patina di colore sulla tela. Le cose comuni, le persone, i paesaggi, le feste ebraiche, i fiori – questo era il suo mondo, questi erano i suoi soggetti». «Poi a un tratto – scrive ancora Marc – un rombo di tuono, le nuvole si aprirono alle sei di sera del 2 settembre 1944, quando Bella lasciò questo mondo. Tutto è divenuto tenebre».
Il libro di memorie di Bella Chagall è “Come fiamma che brucia; io, la mia vita e Marc Chagall”, con la postfazione del marito (Donzelli editore). Lo abbiamo citato per mostrare come l’amore per Bella abbia influenzato l’espressività dell’artista bielorusso, come vedremo nelle note di una vita.
Mark Chagall, note di vita
L'artista Marc Chagall nacque il 7 luglio 1887 nella città di Vitebsk, in Russia (oggi in Bielorussia), da una famiglia ebrea. Frequentò una scuola ebraica tradizionale e un liceo russo, trasferendosi poi a San Pietroburgo nel 1907, dove studiò all'Accademia Scuola Imperiale per la Protezione delle Belle Arti, e in seguito alla Scuola Zvantseva, diretta da Léon Bakst.
Nel maggio 1911, Chagall arrivò a Parigi, dove s’iscrisse all'Académie de La Palette, stabilendosi negli studi La Ruche (l'Alveare) a Montparnasse, mescolandosi con altri artisti ebrei immigrati, successivamente conosciuti come l'Ecole de Paris juifs, tra questi: Modigliani e Chaïm Soutine; così come figure chiave del modernismo francese, inclusi Guillaume Apollinaire e Robert Delaunay.
La sua prima mostra personale ebbe luogo alla Galleria Der Sturm di Berlino, nel 1914; e nello stesso anno tornò in Russia per far visita alla sua famiglia.
Durante quel soggiorno, lo scoppio della prima guerra mondiale gli impedì di tornare a Parigi e, in seguito alla rivoluzione bolscevica del 1917, fu nominato commissario alle belle arti per la provincia di Vitebsk. Nel 1922 riparte per Berlino, dove la sua opera viene pubblicata dal periodico Der Sturm.
Nel 1923 Chagall tornò a Parigi, dove rimase fino al 1940, diventando cittadino francese nel 1937. Visitò la Palestina nel 1931.
Dopo l'occupazione tedesca, nel maggio 1940, Chagall e sua moglie Bella rimasero nella "Francia di Vichy", fino a un anno dopo. Con l'aiuto di Alfred Barr del Museum of Modern Art di New York (che aggiunse il nome di Chagall a quello di eminenti artisti e intellettuali a rischio), del giornalista americano Varian Fry e del viceconsole americano a Marsiglia, Hiram Bingham IV, i Chagall fuggirono negli USA con visti falsi. Trovarono rifugio a New York, dove Chagall rimase per il resto della guerra. Dopo la morte improvvisa di Bella nel settembre 1944, Chagall s’immerse nel lutto e smise di dipingere fino all'aprile successivo, quando la notizia dell'Olocausto che irrompeva nei cinegiornali lo costrinse a una risposta artistica. Nel 1946 si tenne un'importante retrospettiva di Chagall al Museum of Modern Art; rimase in America per altri due anni prima di tornare in Francia nel 1948 e stabilirsi nella città sud-orientale di Saint-Paul-de-Vence nel 1952.
In seguito, Chagall realizzò le finestre per la sinagoga dell'Hadassah Medical Center a Gerusalemme, raffigurante le Dodici Tribù di Israele. Accettò anche commissioni per progetti di vetrate per le cattedrali di Reims e Metz, per la Finestra della Pace per l'ONU a New York (1963-64) e per le vetrate in memoria di Sarah d'Avigdor-Goldsmid nella cappella di Tudeley nel Kent ( 1968-85).
Marc Chagall morì a Saint-Paul-de-Vence, in Francia, il 28 marzo 1985. Il Musée National Marc Chagall è a Nizza e le sue opere fanno parte di collezioni internazionali in tutto il mondo, tra cui il Museum of Modern Art, New York; il Museo Nazionale d'Arte Moderna, Centre Pompidou, Parigi; il Museo d'Arte di Filadelfia; il Museo Stedelijk, a Amsterdam; il Musée d'Art et d'Histoire du Judaïsme, a Parigi; e nel Regno Unito, alla Collezione Ben Uri e alla Tate di Londra.
(Fonte: Ben Uri Gallery & Museum)
Il fotografo Philippe Halsman
Philippe Halsman (Riga, 2 Maggio 1906 – New York, 25 Maggio 1979) ha avuto una vita tormentata. Nasce da una famiglia ebrea, composta da un dentista e da una preside di liceo. Nel settembre del 1928, durante una gita sulle Alpi Austriache, il padre Morduch muore in circostanze misteriose. Philippe venne accusato di omicidio e condannato per questo a quattro anni di reclusione. Tutta la propaganda anti ebraica era contro di lui e all'epoca il caso si diffuse sulla stampa di tutto il mondo. Molti si espressero a favore di Philippe, a sostegno della sua causa; tra questi ricordiamo A. Einstein e T. Mann. Venne rilasciato nel 1931, a condizione però che lasciasse il territorio austriaco.
Il caso di Philippe Halsman è stato ripreso da Martin Pollack quale elemento ispiratore per il romanzo “Assassinio del Padre”, il caso del fotografo Philipp Halsman (edizioni Bollati Beringhieri). Il libro è di assoluto interesse e molto preciso nella narrazione storica. Ne esce tutta l'Austria del momento ed anche il carattere del giovane Philipp.
Abbandonata l’Austria, inizia per Philippe un lungo peregrinare. Si trasferì a Parigi, dove, come fotografo, collaborò con alcune riviste di moda; ma l'invasione tedesca (1940) lo costrinse a fuggire ancora: prima a Marsiglia, poi negli USA; sempre con l'aiuto di A. Eistein.
Philippe si era avvicinato alla fotografia, appassionandosi, all'età di tredici anni: essendo venuto per caso in possesso di una fotocamera. Ha studiato ingegneria.
Philipp era solito far saltare i suoi soggetti, per una ragione “logica”: “Ogni inibizione dovuta alla presenza dell’obiettivo viene annullata, perché l’attenzione è rivolta maggiormente al salto. Vengono così rivelati i veri tratti del viso”.
Ritrattista “di razza”, Philipp ha immortalato diversi personaggi illustri: oltre a Marilyn, Frank Sinatra, Dean Martin, Jerry Lewis, Muhammed Alì, Louis Armostrong.
Il fotografo Arnold Newman
Arnold Newman è nato il 3 marzo 1918 a New York City. È cresciuto e ha frequentato le scuole ad Atlantic City, nel New Jersey, e a Miami Beach, in Florida. Ha studiato arte con una borsa di studio presso l'Università di Miami, Coral Gables, dal 1936 al 1938. E’ morto a New York il 6 giugno 2006. Generalmente riconosciuto come il pioniere del ritratto ambientato, è anche noto per la sua fotografia astratta. Viene considerato uno dei fotografi più influenti del XX secolo.
Newman ha iniziato la sua carriera in campo fotografico nel 1938, lavorando negli studi di ritrattistica a Philadelphia, Baltimora e West Palm Beach. Sin da subito si è dedicato autonomamente alla fotografia astratta e documentaria. Nel giugno del 1941, Beaumont Newhall del Museum of Modern Art (MoMA) e Alfred Stieglitz lo "scoprirono", e a settembre espose le sue opere alla A.D. Gallery. Lì ha iniziato a lavorare sulla ritrattistica sperimentale, sviluppando un approccio che è ancora ampiamente influente nella fotografia ritrattistica di oggi. Nel giugno del 1942, tornò a casa a Miami Beach, in Florida, a causa della guerra. Nel 1945, la mostra personale presso il Philadelphia Museum of Art, "Artists Look Like This", attirò l'attenzione di tutta la nazione. Ben affermato, si è trasferito a New York nel 1946 dove ha aperto il suo studio, diventando anche un membro dell'American Society of Magazine Photographers (ASMP). L’approccio di Newman alla ritrattistica iniziò a influenzare la fotografia del tempo mediante pubblicazioni in America e all'estero. Seguirono rapidamente innumerevoli mostre e le sue opere vennero acquistate da parte dei principali musei. Nel 1949 sposò Augusta Rubenstein, dalla quale ricevette due figli: Eric, nato nel 1950; e David, nel 1952.
Arnold Newman ci ha lasciato il 6 giugno 2006.
Arnold Newman e il ritratto ambientato
Arnold Newman può essere considerato, a buon diritto, il più grande ritrattista di artisti e personalità della seconda metà del '900. Ha fotografato molti dei più importanti esponenti del XX secolo nell'arte, nella letteratura, nel cinema, nella musica, nella politica americana e internazionale, scrivendo la storia con la sua macchina fotografica.
Il suo ritratto più celebre, scattato a New York nel 1946, è quello del compositore e direttore d'orchestra Igor Stravinsky. Il musicista, seduto, nell'angolo sinistro inferiore della fotografia, occupa uno spazio limitato rispetto al grande coperchio di un pianoforte a coda. Ne risulta una composizione musicale, dove il compositore è trattato alla stregua del "dettaglio" di un grande spazio. Come dire: i rapporti tra soggetto e contesto si sovvertono, ma l’immagine acquista un'incredibile forza visiva.
Newman di fatto ha “inventato” il "ritratto ambientato", un approccio al soggetto nel quale il contorno risulta essere essenziale: l'artista nel suo studio; il politico nel suo ufficio o davanti a un edificio governativo; lo scienziato nel suo laboratorio. «Le persone esistono nello spazio», dice Arnold Newman, che unifica il ritratto di studio alla foto documentaria, già appartenenti alla tradizione della fotografia americana.
Le fotografie
Pablo Picasso e Marc Chagall, 1955. Philippe Halsman.
Marc Chagall, 1942. Arnold Newman.