SANDRO PERTINI PRESIDENTE
8 luglio 1978. Sandro Pertini è eletto settimo Presidente della Repubblica Italiana al sedicesimo scrutinio con 832 voti su 995. Il suo settennato riconcilierà gli italiani, con la più alta carica dello Stato.
«Non è necessario essere socialisti – scrisse di lui Indro Montanelli nel 1963 – per amare e stimare Sandro Pertini. Qualunque cosa egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealtà e di sincerità».
Durante e dopo il periodo presidenziale non rinnovò la tessera del Psi, al fine di presentarsi al di sopra delle parti. Lasciato il Quirinale al termine del suo mandato presidenziale e rientrato in Parlamento come senatore a vita di diritto, s’iscrisse al gruppo senatoriale del Partito Socialista Italiano. “Quando Sandro Pertini, dopo la conclusione del suo settennato al Quirinale nel 1985, mise piede al Senato s’iscrisse subito al gruppo socialista - riporterà l’Avanti - Il suo presidente Fabio Fabbri lo accolse per ringraziarlo e Sandro, burbero com’era, gli rispose: 'E dove volevi mai che m’iscrivessi?”.
«Come vorresti essere ricordato?», gli domandò Enzo Biagi nel 1981. «Come un uomo che è stato sempre sincero - rispose Pertini - Uno che ha pagato i suoi errori, e ne ha commessi, che ha amato molto la sua libertà, e che ama il popolo italiano e i giovani. Uno senza arroganza, senza superbia».
Marzio Breda, sulle pagine de Il Corriere della Sera del 20/02/2000, sosteneva che la gente lo adorava, mentre la politica lo criticava, "anche perché si pagava il biglietto d’aereo, andava a sciare con il Papa, festeggiava come un qualsiasi tifoso la nazionale di calcio, vegliava l’agonia di un bimbo e di Berlinguer".
Sandro Pertini, note biografiche
Alessandro Pertini è nato a Stella (Savona) il 25 settembre 1896. Era laureato in giurisprudenza e in scienze sociali, coniugato con Carla Voltolina.
Ha partecipato alla prima guerra mondiale. Intraprende la professione forense e, dopo la prima condanna a otto mesi di carcere per la sua attività politica, nel 1926 è condannato a cinque anni di confino.
Sottrattosi alla cattura, si è rifugiato a Milano e in seguito in Francia, dove ha chiesto e ottenuto asilo politico, lavorando a Parigi. Anche nel paese d’oltralpe ha subito due processi per la sua attività politica.
Tornato in Italia nel 1929, è stato arrestato e nuovamente processato dal tribunale speciale per la difesa dello Stato e condannato a 11 anni di reclusione. Scontati i primi sette, è stato assegnato per otto anni al confino, rifiutando di impetrare la grazia anche quando la domanda è stata firmata da sua madre.
Tornato libero nell'agosto 1943, è entrato a far parte del primo esecutivo del Partito socialista. Catturato dalla SS, è stato condannato a morte. La sentenza non ha avuto luogo. Nel 1944 è evaso dal carcere assieme a Giuseppe Saragat, ed ha raggiunto Milano per assumere la carica di segretario del Partito Socialista nei territori occupati dal Tedeschi e poi dirigere la lotta partigiana: è stato insignito della Medaglia d'Oro.
Conclusa la lotta armata, si è dedicato alla vita politica e al giornalismo. E' stato eletto Segretario del Partito Socialista Italiano di unità proletaria nel 1945 e Deputato all'Assemblea Costituente.
E' stato eletto Senatore della Repubblica nel 1948 e presidente del relativo gruppo parlamentare.
Direttore dell'"Avanti" dal 1946 al 1947 e dal 1949 al 1951, nel 1947 ha assunto la direzione del quotidiano genovese "Il Lavoro".
E' stato eletto Deputato al Parlamento nel 1953, 1958, 1963, 1968, 1972, 1976 e Vice-Presidente della Camera dei Deputati nel 1963; Presidente della Camera dei Deputati nel 1968 e nel 1972.
Dopo il fallimento della riunificazione tra P.S.I. e P.S.D.I,. aveva rassegnato le dimissioni, respinte da tutti i gruppi parlamentari.
E' stato eletto Presidente della Repubblica l'8 luglio 1978 (al sedicesimo scrutinio con 832 voti su 995). Ha prestato giuramento il giorno successivo.
Ha rassegnato le dimissioni il 29 giugno 1985: è divenuto Senatore a vita quale ex Presidente della Repubblica.
E' deceduto il 24 febbraio 1990.
(Fonte: sito del Quirinale)
Il fotografo Salvatore Giglio
Salvatore Giglio è tifoso e fotografo della stessa squadra (la Juventus), ma le sue immagini vanno più in là, saltando a piè pari il conflitto interno tra cuore e ragione. Negli scatti di Salvatore c’è la qualità professionale, quella che, nello sport, permette di rendere visibile a molti ciò che, per natura, è irripetibile. Roland Barthes, nella sua riflessione sulla fotografia (“Camera Chiara”), pone l’accento sul fatto che un’immagine scattata ha il suo referente nel contenuto della stessa, dal quale peraltro non può prescindere. E’ lì che vive la fotografia di Giglio, sui soggetti che potremo additare nel tempo: per ricordo, partecipazione, ed anche per capirne il valore estetico. La fotografia vive su se stessa, perché replica nel futuro l’irripetibile del passato. Giglio rende tutto questo più facile: e non è cosa da poco.
Salvatore Giglio, note biografiche
Salvatore Giglio nasce a Palermo nel 1947. Residente a Torino dal 1959, dal 1976, e ancora oggi, segue la Juventus come fotografo "free lance". Ha documentato i più importanti avvenimenti calcistici degli ultimi 40 anni, con sette presenze ai campionati del Mondo e otto campionati Europei. Nel 1998, raggiunge il record di "mille" partite consecutive e ufficiali a seguito della Juventus. Il suo obiettivo è stato quello di testimoniare le più importanti vittorie della "Vecchia Signora".
Ha già pubblicato: "La Signora ", con prefazione di G. Agnelli; "Juventus Regina di Coppe", con prefazione G. Boniperti, "Juventus 10 anni in bianconero", con prefazione di G. Agnelli, "Orgoglio bianconero", con Prefazione di Giampiero Boniperti.
E' "custode" dell'immagine fotografica di tutti i protagonisti che hanno fatto la storia della Juventus.
Al Mondiale "Spagna ‘82" una sua fotografia, "La piramide azzurra", viene scelta come la più bella del torneo e vince il primo premio internazionale.
Nel 2009, l'UEFA lo inserisce nella lista dei 14 fotografi (unico italiano) UEFA's World's Best Soccer Photographer.
Le fotografie
Sandro Pertini, fotografia ufficiale.
Torino, Stadio Comunale. Il presidente della Repubblica Italiana, Sandro Pertini, è ospite del Presidente della Juventus Giampiero Boniperti. Salvatore Giglio.