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UNA CHITARRA, UN ASTEROIDE, LA FOTOGRAFIA

“L'arte è indefinibile, ma non può che nascere dalla passione”.
Brian May

Potevamo titolare l’articolo con "Brian May una volta di più", anche perché ci siamo occupati spesso del chitarrista dei Queen; ma lui è un personaggio complesso, che è riuscito a eccellere in vari ambiti, persino in fotografia, a tal punto che possiamo considerarlo uno di noi. Oggi poi è il suo compleanno (nasce il 19 luglio 1947), il che giustifica il nostro interessamento per lui.

Chi è Brian May?

Si tratta del chitarrista dei Queen, 26° al mondo (allo strumento) nella classifica redatta dalla rivista statunitense Rolling Stones. Sì, lui è un appassionato di fotografia, sin dalla tenera età. Così ci accorgiamo, anche questa volta, come l’arte dello scatto attecchisca più facilmente nelle persone aperte alla curiosità e alla conoscenza, al sapere più profondo. Già, perché Brian, come vedremo, è anche uomo di scienza e cultura, dedito di recente all’astronomia. Quanti musicisti possono annoverare un satellite o un asteroide che porti il loro nome? Brian May può. L’asteroide 52665 Brianmay ne è la prova.

Lunghi capelli bianchi

A vederlo oggi, Brian assomiglia a uno scienziato del ‘500. Il paragone “visivo” non è comunque fuori luogo. Brian May, il chitarrista dei Queen (scusate se è poco), ha condotto studi di alto livello. Si è laureato con lode in Fisica e, dopo aver abbandonato il dottorato di ricerca in Astronomia, è stato per breve tempo professore di matematica. Ed è al College che ha coltivato l'idea di formare un gruppo musicale. Lì ha incontrato Roger Taylor, l'altro membro dei futuri Queen, impegnato in quel momento negli studi di biologia (regolarmente portati a termine: un altro genietto).
Ci troviamo di fronte a un’altra passione “contaminata”, dove la fotografia vive tra astronomia e musica, scienza e creatività.

Brian May e la fotografia, anzi la stereofotografia in 3D

Aveva 12 anni, era il 1959. Su un tavolo in giardino Brian posiziona la sua fotocamera da pochi penny e la orienta verso la cucina. La porta di casa era aperta e suo padre, in piedi su una scala, stava imbiancando il soffitto. Brian gli chiese di stare fermo e scattò. Subito dopo, spostò la fotocamera di pochi centimetri verso destra, armò l’otturatore, cogliendo un’altra fotografia. Era convinto che avrebbe ottenuto due immagini da poter attaccare su un pezzo di cartone, per creare una carta stereo, come quelle che stava collezionando.
Suo padre l’aiutò, dallo sviluppo alla stampa delle fotografie in bianco e nero. Brian le attaccò su un pezzo di carta, ponendole poi nel visore stereo. L’esperimento era riuscito. Suo padre era immortalato in 3D, in un realismo sorprendente.
Ne è passata di strada, ma Brian ha prodotto un libro sui Queen con la medesima tecnologia, in 3D. Siamo convinti che, vista la passione, la sua emozione di fronte al volume sia stata la medesima di quando, da bambino, ritrasse il padre con il pennello in mano. E’ la fotografia. Oggi Brian possiede una delle collezioni di foto stereografiche più grandi al mondo e gestisce la London Stereoscopic Company.

Queen in 3-D, la prima biografia dei Queen realizzata da un membro della band, non è una biografia qualsiasi, ma un racconto dietro le quinte di cinquant’anni di carriera attraverso i ricordi intonsi di May e più di trecento foto stereoscopiche inedite. La stereoscopia è l’antenata vittoriana della realtà virtuale e May ne è sempre stato appassionato fin quando, a 12 anni, scoprì queste immagini tridimensionali dentro una confezione di biscotti. Da allora non è mai andato da nessuna parte senza una delle sue macchine fotografiche stereoscopiche. Le immagini che ne risultano sembrano sfuocate, a volte insignificanti. Ma basta guardarle attraverso lo stereoscopio Owl 3-D (brevettato da May e compreso nel cofanetto del libro) perché prendano vita e catapultino chi le osserva dentro quella cornice, insieme a quelle persone. Il risultato è uno straordinario viaggio nei momenti più intimi della vita di Freddie Mercury, Roger Taylor, John Deacon e May stesso.

Brian May e la chitarra self made

Usciamo un attimo dall’ambito fotografico, per passare a quello musicale. Incontreremo un’altra sorpresa.
Brian May si appassiona alla musica in tenera età: dai dieci anni inizia a suonare il pianoforte, ma poi scopre di preferire la chitarra. Inizia con un modello “spagnolo”, ma ben presto crebbe in lui il desiderio di suonare una chitarra elettrica. Il tenore economico familiare non consentiva l’acquisto di uno strumento blasonato, tipo Fender Stratocaster o Gibson Les Paul per intenderci. Brian decide così di costruirsi la sua chitarra personale. Nel giro di due anni ricicla il materiale per costruire lo strumento, mentre il padre Harold l’aiuta a installare la componente elettrica.
Nacque così la "Red Special", denominazione che deriva dalla colorazione rossastra del mogano e dall'unicità dello strumento. Gli amici di Brian la chiamarono "The Fireplace" (dall'inglese, "Caminetto") in quanto il manico della chitarra fu costruito usando la cornice in mogano di un vecchio caminetto.
Da allora la Red Special ha accompagnato l'intera carriera musicale di Brian May, divenendo un marchio di fabbrica sia per i Queen che per il chitarrista. Molti liutai e aziende del settore si sono lanciati nella produzione di repliche di questa chitarra, come numerosi sono i fan di Brian May che hanno voluto costruire la propria replica personale.

Per finire, il Bang

Dopo più di 30 anni di carriera musicale, Brian riprende gli studi per terminare la tesi di dottorato. Lo consegue con successo in Astrofisica, all'età di 60 anni, il 23 agosto 2007; in questo ambito pubblica successivamente la tesi "Un'analisi delle velocità radicali della nube zodiacale" e un libro "Bang! La storia completa dell'universo". Il 19 novembre 2007 Brian May viene inoltre nominato cancelliere onorario della Liverpool John Moores University, succedendo a Cherie Blair, moglie di Tony Blair.

Voglio tutto e lo voglio ora
Sono un uomo con una mente sola
[…]
Quindi sto vivendo tutto, sì, sto vivendo tutto
E sto dando tutto, e sto dando tutto

Da: I want it all, di Brian May

Le fotografie

Brian May con la Red Special, 1977
Freddie in camerino. Ph. Bryan May

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