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MORANDI GARDIN, UN INCONTRO

Ci piace poterlo pensare, e cioè che Giorgio Morandi e Gianni Berengo Gardin si siano incontrati mediante le loro rispettive arti. Il fotografo ligure ha smentito la nostra ipotesi, crediamo soprattutto per una modestia innata, quella che tende ad allontanarlo dai clamori. Sta di fatto che Gianni Berengo Gardin si è confrontato felicemente con la pittura di Giorgio Morandi, realizzando un servizio fotografico nel 1993, nella casa in via Fondazza 36 a Bologna, dove Giorgio Morandi visse con le sorelle e lavorò sino al 1964, anno della sua morte.
Chi scrive ama il Morandi incisore e tutta la scuola bolognese, con autori quali Caporale Carlo (San Giovanni in Persiceto (BO), 1923 - San Benedetto Val di Sambro (BO), 2000), già allievo di Morandi; e Paolo Manaresi (Bologna, 23 settembre 1908 – Bologna, 20 luglio 1991) incisore italiano di primaria importanza nel Novecento.

Andiamo però con ordine. Giorgio Morandi, pittore e incisore, nasce a Bologna il 20 luglio 1890 da una famiglia della piccola borghesia. Era il maggiore di cinque figli. Il suo unico fratello è morto durante l'infanzia. Morandi sviluppò fin da piccolo un interesse per l'arte, scontentando il padre che voleva che il figlio lo affiancasse nella sua attività di esportazione; Morandi tentò quella strada senza successo nel 1906 prima di iscriversi all'Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1907. La sua ricerca dell'arte come carriera è dovuta in parte al suo fallimento nell'azienda paterna e alla sua resistenza a cambiare la sua attenzione sull'arte nonostante i migliori sforzi di suo padre e perché sua madre credeva che suo figlio dovesse seguire i suoi sogni.
Nel 1907 s’iscrive all'Accademia di Belle Arti.
I suoi riferimenti artistici vanno da Cézanne a Picasso, ma sviluppa un grande interesse anche per l'arte italiana del passato: Giotto, Masaccio e Paolo Uccello. Si diploma nel 1913 e dopo un anno comincia a esporre.
Negli anni '20, a seguito di una fase metafisica, inizia il periodo delle nature morte, degli oggetti più comuni. Non si sposta da Bologna, tuttavia resta in contatto con i movimenti intellettuali del paese.
Dopo avere insegnato per molti anni disegno nelle scuole comunali, nel febbraio del 1930 ottiene la cattedra di Incisione presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna; rimarrà lì fino al 1956. Durante gli anni della Seconda guerra mondiale, nell'estate del 1943, si ritirerà sull’Appennino Bolognese, a Grizzana, dove svilupperà dei lavori dedicati ai paesaggi.
Dopo una lunga malattia, Giorgio Morandi si spegne a Bologna il 18 giugno 1964. La sua salma riposa nella Certosa di Bologna.

Gianni Berengo Gardin in Casa Morandi

Gianni Berengo Gardin, da buon narratore, vaga per l’appartamento con curiosità. Egli non vuole celebrare il mito dell’artista, ma raccontarne la vita quotidiana. Si sofferma poi con insistenza nella camera studio, dove Morandi trascorse lunghe ore di lavoro. Berengo Gardin alterna campi larghi a visioni più ristrette, di dettaglio; che paiono confrontarsi con le opere del pittore, soprattutto quando il soggetto è rappresentato dal vasellame più umile. Ecco, sì: in alcune immagini di Berengo si coglie lo stesso respiro delle opere morandiane, forse la medesima fonte d’ispirazione; quasi che fotografia e pittura possano convivere assieme e con lo stesso fine. Probabilmente stiamo esagerando, ma il fotografo ligure è stato in grado di avvicinarci all’opera di Morandi con la potenza del suo racconto, affascinandoci più di una visita in loco.
Consigliamo comunque una visita a Casa Morandi e anche un'altra in via Don Minzoni, presso il MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna.
Il libro Giorgio Morandi's Studio edizioni Charta del 2008, a firma Gianni Berengo Gardin, è introvabile, se non nel mercato collezionistico.

Giorgio Morandi e Gianni Berengo Gardin, una mostra

«Quando mi sono messo, talvolta, a considerare le varie agitazioni degli uomini e i pericoli e le pene cui si espongono (…), ho scoperto che tutta l’infelicità degli uomini deriva da una sola causa: dal non saper restarsene tranquilli, in una camera». Giorgio Morandi.

Contrasto Galleria, nel 2019, propose in mostra le fotografie che Gianni Berengo Gardin aveva realizzato nello studio di Giorgio Morandi. La sensibilità del fotografo ha restituito a quel luogo la dignità di tempio del pensiero e della creazione artistica, evitando l’aspetto più pittoresco e aneddotico del mito bohémien che lo voleva impolverato e maleodorante.
Lo spazio in cui Giorgio Morandi si rinchiudeva, insieme ai suoi oggetti, nell’elaborazione delle sue opere, appare nelle fotografie di Berengo Gardin nel suo aspetto più materico e intimo.
La mostra permetteva di immaginare l’artista nei suoi luoghi privati, nel buio delle notti intense di lavoro, il silenzio e la tranquillità di una camera quasi segreta dove Morandi passava la maggior parte del suo tempo: gli oggetti che gli appartennero, e che ritroviamo nelle fotografie, ne conservano intatta l’idea di unione tra vita e opera.
Le immagini di Gianni Berengo Gardin ci hanno restituito l’atmosfera privata dello studio del suo, personalissimo, Giorgio Morandi.
La mostra rimase aperta fino al 24 marzo 2019, in Via Meravigli 5.

Le fotografie.

Gianni Berengo Gardin, lo Studio di Giorgio Morandi, 1993.

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