Skip to main content

UNA FOTOGRAFA NEOZELANDESE

Prima della fotografa neozelandese occupiamoci di una promessa d’agosto. Il “primo” Agosto 1925 nasce a Senigallia Mario Giacomelli. Inizia a lavorare da giovane in una tipografia (13 anni), ma nel contempo si interessa di pittura e poesia. La passione per i versi l'accompagnerà per tutta la vita, creando un connubio forte con la sua produzione fotografica. Poeti come Leopardi, Montale, Borges faranno parte delle sue immagini.
Scatta la prima fotografia nel 1953, cha raffigura una vecchia suola che galleggia sulla battigia. Le verrà dato il titolo: “l'approdo”.
Inizia a frequentare Giuseppe Cavalli (con lui fonderà il Misa), il quale sarà importante per completare la sua formazione. Tra il '54 e il '57 frequenterà il gruppo la Bussola, ma se ne distaccherà a breve.
Il 1954 sarà un anno importante per Mario Giacomelli, perché nascerà un suo lavoro dal titolo “Vita d'Ospizio”. Lui quell'ambiente lo conosceva bene, per via della madre che lavorava là. Il risultato può essere considerato un incontro tra reportage e racconto poetico. Ne emergono disperazione e degrado, ma anche umanità e speranza. Lui stesso lo conferma con le sue parole: “La mia fotografia non comunica fatti, ma stati d'animo, sensazioni”.
Dal 1955 s’interessa di paesaggio, stile che lo accompagnerà fino al 1992. Le sue Marche diventano luogo di memorie e simboli, dove abita l'anima e la realtà trasfigurata.
Tra il 1957 e il 1959 lo troviamo a Scanno, un paesino dell'Abruzzo: un luogo che aveva già visto lavorare fotografi del calibro di Henry Cartier Bresson.
Negli anni '60 troviamo la sequenza fotografica che lo caratterizza maggiormente. E' chiamata “non ho mani che mi accarezzino il volto”, meglio conosciuta come i “pretini”. Si tratta di scatti ottenuti presso il Seminario Vescovile di Senigallia. I giovani seminaristi vivono nelle immagini del fotografo come senza tempo, già facenti parte della memoria: in una realtà che galleggia senza alcun riferimento terreno.
Ci preme sottolineare ancora due lavori del maestro: “Caroline Branson” (ispirato all'antologia di Spoon River di Edgar Lee Master) e “La mia vita intera”, una sequenza a commento dei versi di J.L. Borges.
Mario Giacomelli morirà a Senigallia il 25 Novembre del 2000.

Elizabeth Pulman, note di vita

Ci piace vagare per il mondo, soprattutto guidati dalla fotografia. Oggi andiamo dall’altra parte dell’emisfero, in Nuona Zelanda, raccontando una storia avvincente e impossibile.
Elizabeth Pulman nata Elizabeth Chadd, conosciuta anche come Elizabeth Blackman è stata una fotografa neozelandese, di origini britanniche, prima donna professionista della Nuova Zelanda.

Elizabeth Chadd nacque il 1° agosto 1836 a Lymm, Cheshire, in Inghilterra, figlia di Mary Clayton e di suo marito, William Chadd, un muratore.
Il 2 maggio 1859 nella chiesa di St Mary, Manchester, Elizabeth sposò George Pulman, un falegname vedovo con due figli piccoli. Elizabeth e George ebbero una figlia a Manchester prima di salpare sul Broadwater il 3 aprile 1861 da Gravesend, Londra; arrivarono ad Auckland, Nuova Zelanda, il 30 luglio 1861. I due figliastri di Elizabeth, di sette e cinque anni, li seguirono sul Messina e arrivarono ad Auckland il 30 giugno 1862.
Elizabeth e George Pulman ebbero tre figli maschi e due femmine ad Auckland. George Pulman fu impiegato come disegnatore fino al 1866 circa. Nel 1867 iniziò l'attività come proprietario di uno studio fotografico in Shortland Street, Auckland, specializzato in fotografie panoramiche e ritratti. Elizabeth Pulman lavorò con il marito in questa impresa.
Dopo la morte di George, avvenuta il 17 aprile 1871, Elizabeth continuò il lavoro dello studio. Nel 1871, poiché i fotografi erano poco o per niente protetti dal copyright, Elizabeth scrisse al New Zealand Herald chiedendo al pubblico di non acquistare copie pirata di una fotografia scattata dal suo defunto marito della sua mappa dei giacimenti auriferi del Tamigi; era una delle sue principali fonti di reddito.

Elizabeth Pulman sposò John Blackman, vedovo e reporter, il 14 giugno 1875 presso la West Tamaki Presbyterian Church. Ebbero un figlio. Originario del Surrey, Inghilterra, Blackman era un abile scrittore e poeta. Aveva conosciuto Charles Dickens e altri importanti autori britannici e occasionalmente teneva lezioni su di loro ad Auckland. Elizabeth rimase di nuovo vedova quando John Blackman morì l'11 giugno 1893.

Elizabeth Blackman morì ad Auckland il 3 febbraio 1900. Per quasi 30 anni, fino a quando l'attività fu venduta poco prima della sua morte, aveva portato avanti lo studio fotografico Pulman. Durante questo periodo di successo Elizabeth fu assistita da un figlio, Frederick, solo negli anni successivi. Fu tra le prime fotografe della Nuova Zelanda e probabilmente la prima donna professionista. Dovette far fronte all'educazione di nove figli e ai problemi di un periodo di rapida evoluzione della tecnologia nel mezzo.

L'importanza del lavoro di Elizabeth è stata quella di aver ritratto la tribù Maori. Le sue immagini rappresentano anche un’mportante testimonianza fotografica in cui le popolazioni locali, come era in uso, non vengono rappresentate come selvaggi, ma come persone nei loro costumi tradizionali che, probabilmente senza il suo lavoro, sarebbero andati persi per sempre. Le sue immagini sono conservate presso la Biblioteca Nazionale della Nuova Zelanda.

Le fotografie

Capo Maori Tāmati Wāka Nene. Elizabeth Pulman
Capo Orakei Paul Paora Tuhaere. Elizabeth Pulman

Like what you see?

Hit the buttons below to follow us, you won't regret it...