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IL BAMBINO DI NAGASAKI

Il giorno 9 agosto "Fat Man", una seconda bomba atomica dopo quella di Hiroshima, fu lanciata su Nagasaki. Una nebbiolina diffusa rese difficile la precisione del lancio: l'obiettivo non fu centrato, con un errore di circa 4 chilometri. Anche l'altezza ottimale non fu centrata per circa 150 metri. Morirono 40.000 persone. Il 14 agosto, la riunione del governo nel rifugio antiaereo del Palazzo Imperiale vide l'imperatore Hirohito annunciare la volontà di arrendersi dopo i drammatici bombardamenti delle due città. Il 15 agosto, il suo discorso di resa fu consegnato alla radio. Era definitivamente conclusa la Seconda Guerra Mondiale.

Eventi così drammatici spesso nascondono delle storie, che i fotografi presenti sul posto sono in grado di declinare. E’ il caso del bambino di Nagasaki, ritratto da Joe O’Donnell. Abbiamo preso spunto da una mostra tenutasi a Rimini la seconda metà di agosto 2022, con le immagini dell’autore americano.

Sono scatti commoventi e tristemente poetici quelli emersi dal baule del soldato americano Joe O’Donnell. Fotografie che ritraggono la distruzione della città di Nagasaki subito dopo l’esplosione della bomba nucleare nel 1945. A Marzo del 1946 O’Donnell ritorna in patria e viene esonerato. Non potendo né guardare né mostrare le tragiche foto che ha scattato, le porta a casa con sé e le chiude in un baule, cercando di dimenticare. Solo negli anni Novanta si decise di condividere con il mondo le sue foto, nella speranza che gli errori del passato non si ripetessero in futuro. Ora le sue immagini viaggiano per il mondo come monito alle coscienze di singoli e nazioni.

Desolazione, volti e dettagli compaiono in circa 100 fotografie, dove la più iconica e famosa è certamente quella che ritrae un bambino di Nagasaki con in spalla il fratellino morto nel bombardamento atomico in attesa del suo turno per farlo cremare. Quella stessa immagine è stata scelta nel 2018 da Papa Francesco per trasmettere un rinnovato messaggio di pace e ricordare a tutti «…il frutto della guerra», come recitava la didascalia a commento della foto. O’Donnell morì il 9 Agosto 2007, lo stesso giorno della caduta dell’atomica a Nagasaki, a Nashville nello stato del Tennessee. Aveva 86 anni. Le foto sono oggi custodite dall’associazione buddista di Honmon-Butsuryu Shu (HBS) di Kioto, che le concede solo a patto che le iniziative abbiano come scopo quello di promuovere una Cultura di Pace.

Il racconto del fotografo

«Ho visto un bambino di circa dieci anni che passava. Portava un neonato sulla schiena. A quei tempi in Giappone, spesso vedevamo bambini che giocavano con i loro fratellini o sorelline sulla schiena, ma questo bambino era chiaramente diverso.
Ho capito che era venuto in quel posto per un motivo serio. Non indossava scarpe. Il suo viso era duro. La testolina era piegata all'indietro come se il bambino fosse profondamente addormentato. Il bambino è rimasto lì per cinque o dieci minuti.
Gli uomini con le maschere bianche si sono avvicinati a lui e hanno iniziato a togliere silenziosamente la corda che teneva il bambino. Fu allora che ho visto che il bambino era già morto.
Gli uomini hanno tenuto il corpo per mani e piedi e l’hanno messo sul fuoco. Il bambino è rimasto lì dritto senza muoversi, a guardare le fiamme. Si stava mordendo il labbro inferiore così forte che brillava di sangue. La fiamma bruciava bassa come il sole che tramontava.
Il bambino si è voltato e se n'è andato in silenzio».

Joseph Roger O’Donnell note di vita

Joseph Roger O’Donnell è nato il 7 maggio 1922 a Johnstown, Pennsylvania. Dopo essersi diplomato al liceo, si arruolò nei Marines, che lo mandarono a scuola di fotografia.
A 23 anni, come sergente dei Marines, O'Donnell documentò le conseguenze dei bombardamenti in Giappone per sette mesi, a partire da Nagasaki, devastata da una bomba atomica il 9 agosto 1945. Il 28 agosto 1948, la sua unità fu tra le prime a entrare in Giappone. Le foto includevano l'iconica "Il ragazzo in piedi vicino al crematorio" e una foto di un'aula di bambini ustionati e una di volti strappati via. L'esercito non approvò mai i viaggi di O'Donnell a Nagasaki e non era chiaro se avrebbero distrutto le fotografie di cadaveri o sopravvissuti feriti. Per sicurezza, O'Donnell nascose i suoi viaggi alla sua unità e riportò segretamente i negativi non sviluppati negli Stati Uniti.
Dopo la guerra, O'Donnell si trasferì a Washington e gestì brevemente il suo studio fotografico, prima di tornare al lavoro pubblico. Come fotografo presidenziale, O'Donnell catturò momenti iconici come la stretta di mano tra Harry S. Truman e il generale Douglas MacArthur a Wake Island durante la guerra di Corea e il presidente John F. Kennedy che deliberava l'invasione della Baia dei Porci. Poiché era sul libro paga del governo, O'Donnell non ricevette alcun riconoscimento personale per quelle fotografie, sebbene ne autografò vendendone alcune copie dopo il suo ritiro dal servizio governativo nel 1968.

Per cinquant'anni, le foto segrete di Nagasaki di O'Donnell furono chiuse a chiave in un baule nella sua casa. Quando lo riaprì ne fu così turbato che divenne un sostenitore contro le armi nucleari, pubblicando libri e tenendo conferenze in Giappone e negli Stati Uniti.

Nel 1995, le polemiche circondarono il lavoro di O'Donnell mentre il National Air and Space Museum si preparava a esporre l'Enola Gay, il B-29 che bombardò Hiroshima. Le sue immagini destinate a rappresentare gli effetti devastanti delle bombe incontrarono le obiezioni dei veterani che sostenevano che le foto e il testo di accompagnamento presentavano una visione sbilanciata, trascurando l'aggressività del Giappone e il ruolo delle bombe nel porre fine alla guerra e salvare vite americane. Di conseguenza, le fotografie furono rimosse dai piani curatoriali, insieme ad altre caratteristiche ritenute offensive per i veterani. In un'intervista con la National Public Radio di quell'anno, O'Donnell affermò che, sulla base delle sue osservazioni del dopoguerra, il Giappone avrebbe potuto essere sconfitto con le armi convenzionali, evitando le previste elevate perdite dovute a un'invasione del Giappone.
Joseph Roger O'Donnell muore il 9 agosto 2007.

Fonte Wikipedia

Le fotografie

Joseph Roger O’Donnell, ritratto
Il bambino di Nagasaki, Joseph Roger O’Donnell.

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