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[JOHNNY DEPP DIVENTA EUGENE SMITH]

Il 9 giugno 1963 nasce Johnny Depp. Attore dalla filmologia imponente, lo ricordiamo in: “Assassinio sull'Orient Express” di Kenneth Branagh (2017), “La fabbrica di cioccolato” di Tim Burton (2005), oltre che nella saga del Pirata dei Caraibi.

Nel suo ultimo lavoro (2020) si è calato nei panni del fotografo di guerra William Eugene Smith, ripercorrendo il periodo nel quale realizzò uno dei suoi reportage più riusciti (1971): quello che trattò dell'avvelenamento da mercurio del popolo di Minamata, la città marittima giapponese. Il film porta lo stesso nome.

Johnny Depp, col suo lavoro, ha rafforzato il legame già esistente tra cinema e fotografia. In un numero rilevante di film, l’arte dello scatto vive al centro della narrazione: a volte persino quale elemento risolutivo delle varie vicende: dai polizieschi, alle storie d'amore. Ci vengono in mente Blow up, La dolce vita (dove nasce la figura del "paparazzo"), La finestra sul cortile, Occhio indiscreto, Smoke, I ponti di Madison County, e poi, ancora, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, One Hour Photo e altri (tra cui, molti titoli dedicati al fotoreportage di guerra, come l’Urla del Silenzio, ad esempio).

Nel film Minamata, la fotografia costituisce l’asse portante della trama e il personaggio principale sarà proprio un fotografo: quell’Eugene Smith famoso per i reportage di guerra, ma anche per lavori importanti come “Spanish Village” (in cui è raccontata una cittadina spagnola in pieno franchismo) e “Country Doctor” (narrazione fotografica dell'attività di un medico generico nella campagna americana).

Quella di Minamata, l’ultimo reportage di Smith, è da considerarsi una tragedia ecologica, causa dell’omonima malattia diffusa tra gli abitanti del luogo. Quale elemento scatenante vi era il rilascio di mercurio nelle acque reflue dell'industria chimica Chisso Corporation, durato più di trent’anni. L’elemento chimico si accumulò nei molluschi, nei crostacei e nei pesci della baia di Minamata, entrando nella catena alimentare e causando così l'avvelenamento da mercurio.

Non abbiamo ancora visto il film. Incontreremo però un Eugene Smith di fine carriera, provato per essere stato allontanato dalla rivista LIFE. Ci piace pensare che nella trama compaia anche Takeshi Ishikawa, un fotografo giapponese di 21 anni. Questi avrebbe incontrato Eugene Smith a Tokio, aiutandolo nei preparativi per l’imminente trasferimento a Minamata.

Il fotografo americano si era appena sposato con Aileen, una giapponese – americana; e proprio a Tokio avevano tenuto il loro ricevimento di nozze. Alla fine il signor Ishikawa partì con la coppia, diventando l’assistente del fotografo per i tre anni a venire, tempo che si rivelò necessario per documentare gli effetti dell’inquinamento da mercurio. Lavoravano insieme, mangiavano insieme ed erano, a dire dello stesso Ishikawa, "molto simili a una famiglia".

Quando Mr. Smith venne gravemente ferito dai teppisti della Chisso Corporation, nel gennaio 1972, la dipendenza da Ishikawa aumentò notevolmente. Prima dell'incidente la presenza del fotografo americano risultava potente, incessante; in seguito riusciva a lavorare con difficoltà, e questo lo mortificava.

Dopo aver lavorato insieme nella camera oscura per molti mesi, nacque il libro "Minamata", pubblicato nel 1975. Una mostra delle fotografie si tenne nel municipio di Minamata. Il signor Smith morì nel 1978.

W. Eugene Smith, scomparso a soli sessanta anni di età, fu una personalità debordante, eccedente, traboccante. Possiamo considerarlo presuntuoso, perché aveva lanciato una sfida sovraumana, quasi una rivincita con la società, la professione, l’arte fotografica. Smith, in avanti con gli anni, arrivò a bruciare le sue prime immagini perché non all’altezza delle sue ambizioni. Noi oggi lo ricordiamo così, ma siamo curiosi di poterlo rileggere in chiave filmica durante il suo ultimo progetto, al fianco della moglie e di un amico giapponese. Forse lo riconosceremo diverso, illudendoci che sia così. La magia del cinema sta anche in questo: trasformare personaggi famosi con semplici testa – coda, sovvertendo verità o pregiudizi.

Vedremo.

Ishikawa continua ancora oggi a lavorare su Minamata.

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